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BORSELLI Giuseppe

28 febbraio 1809 - 26 luglio 1892 Nominato il 15 febbraio 1880 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Un mesto esordio precedere deve ogni nostro lavoro: la commemorazione dei colleghi che da noi si dipartirono, dacché il Senato si aggiornò.
Funerea, lunga, dolorosa lista!
[...]
Un uomo di cuore, un patriota onorato, il senatore Giuseppe Borselli, cessò di vivere in una sua villa nei pressi di Bondeno addì 26 luglio.
Nato il 2 di febbraio dell'anno 1809 a Cento di famiglia antica per origine, sulle orme del padre sin da giovane operò contro la signoria pontificia. Aiutatore e parte del moto del 1831, bandito per quattro anni, partigiano delle riforme e della indipendenza, ne combatté nel 1848 la guerra, capo di volontari nel Veneto.
Amareggiato, sconfortato dalle sciagure e dalle civili discordie sgomentato, cercò di nuovo pace, sul cadere di quell'anno, fuori d'Italia.
Preposto al patrio municipio, dal 1853 al 1867, mente, fatiche, danaro usò ad incremento di esso, a favore d'ogni istituto cittadino, a conforto e sollievo delle pubbliche e private sventure. Amministratore rigido e sagace, ai fini per i quali il pubblico danaro od è scarso, o non deve essere speso, provvedeva largamente col proprio fiorente patrimonio. Del quale in morte, beneficate ancora una volta le istituzioni civili e di carità della sua Cento, volle ereditasse interamente Bondeno: ultimo legato, sublime segno di affetto alle due predilette città nelle quali, amato e benedetto, trascorse la lunga esistenza. Imperocché Giuseppe Borselli che mai aveva deviato dai liberi intenti della giovinezza, che del governo dei preti, uomo maturo, aveva nell'Assemblea di Bologna decretata la decadenza, che l'italiano Regno aveva aiutato colla personale autorità, rafforzato colla sua influenza ben vedeva e sentiva le pressure dei tempi, con occhio acuto misurando la voragine dei mali sociali, la urgenza che ciascuno corra al riparo con benevolenza e carità attuose, con ogni sforzo di volontà e di potere.
E Cento e Bondeno, memori e grate, piansero l'amico, il padre, ne onorarono la bara, levarono in cielo il generoso.
Ed il Senato, al quale desso apparteneva dappoi il febbraio 1880, manda un mesto saluto al collega che compié la sua giornata beneficando. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 novembre 1892.