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BERNARDI Paolo

19 giugno 1856 - 03 luglio 1922 Nominato il 06 ottobre 1919 per la categoria 08 - I primi presidenti e presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi! Con vivo dolore compio il dovere di annunziarvi un grave lutto che ha colpito il Senato.
Dopo breve crisi si è spento ieri in Roma, immaturamente, un nostro autorevole collega, il senatore Paolo Bernardi, presidente della Corte dei conti.
Nato a Venezia il 19 giugno 1856, nella città nativa compì i primi studi, che poi completò a Roma, formandosi una solida cultura nelle discipline amministrative e contabili. Entrò giovanissimo nell'Amministrazione dello Stato e, dopo breve permanenza nella prefettura e nell'intendenza di finanza di Venezia, nel 1882 iniziò a Roma, nel Ministero dei lavori pubblici, la carriera di ragioneria. E la percorse tutta, dai più modesti ai più alti gradi, cui la sua profonda competenza tecnica lo fecero ben presto chiamare.
Nel 1905 fu nominato direttore capo di ragioneria dell'istesso Ministero dei lavori pubblici e, poco dopo la promozione ad ispettore generale di ragioneria presso il Ministero del tesoro, nel 1907 veniva nominato ragioniere generale dello Stato. Tale alta carica egli tenne per oltre dodici anni svolgendo opera davvero preziosa.
Profondo conoscitore della struttura e delle condizioni del bilancio dello Stato, egli ebbe una sicura visione delle esigenze dell'importante ufficio, e ad esso seppe dare un serio indirizzo ed una salda ed efficace organizzazione.
Nell'agosto del 1919, in considerazione della opera da lui esplicata, veniva chiamato all'altissima carica di Presidente della Corte dei conti e, poco dopo, il 6 ottobre successivo, era nominato senatore.
Ai nostri lavori fu assiduo, ma non poté prendervi parte attiva, poiché le cure dell'ufficio lo assorbivano completamente.
Paolo Bernardi fu un funzionario di vecchio stampo, di infaticabile attività, sempre ligio ai doveri di ufficio, giustamente severo con i suoi dipendenti, come lo era con se stesso, mentre allo spirito di disciplina accoppiava una grande bontà d'animo.
Noi ci inchiniamo reverenti sulla bara ancora dischiusa e mandiamo alla memoria di lui un commosso saluto, mentre esprimiamo alla sua addolorata famiglia, così crudelmente colpita, il nostro vivo cordoglio. (Approvazioni).
FACTA, presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FACTA. L'alta parola del Presidente di questa Assemblea ha tracciata la linea che raccolse la vita del senatore Bernardi, vita fatta di operosità e di lavoro, vita la quale cominciata modestamente, come giustamente osservava il Presidente del Senato, a poco a poco condusse il Bernardi ai più alti gradi della vita pubblica. Noi ricordiamo in lui non soltanto l'uomo che bene meritò del paese, ma al Governo spetta di ricordare in lui il funzionario operoso e modesto, che diede tutta la sua vita al bene della patria. Come ragioniere generale dello Stato portò tutta la elevatezza del suo intelletto, come Presidente della Corte dei conti dominò l'alto istituto con la sua mente sagace e compì opera veramente degna di un uomo che ha sopra ogni suo pensiero il sentimento del dovere. Il Governo, quindi, s'inchina reverente alla sua memoria, e partecipa al dolore che quest'oggi ha colpito il Senato. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 luglio 1922.