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BONIN LONGARE Lelio

12 luglio 1859 - 22 dicembre 1933 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 06 - Gli ambasciatori provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione.
Luigi Federzoni, Presidente

Recenti gravissimi lutti hanno ancora una volta contristato la nostra Assemblea. Ci è mancato un altro dei più insigni, operosi e amati colleghi, è mancato a me, mi si consenta dirlo, uno dei più preziosi ed autorevoli collaboratori in questo ufficio, il nostro caro Lelio Bonin Longare, che onorava il Senato col nome, con l'esperienza, con la cultura, col patriottismo e più ancora con l'esempio costante di una assidua, appassionata ed efficace partecipazione alla vita e all'attività dell'Assemblea.
La scomparsa d'una tal figura d'uomo politico e di gentiluomo lascia veramente un vuoto nel nostro animo non meno che in quest'Aula. Pochi, infatti, possedettero come lui una ricca e sicura conoscenza di tutti i massimi problemi della politica nazionale e internazionale e, insieme, quelle doti di lealtà, di tatto e di finezza cordiale che a un grande diplomatico, a un parlamentare di primo rango, quale egli era, avevano procurato coi consensi dell'estimazione più alta, anche il tributo dell'unanime simpatia.
L'ingegno naturale del conte Bonin Longare, educato nella nativa Vicenza alla scuola di Giacomo Zanella, tempratosi nella consuetudine intima con Fedele Lampertico e Antonio Fogazzaro, aveva presto sviluppato quei caratteri di versatilità, di eleganza e di misura che dovevano imprimersi poi come lineamenti essenziali di una così felice personalità. Da essi era stata determinata la prima vocazione del diplomatico, il quale agli esordi della carriera aveva avuto maestri in Vienna Carlo Felice di Robilant e Costantino Nigra; per quel complesso armonioso di attitudini egli si era potuto brillantemente affermare, benché giovanissimo, come uno dei migliori uomini di Destra, allorché aveva ceduto all'invito dei conterranei accettando il loro mandato alla Camera dei deputati e poco dopo quando, in un'età ritenuta solitamente immatura per cariche di Governo, era stato durante più di due anni attivissimo sottosegretario di Stato agli affari esteri.
Ma Lelio Bonin Longare, con la sua indole schietta, sdegnosa di accomodamenti, incapace di piegarsi alle pesanti e sterili esigenze delle clientele elettorali d'altri tempi, non aveva tardato a ritornare su la via maestra della sua vita, ossia nella carriera diplomatica, in cui era maturato il suo temperamento e si era formata la sua mentalità. Cominciò allora l'ascesa: ministro plenipotenziario a Bruxelles, ambasciatore a Madrid, ambasciatore a Parigi; pochi posti di somma importanza e lunghe permanenze giustificate da seri e concreti successi. Sopra tutto il periodo dell'ambasciata a Parigi; dal 1917 al 1921, consegna il nome di Lelio Bonin Longare alla storia di quegli anni angosciosi e decisivi della guerra e della pace. Dell'opera da lui svolta in quel tempo e di quell'ufficio non credo possa farsi elogio più bello né più veritiero di questo: che egli fu degno di rappresentare allora, là, l'Italia combattente con tutte le sue energie generose, con tutte le sue virtù eroiche di ardimento, di sacrificio e di fede per la vittoria comune. Di fronte a incomprensione e avarizie altrui, oggi troppo dolorosamente documentate, egli difese con dignità e fermezza gli interessi vitali e le idealità supreme della nostra patria.
Delegato italiano all'Assemblea generale della Società delle Nazioni dal 1923 al 1929, rappresentante dell'Italia alla Conferenza economica internazionale di Ginevra, membro apprezzato delle missioni a Washington e a Londra per la sistemazione dei nostri debiti di guerra, Lelio Bonin Longare aveva messo volentieri la sua autorità e la sua competenza in materia di questioni internazionali al servigio del Governo fascista. Anzi, qui, nel Senato, di cui faceva parte dal 1914, era stato uno dei primi a riconoscere apertamente nel fascismo la forza rinnovatrice delle sorti e dello spirito della nazione e ad assumerne senza riserve con pienezza entusiastica di consentimento, il programma e la disciplina. In quest'Aula e fuori, egli eguagliava i giovani nella calda fedeltà di militante. Nato innanzi che la sua terra fosse riscattata all'indipendenza e all'unità della patria, pensava che l'azione liberatrice di Mussolini fosse, com'è, l'ideale continuazione dell'opera del risorgimento. A tali sensi Lelio Bonin Longare inspirò sempre qui dentro la sua parola, ornata di grazie classiche e pur chiaramente aderente a un rigore logico e realistico esemplare; perché egli era oratore eletto, sì com'era scrittore arguto e delicato, di buona razza veneta, il quale aveva dettato pagine autobiografiche avvivate da un così penetrante e piacevole spirito di osservazione, che - sebbene siano rimaste, purtroppo, frammentarie - gli hanno assicurato un posto eminente anche nella letteratura memorialistica contemporanea. Ma più che a quelle pagine, il nome di Lelio Bonin Longare resta affidato alle tracce durevoli che tanta alacre sapienza ha lasciato nel campo dell'azione diplomatica e parlamentare; resta, per noi, incancellabilmente stampato nei nostri cuori, col ricordo della bontà, dell'intelligenza, della fervida devozione ad ogni più nobile causa, che ci fecero amare e ci faranno lungamente rimpiangere il nostro Bonin.
MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. È con profondo orgoglio che il Governo si associa alle parole commemorative pronunciate dal Presidente della vostra Assemblea.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 3 gennaio 1934.