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Codice di procedura penale

Commissione parlamentare per il parere al Governo sull'emanazione del nuovo testo del codice di procedura penale

Sintesi

VI legislatura (25 maggio 1972 - 4 luglio 1976)
VII legislatura (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979)
X legislatura (2 luglio 1987 - 22 aprile 1992)
XI legislatura (23 aprile 1992 - 14 aprile 1994)


La Commissione, composta da 12 senatori e 12 deputati e da personalità esterne al Parlamento, fu nominata al Senato e alla Camera rispettivamente il 30 e il 29 luglio 1974.

Per la VII legislatura fu nominata al Senato e alla Camera rispettivamente il 3 e il 5 agosto 1976.
Presidente: sen. Valiante Mario.

Successivamente, la legge 16 febbraio 1987, n. 81 stabilì una diversa composizione della Commissione che divenne esclusivamente composta da parlamentari: i venti deputati e i venti senatori che ne avrebbero fatto parte sarebbero stati scelti, rispettivamente, dal Presidente della Camera dei deputati e dal Presidente del Senato della Repubblica in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, assicurando la presenza di un rappresentante per ciascuna componente politica costituita in gruppo in almeno un ramo del Parlamento.

Nella X legislatura la Commissione fu nominata in Senato e alla Camera il 23 ottobre 1987 e si costituì l'11 febbraio 1988.
Presidente: Gallo Ignazio Marcello.
Nella XI legislatura la Commissione fu nominata in Senato e alla Camera il 10 settembre 1992 e si costituì il 23 dello stesso mese.
Presidente: Fumagalli Carulli Ombretta.
Venne sciolta il 24 ottobre 1992

Il codice di procedura penale attualmente vigente fu introdotto con il Decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 447. Tale codice fu preceduto dal codice di procedura penale del 1865 (che sostituì l'analogo codice sabaudo del 1847), da quello del 1913 (che sostituì il codice di procedura del 1865) e da quello del 1930 (che sostituì il codice di procedura del 1913). Quest'ultimo, approvato con il Regio decreto n. 1399 del 19 ottobre 1930 e noto come «codice Rocco», rimase in vigore dal 1930 al 1988, anche se numerosi furono i tentativi di riformarlo. In effetti, l'esigenza di un nuovo codice di rito fu avvertita fin dal 1944 e già nel 1945 il ministro della Giustizia Umberto Tupini, con proprio decreto del 2 gennaio, istituì una commissione ministeriale per la sua modifica. Presieduta inizialmente da Alfredo Spallanzani, poi da Gaetano Miraulo e, infine, da Alfredo Jannitti Piromallo, ne facevano parte anche alcuni deputati, come gli onorevoli Ludovici, Leone, Targetti e Riccio. I suoi lavori si conclusero il 19 agosto 1949, con l'elaborazione di un testo ispirato a una mozione di Giovanni Leone che era stata approvata dal primo Congresso giuridico forense del secondo dopoguerra, svoltosi a Firenze nell'autunno del 1947. Era un progetto che non modificava la struttura essenziale del codice, pur incidendo su alcuni suoi istituti fondamentali; una riforma quindi rimaneva urgente al fine di armonizzare le norme con la Costituzione repubblicana: dopo il ventennio fascista, l'esperienza giudiziaria e l'elaborazione dottrinale avevano dimostrato quanto l'intero sistema fosse rimasto inadeguato in merito alle nuove istanze di garanzia della libertà personale.

Dagli anni Cinquanta in poi, si susseguirono, quindi, vari progetti di riforma, inizialmente sotto l'impulso di Giovanni Leone, come il disegno di legge, annunciato alla Camera dei deputati il 13 marzo 1952 (n. 2588), Aggiornamento del Codice di procedura penale; e del ministro di Grazia e Giustizia Adone Zoli, come il disegno di legge presentato alla Camera dei deputati (n. 3008) il 13 novembre 1952, Modificazioni al Codice di procedura penale. Tali disegni di legge furono discussi congiuntamente dalla Commissione Giustizia della Camera in sede legislativa; il 25 marzo 1953 la Commissione approvò un testo risultante dalla fusione del disegno di legge governativo e dal disegno di legge di iniziativa parlamentare che però, pur trasmesso al Senato (n. 2986), non divenne legge a causa della fine della I legislatura. Lo stesso testo venne ripresentato dal deputato Leone ed altri nella successiva legislatura alla Camera (n. 30), dove fu annunciato il 25 luglio 1953: assegnato alla Commissione Giustizia in sede legislativa, il disegno di legge fu ritirato il 15 luglio 1955, dopo essere stato esaminato congiuntamente al disegno di legge Modificazioni al Codice di procedura penale, presentato il 3 agosto 1954 alla Camera (n. 1121), dal Ministro di grazia e giustizia De Pietro. Fu quest'ultimo provvedimento che diede vita alla cosiddetta "piccola riforma", modificando più di cento articoli del «codice Rocco»: tale disegno di legge riformava il Codice di procedura penale per adeguarne le norme ai principi sanciti dalla Costituzione, rafforzando le garanzie soprattutto in merito alla difesa e alla libertà personale delle parti. Pur non differenziandosi sostanzialmente dalla proposta Leone citata, il provvedimento proseguì l'iter e fu assegnato alla Commissione Giustizia della Camera in sede legislativa; l'esame preliminare fu affidato ad un Comitato ristretto nominato il 30 luglio 1954, in occasione dell'inizio della discussione della proposta Leone. La Commissione ne iniziò la discussione il 22 marzo 1955 e l'approvò il 27 maggio 1955. Trasmesso al Senato (n. 1082) il 6 giugno 1955, fu qui assegnato alla Commissione Giustizia in sede deliberante che lo discusse nelle sedute del 10, 14 e 15 giugno 1955, approvandolo senza modificazioni. Divenne la legge 18 giugno 1955, n. 517.

Le numerose innovazioni apportate da questo provvedimento, però, non fecero svanire le istanze di una organica riforma. Il 14 gennaio 1962 il ministro di Grazia e Giustizia Gonella (III Governo Fanfani) istituì una commissione ministeriale, che si insediò il 3 febbraio dello stesso anno e che elaborò una bozza di Codice di procedura penale (il cosiddetto «Progetto Carnelutti», dal nome del presidente della commissione). Il progetto Carnelutti non ebbe, però, seguito.

Il 6 aprile 1965, nella IV legislatura, venne presentato alla Camera (n. 2243) dal Ministro di grazia e giustizia Oronzo Reale (I Governo Moro) il disegno di legge Delega legislativa al Governo della Repubblica per la riforma del codice di procedura penale. Il progetto fu assegnato alla Commissione Giustizia della Camera in sede referente, che presentò due relazioni rispettivamente in data 9 marzo 1967 (rel. Valiante) e 3 giugno 1967 (rel. Fortuna) ma il suo iter non proseguì perché decadde a causa della fine della legislatura. Successivamente il ministro Gonella (II Governo Leone) riprese il disegno di legge con piccole modifiche per ripresentarlo alla Camera (n. 380) il 5 settembre 1968, nella V legislatura: approvato dalla Camera il 22 maggio 1969, fu approvato dal Senato (n. 676) il 4 dicembre 1970 con modificazioni. Tornato alla Camera (n. 380-B) fu di nuovo approvato il 20 ottobre 1971 con modificazioni ma il suo iter si interruppe a causa della fine anticipata della legislatura.

Il provvedimento fu riproposto nella VI legislatura dal ministro Gonella (II Governo Andreotti): presentato il 5 ottobre 1972 alla Camera (n. 864), fu assegnato per l'esame in sede referente alla Commissione Giustizia che lo esaminò tra il novembre 1972 e il dicembre 1973; fu quindi discusso dall'Assemblea dal 16 al 24 gennaio 1974, data, quest'ultima, in cui fu approvato. Trasmesso al Senato (n. 1489) il 30 dello stesso mese, fu assegnato in sede referente alla Commissione Giustizia ed esaminato da questa dal 13 al 27 febbraio. Discusso dall'Assemblea di Palazzo Madama il 27 marzo, fu approvato definitivamente il giorno seguente, assorbendo il disegno di legge n. 199 e diventando la legge 3 aprile 1974, n. 108. Nonostante questa legge delega e l'elaborazione di un progetto preliminare, l'effettiva emanazione del nuovo codice di procedura penale ancora una volta non si concretizzò e solo nel 1987, con la legge 16 febbraio 1987, n. 81, si arrivò all'approvazione di un'altra delega al Governo e successivamente all'emanazione di un nuovo codice. Come la legge n. 108 del 1974, anche questa legge, all'art. 8, prevedeva l'istituzione di una Commissione consultiva. Previo parere di questa Commissione bicamerale, il codice di procedura penale fu emanato con decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 22 settembre 1988 ed entrò in vigore il 24 ottobre 1989; per l'esame in sede consultiva dei decreti correttivi, la Commissione rimase in vita anche dopo la promulgazione del nuovo codice, per tutto il corso della X legislatura e della legislatura successiva.