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BIANCHI Giulio

24 maggio 1840 - 05 dicembre 1898 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione.
Giuseppe Saracco, Presidente

Sono dolente di dovere iniziare i nostri lavori con una dolorosa notizia.
Nelle ore pomeridiane del giorno cinque del corrente mese si spegneva in questa Roma una virtuosa e nobile esistenza, altrettanto operosa, quanto modesta e coscienziosa, sì che l'avresti chiamata quasi meticolosa. Giulio Bianchi, nato ad Inzago nel 1840, dottore in legge, deputato al Parlamento per Gallarate nella XIV legislatura, eletto quindi a scrutinio di lista nel 2° collegio di Milano nelle tre legislature successive, collega nostro dall'ottobre 1892, moriva improvvisamente, mentre si disponeva a fare ritorno, nella stessa sera, alla sua diletta Milano.
Di Giulio Bianchi, deputato per oltre dodici anni, basti dire che si mantenne costantemente all'altezza del nobilissimo ufficio; e se il nome di lui non andò celebrato fra le genti, perché la virtù vera si compiace nel silenzio, ed abborre [sic.] dal rumore, gli atti della Camera elettiva rimangono a fare testimonianza della operosità e dell'altezza di mente, con la quale volle e seppe corrispondere alla fiducia, non mai smentita, de' suoi compaesani che lo avevano chiamato a sedere fra i rappresentanti della nazione. Un'ultima prova, quando rivestiva ancora la qualità di deputato, dell'affetto e della devozione che portava alla patria, egli la diede allorquando nel 1891, chiamato a far parte della Commissione reale per i provvedimenti disciplinari amministrativi nella colonia Eritrea, andò e rimase lungamente in quella terra maledetta, per compiere l'arduo e delicato ufficio che gli avevano affidato, onde ritornò in patria, lagnandosi cogli amici, di avere, durante la sua permanenza in quei luoghi, contratti i germi del male, che doveva condurlo al sepolcro.
Certo le condizioni della salute non permisero al nostro Bianchi di prendere larga parte, come avrebbe desiderato, ai lavori del Senato. Pure, nella scorsa estate parlò da valent'uomo in quest'Aula, sul tema dei manicomi, e di questi giorni intendeva col solito zelo allo studio di un grave argomento, che doveva essere discusso nel prossimo lunedì nell'Ufficio centrale del Senato, al quale egli apparteneva. Ed intanto nella sua qualità di membro di una commissione creata dal Governo, si applicava particolarmente allo studio dei grandi problemi, che presenta la materia dei brefotrofi.
Ma gli è nella vita locale, che l'egregio uomo si mostrò principalmente operoso, e rese al paese, che era la terra della sua affezione, servigi, che giustamente si possono chiamare incomparabili, poiché il Bianchi non sapeva vivere nell'ozio ed i suoi concittadini andavano a gara nell'affidargli la cura dei loro maggiori interessi. Consigliere e deputato provinciale di Milano, era presidente del Collegio Reale delle fanciulle e dell'Istituto sordo-muti, e fra altri uffici nei quali era solito portare tutta la sua attività, teneva quelli di membro del Consiglio di amministrazione del Consorzio degli istituti scientifici superiori, e della Società di esplorazione commerciale affricana [sic.]; talché non è da meravigliare, che colà specialmente dove il Bianchi lasciò largo desiderio di sé e delle opere con tanta lode compiute, la notizia della sua morte abbia svegliato il vivo rimpianto di una intera popolazione, testimone del grande amore e dello zelo ammirevole che soleva spiegare nel quotidiano adempimento dei numerosi incarichi, dei quali andava debitore all'unanime volere de' suoi concittadini.
Ma non è men vivo il dolore che la perdita di quest'uomo, riverito ed amato da quanti lo conobbero, per la qualità dell'ingegno e del cuore, ha dovuto destare in questo Senato, dove godeva la stima e le maggiori simpatie di tutti i colleghi, in considerazione eziandio di una non affettata signorilità di modi che rispecchiava mirabilmente la gentilezza di un'anima intemerata. Ora egli non è più, ma rimarrà lungamente memoria delle sue virtù e dei servizi che Giulio Bianchi ha reso alla patria che gli serba la dovuta riconoscenza. (Vivissime approvazioni).
PELLOUX, presidente del Consiglio.Chiede di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLOUX, presidente del Consiglio.A nome del Governo, mi associo alle parole di vivo rimpianto che ha testé pronunciato il nostro Presidente per la perdita del collega che così immaturamente fu rapito all'affetto e alle simpatie di tutti noi.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,9 dicembre 1898.