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BESOZZI Giuseppe

06 giugno 1837 - 04 giugno 1907 Nominato il 21 novembre 1901 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori senatori! Un'altra grave e dolorosa perdita, a breve distanza dalle precedenti, ha fatto il Senato nella persona del generale Besozzi, nato da antica e distintissima famiglia il 6 giugno 1837 a Milano, e spentosi ivi nel pomeriggio di ieri.
Cominciò la sua splendida carriera militare il 9 agosto 1856 come sottotenente nel 17° reggimento fanteria; e bentosto si distinse in modo singolare nella guerra del 1859. A San Martino, ferito abbastanza gravemente al collo ed alla spalla sinistra, continuò nondimeno a combattere; né consentì che lo medicassero se non quando, mutata la linea, più non era esposto al fuoco nemico. Fu decorato per ciò della medaglia al valor militare e della croce di Savoia.
Tenente nel 1859, capitano nel 1861, fu aiutante maggiore in 1° nel suo reggimento. L'attività, l'abnegazione e il sapiente ardimento spiegato nella repressione del brigantaggio, mercé le quali doti poté giungere alla dispersione della banda Romeo ed alla fucilazione del suo capo, gli valsero un'altra medaglia.
Né meno si distinse nella campagna del 1866.
Promosso maggiore nel 1° reggimento, rientrò nel Corpo di Stato maggiore, dov'era già prima stato trasferito. Tenente colonnello nel 1876, colonnello nel 1879, dopo aver comandato il 75° fanteria, fu capo di Stato maggiore del corpo d'Armata di Verona. Maggior generale nel 1887, comandò la brigata Reggio; e, fatto tenente generale nel 1892, comandò dapprima la divisione di Cuneo, quindi il I e poi il IX corpo d'Armata.
Collocato in posizione ausiliaria pei limiti di età nel giugno 1905, in considerazione delle speciali sue benemerenze verso la patria durante l'intero corso di una vita operosissima, venne da S.M. il Re insignito del titolo di conte.
Nel congedarsi dalle sue truppe, egli rivolse loro, fra le altre, queste nobilissime parole: “Iniziai la mia carriera nella forte Torino, là dove si prepararono i destini della patria, là dove l'amata nostra dinastia con fierezza tenne alto il vessillo italiano, sensibile al grido di dolore dell'oppressa gente; e con animo lieto la chiudo nella terza Roma, serbando la stessa fede, la stessa poesia di quei fortunati giorni che segnarono l'alba del risorgimento italiano”.
Bella e nobile figura di soldato e di patriota!
Nominato senatore il 21 novembre 1901, fino a che stette a Roma fu assiduo al Senato, e lavorò, con la speciale sua competenza e col consueto suo zelo, in parecchie commissioni relative a cose militari.
Di animo benevolo, mite, benefico, di modi affettuosamente cortesi, egli era carissimo e simpatico a tutti: né sarà certamente così presto cancellata l'impressione di vivo rammarico e di cordiale rimpianto che la dipartita dell'onorevole Giuseppe Besozzi ha prodotto nell'esercito, nel Senato e nel paese.
È dal più vivo del cuore che mandiamo a te, valoroso e gentile, il mesto e profondamente affettuoso nostro saluto. (Vive approvazioni).
VIGANÒ, ministro della guerra.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
VIGANÒ, ministro della guerra.A nome del Governo, mi associo alla bella commemorazione al generale Besozzi, pronunciata or ora dall'illustre nostro Presidente.
Io parlo, onorevoli colleghi con l'animo affranto dal dolore, perché fra il generale Besozzi e me esisteva un'antica amicizia: c'era vincolo di affettuosi sensi, costituito, da parte sua, da una benevolenza per me, che direi paterna, benevolenza contraccambiata da parte mia da una devota e affettuosa ammirazione. E siccome l'affezione che io avevo per il generale Besozzi era comune a quanti ufficiali lo conobbero, così io sono sicuro che rimarrà nell'esercito a lungo il ricordo delle belle doti del suo animo e delle sue grandi virtù militari. (Vive approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 giugno 1907.