BESANA Alessandro
25 novembre 1814 - 05 agosto 1897 Nominato il 13 marzo 1864 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza LombardiaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Andrea Guarneri, Vicepresidente
L'egregio vicepresidente Cremona nonostante una leggiera indisposizione che lo travaglia, ha avuto il pensiero di redigere lui stesso le necrologie dei colleghi, che mancarono ai vivi nelle decorse vacanze.
Prego uno degli onorevoli nostri segretari di avere la cortesia di leggerle; intanto propongo, e credo che il Senato vorrà associarsi a questa mia proposta, di inviare i nostri ringraziamenti all'egregio vicepresidente Cremona per la cortesia da lui addimostrata redigendo queste commemorazioni (Bene).
Il senatore, segretario, CHIALA legge:.
PRESIDENTE. Signori senatori! Nelle ore mattutine del 5 agosto u.s. moriva improvvisamente nella sua villa di Castelnuovo-Erba (Como) all'età di 83 anni il senatore Alessandro Besana.
Era nato il 25 novembre 1814 in Milano da famiglia ricca e di molta riputazione. Cresciuto in ambiente liberale e patriottico, appartenne sino dalla gioventù alla schiera, sempre crescente di numero, di coloro che avevano in cima ai loro pensieri la cacciata dello straniero. Nel 1848 fu tra i primi volontari che inseguirono gli austriaci fuggenti da Milano dopo le memorabili giornate di marzo; e si trovò col valoroso capitano Simonetta alla prova del fuoco sotto le mura di Peschiera. Negli anni che corsero poi sino al 1859, si mantenne sempre fedele all'ideale dei patrioti: la redenzione d'Italia.
Appena liberata la Lombardia, il collegio di Cantù lo elesse a suo rappresentante in Parlamento.
Poco appresso, cioè nel marzo 1864 fu elevato alla dignità di senatore. Intervenne alle adunanze del Senato, sino a che glielo permise la salute divenuta poi malferma. Operoso ed intelligente nell'attendere all'agricoltura, ne promosse ed attuò i progressi, ed ebbe a cuore non solo gli interessi dei proprietari, ma ben anche quelli dei contadini, i quali lo ricambiarono sempre con affetto e gratitudine.
In tutta la sua vita adempì ai doveri di cittadino con somma modestia e senza menarne vanto. Perciò egli morì forse ignorato dai più, non però da quelli che vissero nella sua intimità o a lui vicini e furono testimoni delle sue virtù. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, del 30 novembre 1897.