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AVOGADRO DI COLLOBIANO Filiberto

25 maggio 1797 - 05 giugno 1868 Nominato il 03 aprile 1848 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Gabrio Casati, Presidente
Ho il dolore d'annunciare una nuova perdita fatta dal Senato nella persona del conte Filiberto Avogadro di Colobiano [sic].
Dopo di aver fatto buoni studi nell'Università di Torino, il conte di Colobiano intraprese la carriera delle armi; ma dopo pochi anni, chiamato dal Re Carlo Felice alla Corte, e creato primo Ufficiale della segreteria di Gabinetto, seppe rendersi così gradito a quel Monarca, che morendo gli affidò l'Amministrazione del patrimonio della Regina Maria Cristina, presso cui fu eziandio Cavaliere d'onore, e Gran Maestro della Casa.
L'Amministrazione del conte di Colobiano [sic] fu saggia ad un tempo e splendida; poiché egli chiamò i favori della Regina sulle scienze e sulle lettere, ma più specialmente sulle Belle Arti. Ne fanno irrefragabile testimonianza la Reale Badia d'Altacomba, rifabbricata sulle rovine dell'antica, e sullo stesso disegno; gli scavi fatti praticare presso la Ruffinella, ed altrove dove speravasi rinvenire oggetti etruschi o romani; e i quadri, le scolture, le incisioni di cui si diedero frequenti commissioni, e che furono generosamente ricompensate.
Un altro merito del Colobiano [sic] fu questo: che avendo goduto notabile influenza sull'animo di Re Carlo Felice, egli dell'autorità che essa gli dava si valse per benefizio di molti, ma non c'è memoria che abbia mai fatto male a nessuno, anzi e allora e poi a liberali perseguitati concedette protezione ed asilo, e fra gli altri al nostro collega prima d'ora defunto Lorenzo Valerio.
Fu per qualche tempo primo Segretario del Re pel Gran Magistero Mauriziano, e fin dalla prima costituzione del Senato fu chiamato a farne parte. Sempreché la mal ferma sua salute glielo permise, si fece un grato dovere di assistere alle nostre adunanze; e, quantunque il suo petto debolissimo non glielo consentisse, non mancò di prendere la parola, ogniqualvolta la sua coscienza gliene imponesse l'obbligo. In questi ultimi anni la sua esistenza s'andava tra le sofferenze lentamente spegnendo, e il 5 di questo mese mancò, sorretto dai religiosi conforti. La sua memoria sarà benedetta dai poveri che erano da lui liberalmente soccorsi, e cara a tutti quelli che lo conobbero, e specialmente a noi suoi colleghi, pel sottile ingegno, e pei modi squisitamente cortesi.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 giugno 1868.