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APORTI Pirro

06 gennaio 1834 - 30 giugno 1911 Nominato il 21 gennaio 1906 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! La morte continua a darci lutto: ieri ci rapì il senatore Pirro Aporti in San Martino dell'Argine nel Mantovano, ove nato era il 6 gennaio 1834. Nipote di quell'abate Ferrante Aporti, promotore degli asili infantili, che fu anch'esso senatore nominato da Carlo Alberto, Pirro Aporti, con idealità opposte e fede diversa, fu amatore ardente di patria e di libertà. Ingegno adorno di spirito, nome di buon cuore; colto in giurisprudenza esercitò nel foro, avvocato facondo. Il foro gli procacciò nome alla politica. Il collegio di Bozzolo lo elesse deputato per la XIII e XIV legislatura, ed a scrutinio di lista quello di Mantova per la XV. Entrò alla Camera nel 1877 e vi rimase fino al 1906 [sic]. Sedé attivamente all'estrema parte, ma sobrio e corretto, oratore gradito anche all'opposto ed efficace. Dalla Camera passò in Senato per nomina il 21 gennaio 1906.
Parecchi incarichi cittadini adempì con onore in Milano, ove risiedeva; fu una volta assessore in Giunta; tenne la presidenza degli asili notturni; disciolta la Camera di commercio, ne fu Regio commissario.
Letterato e dotto, fondò e diresse per alcuni anni la rivista filosofica Il pensiero Italiano raccogliendovi scritti filosofici e di scienze sociali e politiche. Abbiamo di lui opere educative apprezzate: Un ottimo libro di Alberto Mario presentato alla gioventù Italiana, e I bimbi d'Italia. Amante de' classici diedeci una lodata versione dal greco dei canti popolari dell'Ellenia; e quella delle sedici satire di Giovenale.
Così da ultimo il nostro collega aveva preferito alla politica militante il sereno conversare con le lettere. Ed ora tace e scende nella pace del sepolcro, che gli preghiamo. (Approvazioni).
CADENAZZI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CADENAZZI. Pochi mesi or sono, benché nella grave età di 77 anni, Pirro Aporti era qui fra noi apparentemente vigoroso, vivace appassionatesi alle nostre discussioni.
Ed ora, prima di saperlo ammalato, il telegrafo ci da la notizia della morte improvvisa, avvenuta in San Martino dell'Argine, che gli dava i natali e nella casa avita, dove da poco tempo si ritrasse, forse presago della sua fine.
Consenta il Senato a me quale concittadino, antico collega nei due rami del Parlamento, ed amico dell'estinto, una parola sola, non foss'altro che per unirmi all'illustre nostro Presidente nell'inviare alla desolata famiglia le condoglianze del Senato.
Pirro Aporti appartenne ad una famiglia di patrioti e di studiosi, appartenne ad una famiglia della quale fu illustrazione l'abate Ferrante Aporti, che, come ricordò il nostro Presidente, fu l'apostolo dell'educazione popolare, fu quegli che nel 1833 istituì il primo asilo infantile in San Martino dell'Argine, con la intuizione e la visione sicura della necessità di tali istituti a fondamento della pubblica istruzione. Ciò gli guadagnò onori, ma gli costò anche amarezze non poche. Ché a lui, sacerdote per vocazione, incensurabile, fu negata dal Vaticano la nomina ad arcivescovo di Genova. In compenso però, dal Governo piemontese ottenne l'alto onore di essere membro illustre di questa Assemblea per un decennio, dal 1848 al 1858.
Educato a questa scuola, Pirro Aporti non poteva fallire. Studioso, liberale, coltissimo, a tutta prova, democratico, più che della professione di avvocato, si occupò della politica, del giornalismo, e di letteratura, lasciando di sé tracce luminose. In Milano, dove tenne la sua residenza, ebbe ad occupare con onore pubbliche, eminenti cariche amministrative.
Come disse l'illustre nostro Presidente, fu deputato al Parlamento per il collegio di Bozzolo per tre legislature. Diresse riviste letterarie, scrisse per i giornali; ebbe mente erudita e cuore d'oro.
In Senato, dove fu meritamente accolto nel 1906, non ha avuto occasione di far emergere le sue qualità eminenti; ma i molti amici, che pur qui conta, ne hanno apprezzato sempre il valore, la modestia e le doti di mente e di cuore distinte.
Egli lasciò molti scritti; ma va specialmente ricordato che pubblicò un libro prezioso nella sua modesta intestazione: I bimbi d'Italia, studi e voti intorno all'educazione popolare e alla scuola infantile Italiana,che ha dedicato con molto affetto ”alla memoria venerata di mio zio Ferrante, apostolo dell'educazione infantile in Italia”.
È uno scritto di valore, è un vero programma di educazione popolare, e rimane perenne ricordo del gran lavoro di lui per l'istruzione pubblica. Alla memoria dell'estinto collega vada il saluto del Senato e possa giungere confortevole una parola di sincero compianto alla desolata famiglia. (Approvazioni).
FINOCCHIARO-APRILE, ministro di grazia e giustizia e dei culti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINOCCHIARO-APRILE, ministro di grazia e giustizia e dei culti. Mi associo alle nobili parole con le quali l'illustre Presidente e l'onorevole senatore Cadenazzi hanno commemorato Pirro Aporti. Io ebbi l'onore di conoscerlo nell'altro ramo del Parlamento e ne ricordo la nobile figura. Il caldo sentimento di patriottismo di cui espressione simpatica, lo rese caro a tutti i colleghi. Egli trasse dai migliori ricordi della sua famiglia, dall'esempio dell'uomo eminente che consacrò tutta l'opera sua alle classi popolari e all'infanzia, all'affetto per gli umili, quella educazione della mente e del cuore che ne plasmò l'intelletto ed il carattere.
L'onorevole senatore Cadenazzi ha ricordato una pubblicazione che fu l'espressione genuina della tendenza dello spirito eletto di Pirro Aporti e del suo animo devoto alla causa della libertà.
Patriota, scrittore, avvocato, in ogni manifestazione della sua attività egli si ispirò sempre al medesimo sentimento e alla stessa fede negli ideali che furono il vangelo della sua vita.
Alla memoria dell'uomo eminente, che il Senato e la patria hanno perduto, io porgo in nome del Governo un saluto riverente e l'augurio che il nobile suo esempio trovi molti imitatori nelle nuove generazioni, che egli volle veramente degne dei destini del paese. (Approvazioni vivissime).
PRESIDENTE. La Presidenza ha già inviato le condoglianze alla famiglia; le ripeterà, interprete del sentimento unanime del Senato. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 1° luglio 1911.