senato.it | archivio storico

BAVA BECCARIS Fiorenzo

17 marzo 1831 - 08 aprile 1924 Nominato il 16 giugno 1898 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente

Onorevoli senatori,
il lungo periodo di chiusura dei nostri lavori ha visto purtroppo scomparire le nobili figure di non pochi dei nostri amati colleghi che di questa Assemblea erano decoro e vanto. Ad essi rivolgiamo anzitutto il nostro memore ed accorato pensiero. [...]
L'8 aprile si è spento in Roma, fiaccato da lunga infermità contro cui aveva tenacemente lottato, il più anziano nostro collega per età, il venerando tenente generale Fiorenzo Bava-Beccaris. Nato a Fossano il 17 marzo 1831, di nobile antica famiglia piemontese, che dette guerrieri e negoziatori insigni ai duchi di Savoja ed ai Re di Sardegna, entrò quattordicenne nell'Accademia militare di Torino, conseguendo a 19 anni il grado di sottotenente ed a 21, nel 1852, quello di tenente di artiglieria, e nello stesso anno si distinse nelle operazioni rischiose compiute dalla truppa dopo lo scoppio d'una polveriera in Torino, tanto da guadagnarsi la menzione onorevole. Chiamato ben presto a servir la patria sui campi di battaglia in Crimea prima e poi nelle guerre d'indipendenza, si meritò nel 1860 la medaglia d'argento al valor militare per il fatto di Pozzolengo e nel 1866 la croce di cavaliere dell'ordine militare di Savoja, per l'intelligenza, il coraggio ed il sangue freddo con cui aveva comandato la propria Batteria nella battaglia di Monte Croce il 24 giugno.
Maggior generale nel 1882, fu due anni dopo chiamato ad assumere la carica di direttore generale d'Artiglieria e Genio al Ministero della guerra, e a lui si deve l'adozione della polvere senza fumo, e la conseguente trasformazione di tutti i servizi di munizioni. Tenente generale nel 1887, fu nel 1890 comandante della divisione militare di Roma, nel 1892 comandante del corpo d'Armata di Ancona e nel 1895 di quello di Milano. E a tale comando è legato il più memorabile episodio della sua vita, allorché nel maggio 1898, scoppiata una gravissima insurrezione egli, nominato commissario Regio con pieni poteri, proclamò un ferreo stato d'assedio in Milano e provincia e con pronta intuizione e con severità certo assai dolorosa al suo cuore d'italiano, ma provvidenziale, seppe rapidamente spezzare l'insano tentativo che, se fosse riuscito, avrebbe travolto con sé le istituzioni e la fortuna della nazione. Ed ebbe perciò non solo il plauso del paese e del Governo, e il conferimento da parte di S.M. Re Umberto I della Croce di grande Ufficiale dell'Ordine militare di Savoja, ma anche l'espressione della riconoscenza della città di Milano, manifestata all'unanimità da quel Consiglio comunale.
E poche settimane più tardi, il 16 giugno, veniva nominato senatore. Ai nostri lavori, finché le forze gli valsero, fu assiduissimo: fu membro autorevole d'importanti commissioni e prese sovente la parola ogni volta che si dibattessero questioni interessanti la difesa militare del paese. Né va taciuta la bella fama da lui procacciatasi, attraverso la collaborazione ad importanti riviste, di competentissimo scrittore di cose militari.
Scompare con lui uno dei testimoni ed attori, purtroppo sempre meno numerosi, delle prime lotte per l'indipendenza nazionale e insieme un carattere nobile e austero, una ferrea tempra di soldato, un esemplare cittadino. Inchiniamoci reverenti sulla sua salma ed inviamo l'espressione del nostro vivo rammarico alla famiglia desolata. (Bene).
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro della guerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali Bava Beccaris,
[...]
Io nulla aggiungerò a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere. (Benissimo). [...]
ll generale Bava Beccaris poté dimostrare quanta nobiltà si può portare nell'adempimento di un doloroso dovere, e con quanta dignità si possa poi sopportare l'ingiusto rancore d'una folla fuorviata. (Vivissime approvazioni).
CORBINO ministro dell'economia nazionale. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. A nome del Governo mi associo alle nobili parole pronunciate dal nostro illustre Presidente per la commemorazione dei colleghi. [...]
La semplice enumerazione di questi nomi fa passare davanti ai nostri occhi tutta una nobile successione di attività politiche, amministrative, sociali e scientifiche.
Nell'associarsi al compianto del Senato per la perdita di questi suoi componenti, il Governo si associa anche alla proposta del Presidente perché siano inviate condoglianze alle famiglie degli scomparsi. (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 maggio 1924.