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ARRIVABENE VALENTI GONZAGA Giberto

24 novembre 1872 - 30 agosto 1933 Nominato il 21 gennaio 1929 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Luigi Federzoni, Presidente
"PRESIDENTE. Numerose e gravi perdite hanno dolorosamente colpito il Senato durante l'interruzione delle nostre sedute. Uomini di alto prestigio intellettuale, fra i più eminenti nella vita culturale della Nazione, antichi e insigni parlamentari, nei quali l'autorità era eguale alla esperienza, benemeriti servitori dello Stato, patrioti di incorrotta esemplare fedeltà agli ideali, donde l'Italia nuova ha tratto le energie per la propria rigenerazione, hanno lasciato in quest'aula ricordi e rimpianti che oggi incombono su noi con tanto più accorata mestizia per l'impossibilità di una degna rievocazione.
[...]
Ma il vanto di vecchia, verace e fierissima camicia nera, per le tante prove generosamente date di devozione alla causa, spettava sopra tutto [sic] al nostro caro collega e prode camerata Giberto Arrivabene, in guerra e in pace continuatore delle splendide tradizioni patriottiche della sua famiglia. Ufficiale di marina, aveva partecipato alle campagne di Eritrea e di Libia. Allo scoppio della guerra mondiale, avendo già lasciato il servizio attivo, chiese di rientrare nei quadri dell'Armata e combattè con le batterie della Regia marina sul Basso Isonzo, guadagnandosi una medaglia d'argento al valore. Deputato per la XXIII e la XXIV legislatura, aveva preso parte strenuamente alla lotta, in Parlamento e fuori, per l'intervento, per la resistenza, per la difesa della guerra e della vittoria. Era stato squadrista animoso e animatore nelle campagne mantovane e veronesi devastate dalla propaganda sovversiva. Col trionfo della Rivoluzione fascista, fu messo, come console generale della Milizia, a capo delle legioni calabresi; e poi, nel 1924, eletto nuovamente deputato; e infine, dal 1929, nominato Senatore. Pur troppo la sua fibra giovanilmente gagliarda era già minata da un male che a lui fu inesorabile; ed egli si sapeva condannato, ma nascondeva la prescienza della prossima immatura fine sotto la maschera di una mordace signorile ironia. Così lo vedemmo andare incontro alla morte, con la stessa intrepidezza baldanzosa con cui l'aveva tante volte affrontata sul mare, in trincea e su le piazze.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Il Governo si associa alle nobili parole del Presidente ed al cordoglio dell'Assemblea".

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 dicembre 1933.