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BLANC Alberto

10 novembre 1835 - 31 maggio 1904 Nominato il 21 novembre 1892 per la categoria 06 - Gli ambasciatori provenienza Estero

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione.
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! Ancora un lutto per il Senato, con poca sicurezza del domani.
Nel dì 31 maggio, colpito da morbo improvviso, morì in Torino, mentre era diretto a Chambéry, dov'era nato nel 1835, il barone Alberto Blanc, nostro collega dal 21 novembre 1892.
Il barone Blanc, laureato in giurisprudenza nell'Università di Torino, nell'età di poco più di 21 anni, entrò di lì a poco a far parte dell'Amministrazione centrale per gli affari esteri, allora quando i destini della patria erano affidati all'alta mente di Camillo Cavour. Il quale non tardò a riconoscere ed apprezzare le brillanti qualità dell'ingegno del giovane Blanc, cosicché fino dal febbraio 1860 lo giudicò degno di compiere una importante missione a Parigi; ed in premio dei servizi resi lo chiamò nello stesso anno a coprire il posto di segretario soprannumerario nel Ministero degli affari esteri, che doveva fargli strada per salire, ancora in giovane età, ai più alti gradi della carriera diplomatica, dopo avere optato per la cittadinanza italiana, e particolarmente torinese.
Di fatti nel 1869, cioè nell'età di soli 33 anni compiuti, egli vestiva già la qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario, che tenne a Madrid due volte, a Bruxelles, Washington e Monaco, fino a che nel 1886 ottenne le credenziali di ambasciatore presso la corte di Costantinopoli, pure chiamato più volte nell'intervallo a reggere temporaneamente l'ufficio di segretario generale nel Ministero. Fu soltanto il 2 ottobre 1891 che gli fu concesso il riposo, dopo un servizio onorato, non mai interrotto, di 31 anni, nobilmente spesi per la grandezza della patria.
Giustizia vuole ancora che si sappia, che nell'esercizio delle sue funzioni, ed in tempi tanto difficili, il barone Blanc ebbe giusta e meritata fama di sapiente ed accorto diplomatico, non ismentita mai, specialmente nell'adempimento di parecchie, delicatissime missioni che gli vennero affidate dal Governo, dentro e fuori d'Italia.
Laonde nel 1893 Francesco Crispi lo chiamò a far parte del gabinetto, nella qualità di ministro degli affari esteri, che lasciò nel 1896, dopo il disastro africano. Dal quale giorno parve aver dimenticato, o forse per motivi di salute si vide costretto a dimenticare, che nella vita pubblica vi hanno doveri che anche nella tarda età sopravvivono all'ufficio. Voglio dire che si ritrasse a vita privata.
In questo Senato, il barone Blanc rade volte fece intendere la sua voce, fuorché dal banco dei ministri, sul quale sedeva ancor io, e non mi attenterò pertanto di esprimere alcun giudizio intorno all'opera sua, che potesse avere sembianza di parzialità o fosse per sembrare almeno precoce. Forse il tempo aiuterà a mettere più ampiamente in luce le benemerenze, ed i concetti illuminati di governo che inspirarono in ogni tempo la linea di condotta politica di questo valent'uomo, ed altri ne potrà discorrere più degnamente. Ma non è mestieri dire di più di Alberto Blanc, perché noi dobbiamo ricordare, con affetto e con singolare compiacenza dell'animo, che, s'egli è vero che la salma dell'ottimo collega riposa in terra straniera, è pur vero che esso fu e si mantenne italiano di cuore; e coi servizi resi alla sua patria di adozione, ha bene meritato che noi, colleghi suoi, rivolgiamo alla memoria di Alberto Blanc un'ultima parola di affettuoso rimpianto. (Vivissime approvazioni).
TITTONI T., ministro degli affari esteri.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TITTONI T., ministro degli affari esteri.A nome del Governo, mi associo alla commemorazione fatta dall'illustre signor Presidente per la perdita dell'egregio uomo che spese tanti anni della sua vita al servizio del paese e della diplomazia italiana, e che, come ministro del Re, ebbe una parte notevolissima nella storia politica del nostro paese. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 giugno 1904.