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BONELLI Cesare

03 gennaio 1821 - 01 ottobre 1904 Nominato il 20 novembre 1878 per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori senatori! Duolmi dover cominciare il mio ufficio dalle dolenti note.Ma pur troppo è ben raro che durante un periodo, anche non lungo, d'interruzione dei nostri lavori, non si abbiano a deplorare perdite dei nostri colleghi. [...]
Il generale Cesare Bonelli, nato a Torino il 3 gennaio 1821, si spense in Orvieto il 1° ottobre di quest'anno.
Tempra di patriota e di soldato, fece le campagne del 1848, del 60 e del 66.
Insignito a Goito della medaglia d'argento al valor militare, gravemente ferito a Gaeta nel 1860, alla difesa di Valeggio guadagnò la nomina ad ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.
Ministro della guerra col Cairoli dal 1878 al 1880, reggendo anche nel 1878 il Ministero della marina, fu fatto senatore nel 1878, quando assunse il Ministero.
Amante sincero della patria e del Re, militare prode, disciplinato e modesto, estraneo ai partiti, non conoscendo che l'adempimento esatto e volenteroso del proprio dovere, Cesare Bonelli è uno di quegli uomini, di cui si può dire: "ecco il vero patriota".
Ed è come tale che lo rimpiange il Senato. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo al dolore del Senato per le perdite gravissime che ha subito durante questo periodo di chiusura dei suoi lavori.
Quando si pensa al tesoro di patriottismo, di sapienza e di valore che il paese ed il Senato hanno perduto con la scomparsa di questi uomini non si può fare a meno di essere compresi da un senso di profonda mestizia.
Io auguro che la nuova generazione possa darci uomini che per patriottismo, per valore e sapienza possano equivalere a quelli dei quali oggi piangiamo la perdita. (Bene). [...]
MIRABELLO, ministro della marina. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
MIRABELLO, ministro della marina. Mi consenta il Senato che io, per incarico del mio collega il ministro della guerra, il quale ha dovuto, suo malgrado, assentarsi in questo momento, aggiunga alcune frasi di commemorazione alle elettissime dette dal nostro illustre Presidente, in onore del generale Bonelli, Avogadro di Colobiano e Ottolenghi, dei quali tutti rimpiangiamo la perdita. Il generale Cesare Bonelli, nato a Torino in quel memorabile anno 1821, quando l'Italia da quel sepolcro nel quale i trattati del 1815 parevano averla confinata, incominciava a dare nuovi vigorosi sussulti, ad attestare che morta non era, il generale Cesare Bonelli fu tra coloro che tutta poterono dare l'opera loro, di valoroso soldato alla causa del risorgimento nazionale. Dal 1848 al 1870 egli si trovò tra i combattenti e volle, distinto ufficiale d'artiglieria, trovarvisi sempre, dappoiché se anche per superiore designazione, come nel 1860 e già nel 1848, non fu eletto a far parte delle truppe destinate ad entrare in campagna, tanto seppe disciplinatamente instare da vincere quella che per lui anelante alla battaglia, pareva avversa sorte, cosicché poté procacciarsi l'onore, come egli stesso più tardi ebbe a scrivere ad un ministro della guerra, di essere colpito nell'una e nell'altra delle menzionate campagne dal nemico proiettile. E a Goito nel 1848, e a Gaeta nel febbraio 1861 la medaglia d'argento al valore militare, veniva a fregiare il suo petto di valoroso. Ma altra maggior ricompensa, la croce dell'Ordine militare di Savoja, solo un mese più tardi egli sapeva ancora meritarsi all'assedio di Messina. Dove però il nome del Bonelli, allora colonnello comandate l'artiglieri del 1° primo corpo d'Armata, sorse chiara, così che alta ne volò la fama, fu nella battaglia del 24 giugno 1866 nella fatale giornata di Custoza.
Voi tutti, o signori, ricordate il brillante episodio. La ritirata dolorosa oltre il Mincio era da alcune ore iniziata, i ponti di Valeggio erano scoperti eppure altre numerose truppe dovevano passare, ed il nemico incalzava da Montebello.
Con mirabile intelligenza e sangue freddo, con le sue sole batterie, con grave rischio di tutto perdere, il Bonelli si pianta sull'altura del varco di Valeggio e tiene saldo; e ad un generale che poco dopo si dice l'esortasse a smettere, per evitare un inutile sacrificio, è fama che egli rispondesse risentito.
Pure così vogliono le sorti dei terribili ludi di guerra.
Certo è che quel giorno il colonnello Bonelli spiegò non soltanto molto coraggio, ma anche l'intuito di uomo di guerra. E tale era in vero.
Molti anni dopo, già settantenne, e sul punto di essere collocato a riposo, domandava come ultima istanza al Ministero che, se l'esercito fosse ancora richiamato in campo, non lo si dimenticasse. Lui che contava quasi 50 anni di servizio, e 5 campagne di guerra, avrebbe voluto trovarsi ancora una volta di fronte al nemico.
Il generale Bonelli fu assunto a diversi importanti comandi di divisione e di corpo di Armata, fu anche, l'ho ricordato, per due volte, ma per breve tempo ministro, nel 1879 e nel 1880, e per la prima assunzione al grave onore del portafoglio divenne vostro collega in questo alto consesso, e voi lo onoraste, come sempre l'onorò l'esercito fino agli ultimi suoi giorni, della vostra stima.
Quel glorioso benemerito soldato delle patrie battaglie, ebbe per sua caratteristica, la modestia, pregevolissima dote, mentre aveva reso segnalati servigi alla patria; e forse questa troppa modestia che taluni avranno giudicato come non sufficiente coscienza di sé, e del proprio valore, fu quella che gli nocque come uomo politico, sebbene più gli nocque il troppo breve tempo che le vicende parlamentari a lui concessero.
Eppure sapete come di lui diceva il generale Pianell, che degli uomini era esperto e fino apprezzatore e che molto bene lo conobbe?" Modesto, troppo modesto nei momenti ordinari della vita, egli riprende però ogni energia e mostra tutto il suo valore di fronte alle cose gravi ed ai pericoli. Allora diventa pronto, sicuro e risoluto".
E tale brillantemente era stato per sicuro il Bonelli nel triste pomeriggio del 24 giugno 1866 là sulle alture di Valeggio, in mezzo al non inefficace fulminare delle sue batterie. Onore alla memoria del prode soldato, che poche settimane or sono si è spento nella vicina Viterbo. Per incarico del ministro della guerra, e in nome dell'esercito, io mi associo al lutto del Senato.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 3 dicembre 1904.