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BONCOMPAGNI LUDOVISI OTTOBONI Marco

21 settembre 1832 - 29 marzo 1909 Nominato il 09 novembre 1872 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Tace appena il nostro pianto sulle tombe dei colleghi avanti ieri commemorati, che di altre lagrime abbiamo nuova funesta cagione. Quantunque la fine del senatore Boncompagni-Ludovisi-Ottoboni facesse paventarsi dalla penosa, insanabile malattia, l'annuncio della sua morte di ieri ci ha costernati; e non minore del lutto, che or veste la romana aristocrazia, è quello del Senato; comune al patriziato ed a noi l'amaro compianto.
D'una delle cospicue famiglie di pontificia origine, il defunto collega nostro aveva redato il principato, il ducato e la contea. Con tutto ciò il giovane Marco Ottoboni, sotto la dominazione pontificia, fu di quelli, fra i romani patrizi, che, sentendo italicamente, anelavano a libertà. La sera del 19 settembre 1870, penetrato in Roma che all'indomani le truppe italiane sarebbero all'attacco, ne gioì con gli amici del Circolo a san Carlo. Roma occupata dalle armi liberatrici, ed assisa con il serto di capitale, il duca di Fiano coadiuvò il nuovo ordine di cose, caldo di devozione al Re, ed alla Real Casa, gentiluomo d'onore della principessa, che divenne Regina.
Prese parte alle amministrazioni cittadine: non solo appassionato dei pubblici spettacoli nella deputazione comunale, e nella società delle corse presidente, ma dedito con amore ed abnegazione alla beneficenza in vari istituti, specialmente nella Società degli asili d'infanzia. Della Consulta araldica vicepresidente, era in essa presidente del Comitato romano.
Fatto senatore il 9 novembre 1872, era degli assidui alle sedute ed agli uffici. Segno della stima del Senato gli fu l'elezione a segretario della Presidenza nella 2ª sessione della XII legislatura; e la presidenza, che il voto de' colleghi ripetutamente gli conferì, della Commissione di contabilità interna. E pur ieri il nome del senatore Boncompagni-Ottoboni raccoglieva i voti di membro di detta Commissione, quando spirava.
Il nostro affetto lo seguirà nell'ultima dimora. (Bene).
Avverto che i funerali avranno luogo domattina alle nove e mezzo. Estraggo a sorte i nomi dei senatori, che con la Presidenza, rappresenteranno il Senato alle funebri esequie. Risultano sorteggiati i nomi dei senatori Cefaly, Massarucci, Di Carpegna, Colonna Prospero, Astengo, Fabrizi e Borgatta.
CASANA, ministro della guerra.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
CASANA, ministro della guerra.Il Governo, per mio mezzo, si associa alle parole elevate con le quali il nostro Presidente ricordò la nobile esistenza del senatore duca di Fiano.
Il pensiero mio personale poi si rivolge particolarmente ad un altro nostro collega, che è stato profondamente colpito in un affetto profondo ed intimo della sua famiglia. (Bene).
DI CARPEGNA. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
DI CARPEGNA. Permetta il Senato che io per pochi minuti ricordi il nostro egregio collega e mio carissimo amico senatore Boncompagni-Ottoboni.
Ci trovammo d'accordo per la sottoscrizione per l'offerta di una spada di onore per l'imperatore Napoleone III ed al Re Vittorio Emanuele, ciò che in quell'epoca costituiva un grave delitto, ci ritrovammo pure d'accordo nel 1868 a Firenze, quando S.M. il Re Umberto sposò la principessa Margherita, divenuta poi nostra Regina, ed ora nostra augusta Regina madre, a presentare gli omaggi ai nuovi sposi, futuri reali d'Italia.
Allora noi eravamo pochi, ci contavamo, ma ci conoscevamo molto bene, ed era quindi naturale che dopo il 20 settembre, noi ci ritrovassimo insieme un'altra volta.
Vada dunque questo mesto ricordo al caro e vecchio amico, al patriota esimio, anteriore alla vigilia.
Noi tramontiamo, onorevoli colleghi, ma è con orgoglio che possiamo dire che la nostra generazione seppe fare il suo dovere. La nostra vecchiaia è serena, è lieta di averlo compiuto ed è perciò che il ricordo di quelli che spariscono, se è per noi un dolore, è anche di soddisfazione nel senso che abbiamo la convinzione che tutti coloro che spariscono compirono il loro dovere verso il paese.
Il Boncompagni-Ottoboni aveva una rettitudine di intendimenti meravigliosa, una signorilità di modi, che lo rendeva un tipo di quel vecchio stampo di cui, disgraziatamente, a me sembra si sia perduta la forma.
Permettete dunque, egregi colleghi, che io, come vecchio suo amico, mandi a lui l'ultimo saluto, saluto reverente e doloroso, ed invii ancora alla sua famiglia, con rimpianto mio, il rimpianto vostro, perché credo con ciò di interpretare il pensiero unanime del Senato. (Approvazioni vivissime e generali).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 marzo 1909.