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AUDIFFREDI Giovanni

24 novembre 1808 - 01 aprile 1875 Nominato il 20 ottobre 1853 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori Senatori. Anche oggi debbo compire un ufficio ingratissimo, annunciandovi nuovi lutti pel Senato e per l'Italia. [...]
Non appena chiuse in Bologna ed in Firenze le tombe di Carlo Marsili e di Maurizio Bufalini, una terza ricevette in Cuneo i resti mortali del pur nostro collega Giovanni Audiffredi, mancato improvvisamente di vita in Torino la mattina del 1° di questo mese.
Pel suo mite costume e pei suoi modi cortesi caro a tutti che il conobbero da vicino, egli era assai stimato per le sue estesissime cognizioni in materia agraria. Di tali studî teorici e della loro pratica applicazione, specialmente alla coltura dei gelsi, all'allevamento dei filugelli ed alla trattura delle sete, il compianto nostro collega faceva la sua occupazione quasi esclusiva.
Per tal modo si rendette benemerentissimo dell'industria serica nelle provincie Subalpine, e per cosiffatto titolo fu ascritto fra i Senatori del Regno. E' noto a voi, o Signori, come non solo quando il Parlamento nazionale siedeva in Torino od in Firenze, ma anche dopo il suo trasferimento a Roma, il Senatore Audiffredi, malgrado la sua grave età e le enormi distanze, frequentasse quest'aula e prendesse parte attiva alle nostre discussioni.
Uomo di principî liberali e sinceramente costituzionali, devoto al Re ed amantissimo della patria, il Senatore Audiffredi lascia fra gli amici ed i colleghi memoria carissima.
Del patrimonio suo fece erede la provincia di Cuneo, e volle che le rendite siano impiegate a favore delle scuole primarie e degli asili d'infanzia nei piccoli e poveri comuni della provincia stessa più bisognosi di sussidi.
Questa disposizione improntata da saviezza e da vera filantropia, assicura alla memoria del compianto Senatore G. Audiffredi la venerazione dei suoi comprovinciali non solo, ma di coloro tutti che hanno a cuore il progresso morale della Nazione.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 aprile 1875.