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ARNABOLDI GAZZANIGA Bernardo

02 agosto 1847 - 24 marzo 1918 Nominato il 03 giugno 1911 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Abbiamo perduto il senatore Arnaboldi Gazzaniga, morto in Roma il 24 marzo. Era nato ricchissimo in Milano il 2 agosto 1847; eragli stato conferito il titolo di conte da Vittorio Emanuele II per le generose azioni. Fu allievo della R. Accademia militare di Torino, e dal 1879 al 1887 ebbe il grado di luogotenente colonnello nella milizia territoriale. Letterato pubblicò scritti pregevoli nelle materie economiche ed agrarie, delle quali era studioso ed anche verseggiò. Animato dalla nobile ambizione di operare per la cosa pubblica, possedendo largamente nel pavese, diedesi al comune della città di Pavia, e fu consigliere e sindaco sommamente benemerito. Dotò Pavia del magnifico mercato. Fu presidente del Consorzio agrario pavese e della esposizione provinciale. Nella 15ª legislatura fu eletto a scrutinio di lista fra i deputati del 1° collegio di Pavia; come poi nella 16ª e 17ª rappresentò dalla 18ª alla 20ª il collegio uninominale di Stradella; e nella 21ª e nella 22ª quello di Cantù.
Appartenne al gruppo, che fu detto degli agrari. Assiduo ai lavori; autorevole in materie agrarie ed economiche, fu ascoltato con attenzione, quando ne parlò. L'Ufficio di Presidenza l'ebbe segretario stimatissimo. Rappresentò il Governo all'esposizione di musica e teatro in Vienna. Dei suoi viaggi in Francia ed in Austria pubblicò due volumi illustrati riccamente d'impressioni interessanti. Fastoso fu nel suo splendido palazzo in Milano, e nel suo meraviglioso castello di Carimate di Brianza, nel quale più volte ospitò il compianto Re Umberto.
Il 3 giugno 1911 fu dato al Senato e partecipò ai nostri lavori utilmente. Oggi ne piangiamo la perdita. (Bene). [...]
BETTONI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BETTONI Onorevoli colleghi. [...] E, giacché ho la parola, permettete che invii un pensiero di grande affetto alla memoria del l'onorevole Arnaboldi, che nella sua lunga carriera di vita pubblica, non ebbe di mira che il bene degli altri ed il pubblico interesse. A Pavia lo ricordano ancora come grandemente benemerito e profondamente generoso; alla Camera, ove fu deputato per diverse legislature, rammentano la sua diligenza e la sua operosità, e noi in Senato che lo ricevemmo in età avanzata, serbiamo memoria di quanto fosse devoto alla patria ed alle sue istituzioni e niuno ignora il suo gusto letterario confermato in pregevoli pubblicazioni. Anche egli lascia una famiglia desolata, alla quale prego mandare le nostre più vive condoglianze. (Bene).
DEL GIUDICE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DEL GIUDICE. Mi associo al rimpianto manifestato dal nostro illustre Presidente e dal senatore Bettoni per la morte del conte Bernardo Arnaboldi.
Fui testimonio a Pavia, negli anni in cui Arnaboldi resse quel municipio, delle molte opere di beneficenza, o di utilità generale dovute alla sua munificenza.
Fornito di ricco censo; non usò del suo patrimonio in imprese voluttuarie, ma lo spese in gran parte per opere permanenti di arte o di vantaggio popolare.
Il nostro Presidente ha ricordato il magnifico mercato coperto da lui eretto, sul tipo della galleria di Milano, a tutte sue spese in Pavia; ma oltre a questo egli si rese benemerito della città pavese per i molti e larghi sussidi da lui elargiti a vari istituti di beneficenza ed anche per il notevole contributo dato ai restauri della basilica di San Michele, uno dei monumenti più insigni e più antichi dell'architettura lombarda.
L'Arnaboldi merita riconoscenza ancora per un atto non molto noto forse, ma di alto valore morale a beneficio di Milano. Quando, dopo la morte di Alessandro Manzoni, la sua casa così cara ai milanesi, la casa rossa di Piazza Belgioioso era in vendita, l'Arnaboldi, contro ogni idea di speculazione, volle acquistarla unicamente per serbare integri i segni della vita quotidiana del grande milanese. E infatti egli, mantenne immutati lo studio, biblioteca, la camera da letto e tutto ciò che potesse ricordare il Manzoni. Io quindi mi associo ben volentieri, come dicevo, al rimpianto manifestato per quest'uomo benemerito; come mi associo a quanto propose il collega Bettoni circa le manifestazioni di condoglianza da parte del Senato. (Approvazioni).
SACCHI, ministro di grazia, giustizia e culti. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà.
SACCHI, ministro di grazia, giustizia e culti. [...]
Chiude la schiera degli eletti che oggi il Senato commemora il conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga. Doveva il titolo nobiliare non alla nascita ma alle doti dei cuore e dell'intelletto, e specialmente alla magnanima e illuminata sua generosità per cui si valse del cospicuo censo largitogli dalla sorte a pubblico vantaggio, legando il suo nome ad opere di beneficenza che lo resero altamente benemerito verso la patria. Né fu soltanto un filantropo, ma nell'ambiente amministrativo ed economico e nella vita pubblica in cui entrò giovanissimo, si distinse ricoprendo con plauso universale cariche fiduciarie le più elevate. Emerse anche nel ramo delle lettere con pregevoli pubblicazioni dando prova di geniale e versatile ingegno. Onore al venerando vegliardo che serenamente si spense tra la stima e l'affetto universale. (Approvazioni).

Senato del Regno. Atti parlamentari. Discussioni, 18 aprile 1918.