BORGATTA Carlo
17 marzo 1840 - 19 agosto 1914 Nominato il 14 giugno 1900 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza PiemonteCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! [...]
L'Ufficio di Presidenza ha sofferto molto dolorosamente la perdita di uno de' suoi, e maggiormente sente il lutto del Senato, non vedendo più al suo posto di segretario il senatore Borgatta, che vi sedeva diligente, come di consueto, ancora nelle ultime tornate estive, e si spense il 19 agosto nella sua Rocca Grimalda in Provincia di Alessandria, ov'era nato il 17 marzo 1841 [sic]. Carlo Borgatta, corsi gli studi onoratamente, prese l'esercizio dell'avvocatura; e presto si acquistò il favore del pubblico, che gli procurò i voti per la rappresentanza politica. Entrò alla Camera nel principio della XV legislatura per il IV collegio di Alessandria, che gli confermò il mandato per la XVI; e, cessato lo scrutinio di lista, fu l'eletto di Capriata d'Orba nella XVII. Con la fede nativa alla monarchia, con i suoi principî liberali, con zelo e coscienza cooperò assiduamente ai lavori parlamentari. Non meno utile fu al pubblico ne' consigli amministrativi cittadini. Dalla Camera dei deputati passò al Senato per decreto del 14 giugno 1900, portandovi il dono della sua esperienza parlamentare; e, quanto nell'altra Camera, raccolsevi le prove di stima e di fiducia. Lo vedemmo apprezzato nella Commissione d'inchiesta sulla marina militare; in quella d'inchiesta sulle condizioni de' contadini nelle provincie meridionali; e nell'altra sul Palazzo di giustizia. Fu della nostra Commissione di finanze nella XXIII legislatura, e relatore del bilancio delle poste e dei telegrafi dal 1909. Appartenne alla Commissione permanente di contabilità del Senato nelle legislature XXII e XXIII; all'altra d'accusa dell'Alta Corte di giustizia; l'ebbi fra i segretari della Presidenza dalla XXIII alla corrente, e non cesserà di vivere nella nostra grata memoria. (Bene). [...]
SALANDRA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Con animo commosso e reverente il Governo si associa alle nobili parole pronunciate dal Presidente del Senato per onorare la memoria degli eminenti uomini che il Senato ha perduto. [...]
I loro nomi rimarranno scritti nel libro d'oro del risorgimento italiano.
La tarda età li aveva esclusi ormai dagli uffici attivi; ma risplendeva diritta e lucente, come sempre, la fiamma della loro mente, alimentata dal più puro, dal più nobile patriottismo.
Prezioso sarebbe stato il loro consiglio nell'ora storica che attraversiamo; ci sorregga l'esempio della loro vita, consacrata gloriosamente tutta al servizio della patria. (Approvzioni generali). [...]
TITTONI. Poche volte la parola mesta e solenne del Presidente ha annunciato al Senato perdite così gravi per la patria.
Innanzi alla pleiade di uomini insigni che scompare, torna alla mente il pensiero malinconico di un uomo di Stato il quale vedendo morire in breve spazio di tempo molti contemporanei suoi di grandissimo valore, ebbe ad esclamare: "Sembra quasi che la morte abbia dei momenti nei quali, con speciale cura, vada alla ricerca delle personalità più elette!".
Io mi sentirei tratto a parlare di ciascuno di essi. [...]
Ma per tutti potrei ripetere la frase di Cicerone, il quale assicurava un posto speciale agli Elisi omnibus qui patriam conservarint, adiurerint, auxerint.[...]
DE CUPIS. Onorevoli colleghi. La scomparsa dalla scena del mondo delle più alte e nobili figure della politica italiana, e la luce che per esse si diffonde anche nei bui regni della morte impallidisce e fa scomparire le figure minori. Ma non deve anche ad esse, che in più ristretta e men luminosa sfera ben meritarono della patria, mancare la parola dell'affetto. [...]
SALADINI. [...]
Eppur tuttavia oggi più ancora dolorosa è la nostra commozione per la morte, e la perdita di cittadini così preclari, di colleghi così illustri e gloriosi, come ci ha ricordato con commossa parola il nostro illustre Presidente.
Perché noi, dinanzi alla morte e alla perdita di questi illustri cittadini sentiamo tanto dolore?
Perché in essi, con l'uomo scompare dalla vita del paese un simbolo che era decoro, orgoglio e presidio nostro; si allontana dal paese una luce che aveva cominciato a splendere nei primordi dell'italico risorgimento, e fino a questi ultimi giorni aveva continuato serena, fulgida, a scorgere, illuminare, le vie più rette e sicure per raggiungere l'agognata meta di una completa grandezza nazionale.
E sentiamo che la patria in questo momento, colpita da gravi preoccupazioni, poteva da tali uomini, come ben disse il presidente del Consiglio testé, avere ancora preziosi consigli.
Ma ci conforti il pensiero che le loro memorie ci saranno tutelari, ci conforti il pensiero che i nostri reggitori attuali onorano, custodiscono quelle memorie e ne saranno degni illustratori, continuando, completando, con non minore senno, con non minore patriottismo, l'opera di quei grandi. [...]
FRASCARA. Alle nobili parole pronunziate dal nostro illustre Presidente, in memoria del compianto senatore Carlo Borgatta, mio carissimo amico, consentite che io aggiunga l'espressione del mio cordoglio, condiviso da tutta la Provincia di Alessandria, della quale egli fu per lunghi anni solerte ed espertissimo amministratore. Carlo Borgatta dedicò molta parte della sua intelligente attività ai pubblici interessi e per la rettitudine del carattere, per la vita intemerata, per la bontà e la gentilezza dell'animo, seppe conquistarsi la simpatia e la stima dei concittadini e dei colleghi, nei consigli del comune e della provincia, nella Camera dei deputati ed infine in quest'alto consesso, nel quale tutti lo ricordiamo con sincero compianto.
Confido che il nostro illustre Presidente vorrà esprimere le condoglianze del Senato ai congiunti dell'estinto e al Comune di Rocca Grimalda. (Approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,3 dicembre 1914.