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BETTI Enrico

21 ottobre 1823 - 11 agosto 1892 Nominato il 26 novembre 1884 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina e per la categoria 19 - I membri ordinari del Consiglio superiore di istruzione pubblica dopo sette anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! [...]
Di sessantanove anni non ancora compiuti, il 12 di agosto, si spense nella sua villa di Soiana vicino a Pisa, il professore Enrico Betti.
Senatore dal 26 novembre 1884 aveva appartenuto per tre legislature (VIII, IX e XII) all'altro ramo del Parlamento quale rappresentante della nativa Pistoia e retto per circa due anni (1874-76) il segretariato generale della Pubblica istruzione. Uomo purissimo e di ferma fede, cuore d'oro e fra la rappresentanza nazionale e nell'alto ufficio esplicò l'animo nobile, l'altissimo intelletto: affetto vivace di amici, stima incontestata di avversari lo salvarono dalle asprezze che sono il guiderdone usuale della vita politica. Ma alla parte che egli vi ebbe, ai titoli dell'antico patriottismo, provato in mezzo ai liberali della Toscana, con essi avviando alle liberali franchigie, combattendo con essi nel forte manipolo, sacro alla scienza e alla patria, del cui prezioso sangue rosseggiò il piano di Curtatone, fa riscontro ben altro, ben maggiore merito in faccia all'Italia ed alla scienza. Luminare di questa, a lui la patria deve una pleiade di valorosi matematici, a lui la fama con che l'insegnamento sublime ed i dotti volumi esaltarono col suo, il nome italiano. Insegnamento, che incominciato nei licei di Pistoia e di Firenze, proseguito nell'Università pisana, durato per circa quarantatré anni, poggiando dalla matematica elementare all'algebra superiore, all'analisi e geometria superiore, alla fisica matematica, all'astronomia e meccanica celeste, scrutò e svolse le parti più astruse della scienza pura. Celeberrimo insegnante della quale, di affetto schietto ripagato dai concittadini, di figliale devozione dai discepoli, morì tutti nel lutto abbandonando. Ne furono testimoni la sepoltura fra i gloriosi avelli del cimitero urbano per decreto del Comune, le parole ed il rammarico con che discepoli, amici concittadini, ve lo accompagnarono.
Ultimo, in ordine di tempo, ma non meno degli altri caldo il nostro addio alla memoria di Enrico Betti, il sapiente, che fu decoro del Senato, vanto della scienza italiana. (Assai bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 novembre 1892.