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BRAMBILLA Pietro

11 novembre 1835 - 28 maggio 1900 Nominato il 20 novembre 1891 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Friuli-Venezia Giulia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! Nei brevi giorni che corsero fra il 24 e il 30 del passato maggio tre dei colleghi nostri sono scesi nel sepolcro, Gioan Battista Geymet, Pietro Brambilla e Corrado Tommasi Crudeli. [...]
Un altro collega, Pietro Brambilla, triestino di nascita, milanese per lunga consuetudine di vita, si spense nel giorno 28 maggio nella terra delle sue più care affezioni, tra il compianto dei nuovi compaesani, e dei numerosi amici, accorsi d'ogni banda per accompagnarne la salma all'ultima dimora, e portare all'estinto l'ultimo tributo di stima e di affetto.
Pietro Brambilla era una personalità distinta del ceto bancario, che seppe raccogliere intorno a sé le maggiori simpatie che gli uomini d'affari riescono con fatica a conquistare, senza una virtù propria generalmente riconosciuta, e più difficilmente ancora, quando non è ben chiara e limpida la fonte delle fortune individuali, rapidamente acquistate. Gli è che nessuno osò mai sollevare un dubbio sopra la scrupolosa rettitudine dell'uomo, e tutti sapevano che ad una chiara intelligenza degli affari, di cui si sentiva debitore ad una eccellente educazione commerciale, il banchiere Brambilla accoppiava l'onestà della vita, ed una operosità più unica che rara, che fu e sarà sempre la via larga e sicura, per salire agli onori, od acquistare ricchezze. A ragione pertanto, fino dal 1891, fu chiamato a prender posto in questo Senato, siccome quegli, che con l'opera e col consiglio tanto aveva contribuito al risveglio economico del paese.
È anche giusto ricordare, che in mezzo agli affari, il collega Brambilla non tralasciò mai di coltivare i buoni studi, e giustamente orgoglioso di aver condotto in isposa una nipote di Alessandro Manzoni, che lo lasciò vedovo senza prole, si diè particolarmente cura di creare nell'Istituto di Brera la Sala manzoniana, che raccoglie tutto quanto del Manzoni e sul Manzoni fu pubblicato per tutto il mondo. Onde il Brambilla meritò di essere nominato presidente della Società bibliografica italiana. E mentre con zelo indefesso, nella qualità di vicepresidente prima, poi di presidente, che lasciò soltanto colla morte, del Consiglio d'amministrazione della Società delle ferrovie meridionali, che egli stesso aveva contribuito a fondare, si occupava degli interessi di questo poderoso istituto, e di altri ancora; memore sempre di essere triestino per nascita, ma non tralasciò di occuparsi con amorosa cura della propaganda patriottica, che si intitola della Dante Alighieri.
Pietro Brambilla aveva chiara, precisa e misurata la parola. Ed anche in questo Senato, dove era riverito e stimato, non gli mancò il plauso de' colleghi, ogni volta che gli avvenne di svolgere, come fece in parecchie circostanze, argomenti di indole finanziaria. Afflitto da parecchio tempo da dolorosa malattia, che sopportò con vero stoicismo, assisteva tuttavia, di quando in quando, ai lavori del Senato, e poco più di un mese addietro lo abbiamo veduto salire faticosamente al suo banco, e prender parte al voto, allorché si discuteva il disegno di legge sui matrimoni illegali.
Rimanga dunque cara in cuor nostro, siccome ne ha il diritto, la memoria del collega perduto, e così avvenga che sorgano molti di questi uomini, che aiutino con eguale operosità e con la stessa onestà di vita, a restaurare la fortuna ed il credito del paese. (Approvazioni). [...]
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
FINALI. Chiedo Facoltà di aggiungere poche parole a quelle eloquenti pronunciate dal nostro Presidente e consacrate alla memoria del nostro collega il senatore Brambilla.
Egli era un uomo veramente raro. La sua conversazione mi richiamava alla mente i nomi di quegli illustri mercatanti fiorentini, i quali erano arbitri del commercio del loro tempo, e insieme erano versati in ogni maniera di studi dotti e gentili.
In materia di banca egli era una competenza di altissimo valore. Altri potevano eguagliarlo, nessuno poteva superarlo. Egli è benemerito non solo del buon ordinamento dei nostri istituti di emissione e della loro savia e prudente condotta, ma anche della diffusione dei buoni studi, come ha ricordato l'illustre nostro Presidente; e nel Senato vivrà lungamente la sua memoria. (Benissimo). [...]
VISCONTI VENOSTA, ministro degli affari esteri. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
VISCONTI VENOSTA, ministro degli affari esteri. Mi associo io pure, a nome del Governo, e coi sentimenti di un'antica amicizia, alle parole commoventi ed eloquenti pronunciate dall'illustre nostro Presidente, nel commemorare il senatore Brambilla.
Il Senato, nelle rare volte in cui egli prese parte alle nostre discussioni, poté pregiare il suo pensiero preciso e sicuro, la grande esperienza e la larga competenza che egli aveva nelle materie economiche e finanziarie.
I suoi amici hanno conosciuto l'animo suo gentile, il suo amore, anche in mezzo agli affari, per ogni nobile cura dell'intelligenza, e quella operosità che egli poneva al servizio di tutto ciò che potesse giovare al paese, e al servizio del sentimento profondo del dovere, e che era (lo sa chi ne fu testimone) una lotta eroica e continua contro le sofferenze crudeli e i dolori del male che ne consumava la esistenza.
Il Senato conserverà con affetto la memoria del senatore Brambilla. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 19 giugno 1900.