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BRUNET Carlo

15 novembre 1809 - 10 ottobre 1893 Nominato il 26 gennaio 1889 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori [...] Brunet. [...]
L'avvocato Carlo Brunet, che nel gennaio 1889 fu annoverato fra i senatori, moriva il 10 ottobre nella città di Cuneo, dove era nato il 15 novembre 1809.
Gli acciacchi senili a malapena gli consentirono di recarsi in quest'Aula per essere insediato. Ma nella fugace apparizione trovava fra noi molti antichi colleghi suoi nell'altro ramo del Parlamento, moltissimi estimatori della operosità, della rettitudine singolare, del grande amore di che in tutte le manifestazioni e cariche pubbliche aveva dato prova. Entrato infatti da giovane, sui primi del 1847, nei consigli del comune, finché visse vi appartenne; ne fu sindaco per più di otto anni, iniziatore vigoroso di ogni miglioria, di ogni bene. Impulso vivissimo all'innovamento edilizio, l'unione ferroviaria della sua città con Savigliano furono merito precipuo di lui: lo ricorda una lapide, decretatagli da vivo, murata nella sala del patrio Consiglio. E quanta universale benevolenza lo accarezzasse si vide quando nel 1853 venne eletto a rappresentare il collegio natale alla Camera dei deputati per la V legislatura; mandato confermatogli per le tre successive e nella XI. Nel nuovo campo schiuso al suo operare non fu da meno. Lo si apprende dagli annali parlamentari che ne riferiscono le relazioni, i discorsi; lo ricorda la memoria di molti di noi al cui orecchio ancora risuona il suo dire scorrevole, a cui torna in mente ciò che egli dettò sui bilanci e su altri argomenti d'indole amministrativa o tecnica.
Imperocché il Brunet, che lungamente aveva viaggiato, che aveva meditato sugli ordinamenti dei popoli visitati, che di missioni governative era stato onorato, che come provveditore aveva dato impulso vivissimo agli studi della sua provincia, fosse di ingegno duttile, di mente preparata ad argomenti di disparata natura. A queste qualità dava particolare risalto la bontà che lo rendeva immemore d'ogni atto, tollerante anche di chi fosse verso di lui meno benevolo.
Onestà a tutta prova, fermo proposito, amore ardente per la terra che gli aveva dato nascimento primeggiarono in lui. Ne lasciò traccia anche in morte, largendo una cospicua dote a sollievo degli indigenti. Fine nobilissima dell'uomo che di un solo puro affetto amò i congiunti, la città natia, la patria (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.