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ANDREUCCI Ferdinando

15 giugno 1806 - 11 febbraio 1888 Nominato il 15 novembre 1871 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Marco Tabarrini, Vicepresidente

Debbo fare una breve interruzione per annunciare al Senato una triste notizia: la morte del senatore Ferdinando Andreucci.
Egli aveva in questo recinto molti amici ed estimatori sinceri; ma anche fuori del Senato, quanti tengono in pregio l'altezza dell'ingegno; l'indipendenza del carattere e la probità della vita onoreranno la sua memoria.
GADDA. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GADDA. Mi permetta il Senato di aggiungere una parola all'annuncio doloroso dato dal nostro Presidente.
I rapporti familiari che ebbi con l'estinto, ed i rapporti ufficiali di questi ultimi anni che ebbi con lui mi impongono il doloroso dovere di attestare qui quanta parte prenderà l'amministrazione di Firenze in questa luttuosa perdita che ha fatto il Senato.
L'Andreucci era presidente del Consiglio provinciale di quella città da moltissimi anni e sono pochi giorni che egli l'ha presieduto colla sua alacrità consueta.
Eletto cittadino, distinto patriota, animo integerrimo, giureconsulto di prim'ordine, quantunque non prendesse parte in questi ultimi anni ai lavori del Senato, tuttavia è uno di quei senatori la cui mancanza si sente profondamente da tutti noi.
CAMBRAY-DIGNY. Domando la parola.
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola l'onorevole Cambray-Digny.
CAMBRAY-DIGNY. Non posso fare a meno di associarmi a questa manifestazione di dolore per la morte di un illustre cittadino come l'Andreucci.
Signori senatori! Egli non era molto conosciuto in Senato, perché, entratovi in avanzata età, non ebbe mai il modo di prendere parte ai nostri lavori.
L'Andreucci fu un vecchio patriota. In una grande e solenne occasione egli fu l'oratore che decise, nell'Assemblea toscana del 1859, uno dei più solenni atti che abbiano contribuito alla costituzione del Regno d'Italia. Voglio parlare dell'annessione della Toscana al Regno di S.M. il Re Vittorio Emanuele II. L'Andreucci ebbe la gloria di essere relatore del primo atto e del più concludente.
Io mi associo dunque alle parole pronunciate dall'onorevolissimo Presidente e dal senatore Gadda, nel lamentare la grave perdita da noi fatta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio.
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Il Governo si associa al compianto per la morte del senatore Andreucci.
Conoscevo da presso l'onesto cittadino ed il giureconsulto, decoro della curia italiana.
Egli fu deputato, poi senatore, e, prima che il Regno d'Italia fosse proclamato, fu tra coloro i quali lavorarono per la causa dell'unità, che alimentarono quel fuoco sacro che poi divampò e spinse le nostre popolazioni ai grandi fatti dell'indipendenza nazionale.
La morte sua ci giunse inaspettata e però tanto più dolorosa. Son sicuro vi associerete tutti a questo lutto, che per voi è quasi lutto di famiglia e per gl'italiani lutto di patria. Il rammarico per la sua morte tutti lo sentiamo nell'anima.
Al buon Andreucci, per la sue doti di mente e di cuore, è dovuta non solo da noi, ma da tutta la nazione, quella gratitudine che divien più viva dopo la morte, perché non contrastata.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 febbraio 1888.