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BONAZZI Lorenzo

18 febbraio 1848 - 22 novembre 1925 Nominato il 23 febbraio 1917 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione.
Vittorio Zupelli, Vicepresidente

Onorevoli colleghi. La morte inesorabile altri amati colleghi ci ha strappato nel breve intervallo delle nostre sedute.
Il 22 novembre mancò in Roma il generale di corpo d'Armata Lorenzo Bonazzi. Nato a Pescia il 18 febbraio 1848, giovanile entusiasmo lo spinse alla carriera delle armi e nello stesso tempo amore di studi gli fece prescegliere la arma dotta, il Genio: sedicenne appena, entrò all'Accademia militare di Torino che accoglieva da pochi anni gli allievi provenienti da tutte le regioni della nuova Italia.
A 18 anni, nel 1866, entrò sottotenente nell'esercito, cui doveva appartenere fino può dirsi alla sua morte per quasi dodici lustri, tutti trascorsi nell'arma del genio. Fu in Torino professore titolare di fortificazioni alla scuola d'applicazione d'artiglieria e genio: fu in seguito direttore del genio pel servizio della Regia marina a Taranto, e Capo dell'Ufficio tecnico del comando del Corpo di Stato maggiore: promosso maggior generale fu inviato comandante del genio prima a Spezia, poi a Verona; fu quindi ispettore delle costruzioni del genio, poi tenente generale ispettore generale del genio. Nelle cariche successivamente occupate egli ebbe così modo di contribuire non lievemente alla sagace preparazione della nostra difesa; fu pure incaricato di studi e missioni varie anche non strettamente militari. Il 31 agosto 1914, compiendo egli i 50 anni di servizio, ebbe la grande medaglia mauriziana al merito militare dei dieci lustri. Ma il maggior premio alle sue nobili lunghe fatiche doveva egli conseguire durante la guerra, in cui gli venne affidato fin dall'inizio il comando generale del genio, che tenne con perizia e attività somme fino all'ottobre 1917; quando, pei limiti di età, fu collocato in posizione ausiliaria. Nessun migliore elogio gli potrei fare che riferendo la motivazione del decreto 25 ottobre 1917, con cui l'Augusto Sovrano volle decorarlo della croce di commendatore nell'ordine militare di Savoia: "Ispettore generale del genio prima della guerra, sviluppò opera di preparazione molto attiva e proficua. Comandante generale del genio dal principio della campagna, fu apprezzato consulente tecnico del comando supremo, esercitò opera di efficace coordinamento delle mirabili energie di quest'Arma e tenne con mano ferma e singolare acutezza di giudizio il governo del personale di essa, spiegò in ogni circostanza indefessa operosità, esempio a tutti del più nobile ed elevato sentimento del dovere".
Anche dopo il suo collocamento in posizione ausiliaria, ebbe a dare in varie occasioni la opera sua all'esercito. Può dirsi davvero che tutta la sua lunga vita egli trascorse in servizio dell'esercito.
Il 23 febbraio 1917, a riconoscimento sovrattutto delle sue benemerenze belliche, era entrato nella nostra Assemblea e vi fu esempio di attività e assiduità veramente singolari: fu relatore d'importanti disegni di legge e fu anche eletto dal Senato a far parte del Consiglio superiore aeronautico.
La sua figura arguta e bonaria, che rivelava una modestia pari al grande valore, lo aveva reso a noi tutti assai caro e la sua memoria resterà a lungo nei nostri cuori e sopra tutto a coloro fra noi, ed io fra essi, che ebbero la fortuna di amarlo come maestro e superiore amato e venerato.
Inchiniamoci commossi e reverenti sulla sua tomba ed esprimiamo alla desolata sua famiglia il nostro sincero cordoglio. (Benissimo).
[...]
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Mi associo in nome del Governo alle commemorazioni dei senatori [...].

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,8 dicembre 1925.