AMEGLIO Giovanni
29 ottobre 1854 - 29 dicembre 1921 Nominato il 23 febbraio 1917 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza SiciliaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente
Un altro lutto crudele è piombato su di noi.
Ieri sera, vinto da breve, fierissima malattia, si è spento in Roma il generale di corpo d'Armata Giovanni Ameglio e la triste nuova ci lascia quasi increduli poiché sono pochi giorni ch'ei parlava in quest'Aula.
Ligure di stirpe, ma nato a Palermo il 29 ottobre 1854, il temperamento vivace ed avventuroso lo chiamava alla carriera militare, che iniziò appena diciottenne e nella quale ei doveva legare il suo nome a tutte le nostre imprese coloniali.
In tutte le campagne d'Africa, dal 1887 al 1894, egli al comando sempre di reparti indigeni si trovò in prima linea, acquistando così quell'alta competenza in materia di guerre coloniali che doveva tanto rifulgere poi.
Tutte le doti invero egli aveva per eccellere: grande ascendente sull'animo dei soldati, che sapeva incitare con la rude parola unita a benevola famigliarità, acutezza d'ingegno atta a penetrare i segreti delle menti indigene, abilità somma di tattico e organizzatore, calma imperturbabile in ogni cimento, tutto concorreva a formare di lui un ufficiale coloniale di primissimo ordine.
Nelle battaglie sostenute in Eritrea si guadagnò la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e la medaglia d'argento al valore militare.
Tenente colonnello nel 1902, partecipa alla campagna contro i boxers in Cina al comando delle truppe italiane, acquistandosi popolarità anche tra i contingenti alleati.
Ma la sua gloria militare doveva essere legata alla guerra libica: lo sbarco della Giuliana, operazione con cui si iniziò la conquista della Cirenaica e in cui egli, caduti feriti i capi dei battaglioni, condusse personalmente l'attacco alla baionetta e la battaglia delle Due Palme furono due avvenimenti vittoriosi, che circondarono il suo nome di una vera aureola e gli procacciarono enorme prestigio anche presso l'elemento arabo. In premio della vittoria Giovanni Ameglio fu promosso tenente generale per merito di guerra e fu posto al comando delle truppe destinate all'occupazione delle isole Egee. Tutti ricordiamo l'entusiasmo con cui fu accolta la notizia della vittoria di Psytos nell'isola di Rodi, dovuta ad un'ardita, audacissima manovra concepita dal generale condottiero. Occupata Rodi, Ameglio procedé all'occupazione di tutto il Dodecanneso e ne divenne governatore. Nel 1913 fu nominato governatore della Cirenaica e seppe consolidare il nostro possesso con una politica sagace ed avveduta. Scoppiata la guerra europea e con essa la rivolta nella Tripolitania, venne a lui affidato l'arduo compito di ricondurre l'ordine e la tranquillità in quella Colonia, dove molto gravi si erano fatte le condizioni dei nostri presidii.
Nel 1918 tornato in Italia, fu comandante del corpo d'Armata di Napoli e poi fu chiamato al comando generale della Regia guardia per la pubblica sicurezza, alla cui organizzazione dette impulso validissimo. Da pochi mesi soltanto aveva lasciato l'alta carica ed era stato assunto ad altre funzioni.
Il 23 febbraio 1917 fu nominato senatore; e ancora pochi giorni or sono prese parte attiva alla discussione del disegno di legge sull'organizzazione della Regia guardia, di quel Corpo cui tante cure aveva prodigato.
Scompare con Giovanni Ameglio una figura di prode e popolare soldato ed il paese e l'esercito ricorderanno con gratitudine il suo nome. Il Senato del Regno s'inchina con vivo cordoglio sulla sua bara ed esprime le sue condoglianze alla famiglia desolata. (Applausi).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 dicembre 1921.