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BUFALINI Maurizio

04 giugno 1787 - 31 marzo 1875 Nominato il 18 marzo 1860 per la categoria 20 - Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori Senatori. Anche oggi debbo compire un ufficio ingratissimo, annunciandovi nuovi lutti pel Senato e per l'Italia. [...]
Da oltre un mese Italia tutta, o Signori, viveva in un'ansia penosissima. Era in estremo pericolo la vita d'un uomo illustre ed universalmente venerato, più che per la sua età quasi nonagenaria, per le virtù preclare che ne adornavano la mente ed il cuore.
Le notizie ora scoraggianti ora rassicuranti, avvicendavano negli animi trepidanti il timore e la speranza; ma il 31 dello scorso mese giunse a me l'annunzio tristissimo che il nostro egregio collega Maurizio Bufalini soccombette dopo lunga e penosa malattia.
La gentile Firenze che da moltissimi anni lo adottò come suo figlio, fu profondamente e giustamente addolorata vedendosi a così breve intervallo tra l'uno e l'altro orbata di due luminari della scienza medica.
Antesignano di quel sistema che richiamò in Italia la medicina alle sfere serene della osservazione pratica, Maurizio Bufalini dimostrò quanto si apponesse al vero allorquando, in una delle prime più celebrate sue opere, dettava l'aurea sentenza: L'acquisto del vero sa quasi del divino; il resto è grande umana follia.
A questi puri e severi principî il compianto nostro collega conformò sempre la vita sua come scienziato; e se il sostenerli con costante energia gli procacciò sulle prime censure e dolori, in progresso gustò la somma delle soddisfazioni, quella di vedere rettificate intorno alla giustezza del propugnato sistema le idee e le opinioni degli stessi suoi avversarî.
Questo ritorno dal canto di costoro a più ragionevoli apprezzamenti ed a più retti giudizî cominciò sin da quando, nominato professore effettivo di Clinica medica nella insigne Università di Bologna, Egli vi inaugurava le sue lezioni col tanto giustamente celebrato suo discorso:Della vera e della falsa gloria, e dei mezzi che l'una e l'altra procacciano.
Chiamato nel 1835 ad occupare la cattedra di Clinica nell'Istituto superiore di Firenze, egli la tenne sino al 1853 con somma reputazione di dottrina e fu sempre circondato dall'amore della gioventù studiosa, dalla riverenza popolare e dalla estimazione dei dotti d'Italia non solo, ma dell'Europa intera. Reputazione, amore, riverenza ed estimazione giustamente dovute alle opere di medicina da lui pubblicate, ed in modo speciale alle istituzioni di patologia analitica, che l'opinione unanime degli uomini competenti giudicò un vero monumento della scienza medica.
Maurizio Bufalini, ascritto sin dal 1848 al Senato Toscano, ebbe seggio nella Camera vitalizia d'Italia dopo la proclamazione del nuovo Regno, ma la grave età sua e la malferma salute, assai di raro gli consentirono d'intervenirvi anche quando il Parlamento Nazionale siedeva nella metropoli toscana.
Un arguto e vivace scrittore vivente disse di lui: Egli ha lottato contro due generazioni di medici ed ha vinto. Egli è un uomo grande.
Ed indiscutibilmente tale era, o Signori, il prof. Maurizio Bufalini sicché per la perdita di lui dolore sincero profondo sentono il Senato e l'Italia.
MINISTRO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
MINISTRO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Ringrazio l'onorevolissimo signor Presidente delle parole che ha dette in commemorazione del Senatore
Maurizio Bufalini del quale io era concittadino, e della cui amicizia era onorato.
Debbo pure ringraziare la Presidenza del Senato che volle essere ufficialmente rappresentata in Firenze ai funerali del compianto e desiderato Collega nostro;
onore straordinario giustamente conceduto a lui come a pochi altri veramente illustri e grandi, che colla vita e colle opere dell'ingegno crebbero lustro al Senato e gloria alla Nazione.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 aprile 1875.