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Comunità europee

Giunta consultiva per gli affari delle Comunità Europee
Giunta per gli affari delle Comunità Europee
14a Commissione permanente "Politiche dell'Unione europea"

Sintesi

V legislatura (5 giugno 1968 - 24 maggio 1972)
VI legislatura (25 maggio 1972 - 4 luglio 1976)
VII legislatura (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979)
VIII legislatura (20 giugno 1979 - 11 luglio 1983)
IX legislatura (12 luglio 1983 - 1° luglio 1987)
X legislatura (2 luglio 1987 - 22 aprile 1992)
XI legislatura (23 aprile 1992 - 14 aprile 1994)
XII legislatura (15 aprile 1994 - 8 maggio 1996)
XIII legislatura (9 maggio 1996 - 29 maggio 2001)
XIV legislatura (30 maggio 2001 - 27 aprile 2006)


La Giunta, composta da 22 senatori, fu nominata al Senato il 24 luglio 1968 e si è costituita il 25 luglio 1968.
Presidente: sen. Giraudo Giovanni, eletto il 25 luglio 1968.
La composizione della Giunta fu cambiata in seguito all'approvazione, il 17 febbraio 1971, da parte dell'Assemblea del Senato, del nuovo Regolamento.
La nuova Giunta fu nominata il 30 settembre 1971 e si è costituita il 1° ottobre 1971.
Presidente: sen. Albertini Francesco, eletto il 1° ottobre 1971.

Per la VI legislatura fu nominata al Senato il 25 luglio 1972 e si è costituita il 26 luglio 1972.
Presidente: sen. Pecoraro Antonio, eletto il 26 luglio 1972.

Per la VII legislatura fu annunciata la nomina al Senato il 29 luglio 1976 e si è costituita il 27 luglio 1976.
Presidente: sen. Scelba Mario, eletto il 27 luglio 1976.

Per l'VIII legislatura fu annunciata la nomina al Senato il 17 luglio 1979 e si è costituita l'11 luglio 1979.
Presidente: sen. Scelba Mario, eletto l'11 luglio 1979.

Per la IX legislatura fu nominata al Senato il 9 agosto 1983 e si è costituita il 30 novembre 1983.
Presidente: sen. Petrilli Giuseppe, eletto il 30 novembre 1983.

Per la X legislatura la Giunta, fu nominata al Senato il 1° agosto 1987 e si è costituita il 4 agosto 1987.
Presidente: sen. Malagodi Giovanni Francesco, fino al 17 aprile 1991, poi sen. Zecchino Ortensio, eletto il 23 maggio 1991. In seguito alla modifica del Regolamento del novembre 1988, il numero dei componenti la Giunta fu elevato a 24 senatori.

Per la XI legislatura fu nominata al Senato il 16 giugno 1992 e si è costituita il 17 giugno 1992.
Presidente: sen. Scognamiglio Pasini Carlo Luigi, eletto il 17 giugno 1992.

Per la XII legislatura fu nominata al Senato il 22 febbraio 1995 e si è costituita il 28 febbraio 1995.
Presidente: sen. Coviello Romualdo, eletto il 28 febbraio 1995.

Per la XIII legislatura fu nominata al Senato il 19 giugno 1996 e si è costituita il 20 giugno 1996.
Presidente: sen. Bedin Tino, eletto il 20 giugno 1996.

Per la XIV legislatura fu nominata al Senato il 22 giugno 2001 e si è costituita il 27 giugno 2001.
Presidente: sen. Greco Mario, eletto il 27 giugno 2001.
Sciolta il 6 ottobre 2003, divenne, dal 7 ottobre 2003, la 14a Commissione permanente del Senato, con il nome «Politiche dell'Unione europea».

Il 10 luglio 1968 la Giunta per il Regolamento del Senato presentò alla Presidenza di Palazzo Madama il Doc. II, n. 1, dal titolo Proposte di modificazione al Regolamento del Senato della Repubblica per la composizione, la competenza e la denominazione della Giunta per il Mezzogiorno e le Isole (art. 21) e per la istituzione di una Giunta consultiva per gli affari riguardanti le Comunità europee (articolo 21-bis). Tale documento conteneva due proposte di modifica del Regolamento, concernenti l'una la modificazione della formazione e delle competenze della Giunta consultiva per il Mezzogiorno e l'altra l'istituzione di una Giunta per gli affari riguardanti le Comunità europee. Quest'ultima mirava a soddisfare l'esigenza, da più parti manifestata, sia in Assemblea che nelle Commissioni del Senato, di realizzare un più stretto collegamento tra l'attività del Parlamento e quella degli organi delle Comunità europee e di assicurare una maggiore partecipazione del Parlamento stesso alla trattazione degli affari relativi all'applicazione degli accordi sulle anzidette Comunità. La Giunta per il Regolamento, pur sottolineando che la partecipazione delle Camere fosse assicurata attraverso l'approvazione dei disegni di legge intesi ad attuare in sede nazionale le soluzioni adottate dagli organi comunitari, sosteneva che ciò che mancava era una visione d'insieme dei diversi problemi, venendo questi affrontati mediante norme contenute in più disegni di legge trasmessi alle Camere in tempi diversi e assegnati a diverse Commissioni. Per questo motivo la Giunta pervenne alla conclusione che la soluzione migliore fosse di istituire un organo a carattere consultivo che venisse chiamato ad esprimere un parere alle Commissioni competenti per materia sui disegni di legge, le relazioni governative ed in generale gli affari concernenti l'applicazione degli accordi sulle Comunità europee.

L'articolo 21-bis conteneva, quindi, la previsione di una Giunta consultiva che aveva caratteristiche simili alla già esistente Giunta per il Mezzogiorno: si era previsto che il numero dei membri fosse di 22 senatori, in modo da consentire la presenza proporzionale di tutti i Gruppi, e che la nomina fosse di competenza del Presidente del Senato, al quale fosse affidata la scelta fra i rappresentanti delle Commissioni maggiormente interessate alle questioni delle Comunità europee.

La Giunta, grazie all'introduzione di questa nuova norma regolamentare, avrebbe espresso non solo dei pareri, ma avrebbe avuto la facoltà di essere informata delle discussioni in corso in sede comunitaria prima che queste discussioni fossero state tradotte in una normativa interna. Ciò, nell'ottica del proponente, avrebbe favorito l'esigenza di assecondare il diritto-dovere del Parlamento di essere informato tempestivamente, e non soltanto retrospettivamente, di quanto accadeva a Bruxelles, come aveva evidenziato il relatore Gronchi nella seduta del 17 luglio 1968, seduta in cui venne discusso e approvato il Documento: «nelle nostre Assemblee quasi sempre la conoscenza e l'esame dei fatti della Comunità europea sono retrospettivi, perciò divengono oggetto di discussioni storiche e di principio piuttosto che di approfondita e concludente disamina dei singoli argomenti». Il Documento fu approvato dall'Assemblea evidenziando un accordo pressoché generale: su 266 senatori votanti, la modifica dell'articolo 21 ottenne 265 voti favorevoli e uno contrario; l'aggiunta dell'articolo 21-bis ottenne 256 voti favorevoli e 10 contrari.

Con la riforma dei Regolamenti delle Camere del 1971 (in Senato, Doc. II, n. 4, V legislatura, approvato il 17 febbraio 1971), la Giunta consultiva divenne la «Giunta per gli affari delle Comunità europee» alla quale vennero dedicati gli articoli 23, 142, 143 e 144 del Regolamento. I ventidue componenti della Giunta erano nominati dal Presidente del Senato tra i senatori designati dai Gruppi parlamentari e con riguardo alla consistenza numerica dei Gruppi stessi; alla Giunta spettava il compito di esprimere il parere sui disegni di legge concernenti l'applicazione degli accordi relativi alle Comunità europee ed esaminare gli affari e le relazioni presentate dal Governo concernenti la materia comunitaria, redigendo una propria relazione per l'Assemblea. La Giunta era chiamata altresì ad esprimere il proprio parere in merito alle risoluzioni votate dal Parlamento europeo nonché alle decisioni, adottate da Assemblee internazionali, alle quali partecipavano delegazioni parlamentari italiane, formalmente inviate per comunicazione al Senato, qualora, trasmesse alle Commissioni competenti per materia, queste avessero deciso di aprire un dibattito sulle risoluzioni e le decisioni citate. Sia la Commissione Affari esteri che la Giunta per gli affari delle Comunità europee avevano la facoltà di richiedere o essere richieste di esprimere il proprio parere sugli gli atti normativi emanati dal Consiglio dei Ministri e dalla Commissione delle Comunità europee esaminati dalle Commissioni competenti per materia.

Nella X legislatura, con la riforma regolamentare approvata nel novembre 1988 (Doc. II, n. 17), i membri della Giunta salirono a 24 e vennero ulteriormente specificate e ampliate le competenze di quest'organo consultivo. La Giunta si vide attribuita una competenza generale sulle materie direttamente connesse all'attività e agli affari delle Comunità europee e all'attuazione della normazione comunitaria, assumendo così un ruolo attivo con la sua partecipazione alla fase formativa nonché alla fase di attuazione del diritto comunitario. Per ciò che concerne il primo punto, alla Giunta venne attribuita la facoltà - ai fini dell'espressione di un parere da trasmettere alle Commissioni competenti per materia - di esaminare le proposte di atti normativi comunitari pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità: nell'espletamento di tale compito fu previsto che le sarebbero state applicate le disposizioni relative ai poteri e all'attività delle Commissioni permanenti in sede diversa da quella deliberante o redigente. Oltre all'attribuzione della competenza di esaminare gli atti riguardanti le istituzioni comunitarie o la politica generale delle Comunità, la Giunta, su domanda del Governo o di otto Senatori, poteva disporre che - in relazione a proposte della Commissione delle Comunità europee, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità, e in previsione dell'inserimento delle proposte stesse o di determinate materie all'ordine del giorno del Consiglio delle Comunità europee, o in ordine ad affari attinenti agli accordi sulle Comunità o alle attività di queste e dei loro organi - si svolgesse un dibattito con l'intervento del Ministro competente. In questo caso, la Giunta avrebbe potuto invitare i rappresentanti italiani al Parlamento europeo a fornire notizie ed elementi atti ad integrare l'informazione sulle questioni in esame in quella che si definisce la "fase ascendente" della normazione comunitaria. Per ciò che concerne la partecipazione alla fase di attuazione del diritto comunitario, la Giunta ebbe attribuita una competenza generale sulle materie direttamente connesse alla cosiddetta "fase discendente" degli accordi comunitari e delle norme comunitarie, nonché ad esprimere parere su tutti i disegni di legge che potessero comportare problemi rilevanti di compatibilità con la normativa comunitaria.

Nella XIV legislatura, con l'approvazione da parte dell'Assemblea di Palazzo Madama del Doc. II, n. 6, in un testo unificato con il Doc. II, n. 4, avvenuta il 6 febbraio 2003, la Giunta divenne la 14a Commissione permanente del Senato della Repubblica con il nome «Politiche dell'Unione europea». L'attuale Commissione Politiche dell'Unione europea, che dal 2022 ha assunto la numerazione di  4a Commissione permanente del Senato, «ha competenza generale sugli aspetti ordinamentali dell'attività e dei provvedimenti dell'Unione europea e delle sue istituzioni e dell'attuazione degli accordi europei. La Commissione ha inoltre competenza sulle materie connesse al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea. La Commissione cura altresì, per quanto di sua competenza, i rapporti con il Parlamento europeo e con la Conferenza degli organismi specializzati negli affari europei dei Parlamenti nazionali degli Stati dell'Unione» (art. 23, c. 1, del Regolamento).