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BARGONI Angelo

26 maggio 1829 - 25 giugno 1901 Nominato il 16 novembre 1876 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Onorevoli colleghi. Anche oggi vi reco un triste annunzio. In questo stesso mattino, Angelo Bargoni, il nostro ben amato e riverito collega è morto in questa Roma, e con esso si è spenta una fra le più belle figure, che dal 1848 in poi, fino alla costituzione del Regno d'Italia, furono e rimasero sempre all'avanguardia del movimento patriottico per il riscatto nazionale.
E valga il vero. Non ancora ventenne, - giacché era nato a Cremona nel maggio del 1829, - Angelo Bargoni prese parte alle campagne del 1848 e '49, e poiché l'infausta giornata di Novara aveva posto fine alle ordinate battaglie, accorse subito a Venezia, indi a Roma, dove si combatteva ancora contro le truppe scese di Francia a rialzare il trono papale. Vissuto poscia nelle sante cospirazioni, il nostro bravo collega fu ancora tra i primi, che nel 1860 seguirono Giuseppe Garibaldi nella gloriosa spedizione di Sicilia, sempre al primo posto nei combattimenti, consigliere di poi e segretario generale nel gabinetto dei prodittatori Depretis e Mordini.
Posate indi a poco le armi, e chiusa coi plebisciti l'era delle cospirazioni, si apriva al Bargoni la vita dell'uomo politico. Entrato nel 1863, per volontà degli elettori di Corleone, a sedere nella Camera dei deputati, l'ardente democratico, che era pure l'uomo di forti studi e di saldi convincimenti, si andò via via accostando a consigli più temperati, che gli persuasero nel 1869 di entrare nel gabinetto Menabrea, come ministro della pubblica istruzione, poi in quello retto dal Depretis nel 1877, quale ministro del tesoro, dopo aver percorso lodevolmente la carriera delle prefetture, nelle principali città del Regno, che gli veniva offerta dal ministro Lanza nel 1871.
Piace soggiungere, che appunto in quel tempo lo stesso ministro Lanza gli affidava, a segno di onore, il gradito incarico di condurre in Italia le ceneri di Ugo Foscolo, che adempiè con religiosa sollecitudine.
Fu nel 1876 che il Bargoni fu elevato alla dignità senatoria, ma poiché uscito dal Ministero gli era parso di accettare la direzione di una grande compagnia, entrò nell'animo dei più, che intendesse ridursi definitivamente a vita privata; quando, scorsi parecchi anni, domandò di rientrare nei pubblici uffizi, e vi rientrò di fatti con la qualità di consigliere di Stato, che gli consentì di prendere larga parte ai lavori del Senato.
Così di questo valent'uomo che piangiamo estinto, si può affermare con sicurezza di giudizio, che nella seconda metà del viver suo, fino alla tarda vecchiaia, si rese egualmente benemerito coi preziosi servizi resi alla patria, siccome dalla prima giovinezza le aveva dato tutto se stesso, perché fosse libera ed indipendente da ogni dominazione straniera.
Rimanga adunque vivo e caro nell'animo dei giovani, come rimarrà nei nostri cuori, il ricordo di questo integro e laborioso patriota. E così Iddio misericordioso, che non gli risparmiò in vita le più dure prove sostenute con ammirabile fortezza di animo, conceda all'amico e collega nostro la pace eterna dei giusti. (Vive e generali approvazioni).
PRESIDENTE. Il ministro della pubblica istruzione ha facoltà di parlare.
NASI, ministro della pubblica istruzione. L'illustre Presidente ha ricordato tutte le benemerenze di una lunga vita, spesa in servizio della patria e della scienza; ha ricordato che il senatore Bargoni fu prima un soldato valoroso, poi un uomo politico di altissimo valore ed un insigne ministro.
Rievocando queste benemerenze, ciascuno di noi sente che la scomparsa di uomini come Bargoni rappresenta veramente un lutto nazionale.
Imperocché, o signori, la morte di Bargoni rappresenta davvero la scomparsa di un grande patriottismo, di una grande luce di intelletto, di una forza del paese!
Il paese pare talvolta di assistervi indifferente od immemore; le nuove generazioni corrono dietro a ideali, diversi da quelli che infiammarono l'anima dei nostri maggiori uomini. Forse, l'averli troppo visti da vicino poté farne meno apprezzare la gloria; ma io credo che l'ammirazione si farà sempre più viva e costante nella coscienza nazionale.
Bargoni, ministro della pubblica istruzione, lasciò alla Minerva orma indelebile del suo altissimo intelletto e del suo grande valore di amministratore, rendendo anche in questo campo segnalati servizi al suo paese.
Epperò io mi onoro, non solo come rappresentante del Governo e come ministro della pubblica istruzione, ma anche come cittadino italiano, di associarmi il tributo di onore e di rimpianto, che testé fu reso dal Presidente a questo glorioso estinto, che lascia così splendido ricordo di benemerenza patriottica e di virtù civile!”. (Vive approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 giugno 1901.