Piano di nuove costruzioni stradali e autostradali
Commissione parlamentare per il parere al Governo sul piano di nuove costruzioni stradali ed autostradali
Commissione parlamentare prevista dalla legge: "Modifiche ed integrazioni alla legge 24 luglio 1961, n. 729, concernente il piano di nuove costruzioni stradali ed autostradali"
Sintesi
IV legislatura (16 maggio 1963 - 4 giugno 1968)
V legislatura (5 giugno 1968 - 24 maggio 1972)
La Commissione, composta da 4 senatori e 4 deputati, fu nominata al Senato e alla Camera il 9 marzo 1968.
Per la V legislatura, la Commissione, composta da 4 senatori e 4 deputati, fu nominata al Senato e alla Camera rispettivamente il 5 luglio e il 18 giugno 1968.
Il disegno di legge governativo Modifiche ed integrazioni alla legge 24 luglio 1961, n. 729, concernente il piano di nuove costruzioni stradali e autostradali aveva il fine di integrare l'articolo 16 della legge 24 luglio 1961, n. 729, aggiungendo, alle autostrade indicate nel primo comma della stessa norma, altre concessioni alla società «Autostrade» S.p.A, del gruppo IRI, per «la costruzione e l'esercizio di autostrade che [sarebbero state] indicate con decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con i Ministri del bilancio e della programmazione economica, del tesoro, delle partecipazioni statali e dei trasporti e dell'aviazione civile, sentito il Comitato interministeriale per la programmazione economica» (Atto Camera n. 4718, IV legislatura, art. 1).
Il provvedimento si collocava nel quadro di quelle leggi finalizzate alla creazione di infrastrutture per promuovere un più equilibrato sviluppo economico dell'intero Paese attraverso la realizzazione di grandi vie di comunicazione. Il problema era sentito da lungo tempo: nel 1928 era stata istituita l'AASS, Azienda Autonoma Statale della Strada, poi, con il decreto 27 giugno 1946, veniva creata l'ANAS, Azienda Nazionale Autonoma delle Strade che, con mezzi tecnici e finanziari pubblici, fu in prima linea nell'opera di ricostruzione del Paese dopo il secondo conflitto mondiale, anche attraverso la riparazione di strade e ponti. Successivamente, anche per ragioni di celerità, l'attività dell'ANAS fu affiancata da quella delle società concessionarie, che operarono sotto il suo coordinamento: gli enti pubblici o privati potevano chiedere la concessione per la costruzione e l'esercizio delle autostrade presentando all'A.N.A.S. «insieme alla domanda di concessione, un progetto di massima per la costruzione dell'autostrada richiesta ed un documentato piano finanziario. La concessione [sarebbe stata] accordata con decreto del Ministro per i lavori pubblici, presidente dell'A.N.A.S.; con lo stesso decreto [sarebbe stata] approvata, sentiti il Consiglio di amministrazione dell'A.N.A.S. e il Consiglio di Stato, la convenzione che [avrebbe disciplinato] la concessione» (legge 24 luglio 1961, n. 729, Piano di nuove costruzioni stradali ed autostradali, art. 2). Con questa legge, e particolarmente con l'art. 16, «il Parlamento affidò all'"Iri" e per esso alla società "Autostrade", la costruzione, l'ammodernamento e l'esercizio delle autostrade Milano-Napoli, Firenze-Mare, Milano-Brescia, Milano-Laghi, Como-Chiasso, Serravalle-Genova, Genova-Savona, Genova-Sestri Levante, Padova-Bologna, Bologna-Canosa, Roma-Civitavecchia e Napoli-Bari» (Camera dei deputati, Commissione Lavori pubblici, seduta del 31 gennaio 1968). Negli anni successivi sarebbero stati realizzati, «grazie ai programmi congiunti dell'"Anas" e dell' "Iri", [i] collegamenti autostradali dal confine di Chiasso, da un lato, a Reggio Calabria e Bari, dall'altro» (Camera dei deputati, Commissione Lavori pubblici, seduta del 31 gennaio 1968).
Secondo quanto disposto dalla legge n. 729/1961, tra il 1962 e il 1967 «l'estensione della rete autostradale "Iri" è stata portata dai 401 chilometri iniziali ai 1.487 chilometri» e restavano «da portare a termine i lavori in corso su 434 chilometri oltre a opere di completamento sulle autostrade ex "Anas" e [...] da appaltare ancora 309 chilometri dell'autostrada Adriatica e precisamente il raccordo di Ravenna, il tratto Ancona-Porto d'Ascoli-Pescara ed il tratto Vasto-Foggia-Canosa». Il disegno di legge che diede vita alla legge 28 marzo 1968, n. 385 si proponeva, quindi, «di riattivare il suddetto residuo programma, superando a tal fine le difficoltà e gli impedimenti nel frattempo sorti» (Camera dei deputati, Commissione Lavori pubblici, seduta del 31 gennaio 1968).
Il disegno di legge venne presentato alla Camera (n. 4718) il 28 dicembre 1967 e fu assegnato, per la discussione e approvazione in sede legislativa, alla Commissione Lavori pubblici che lo discusse dal 25 gennaio al 28 febbraio 1968, data in cui fu approvato con emendamenti. Trasmesso al Senato (n. 2784) il giorno seguente, fu assegnato in sede deliberante alla Commissione Lavori pubblici, Trasporti e Poste dove fu discusso e approvato definitivamente il 6 marzo 1968, divenendo la legge 28 marzo 1968, n. 385.
Il disegno di legge governativo non contemplava la Commissione consultiva che qui interessa; tale Commissione verrà inserita nel provvedimento durante la discussione alla Camera: il 28 febbraio 1968 la Commissione Lavori pubblici approvò l'emendamento Ripamonti-Achilli-Todros che prevedeva una Commissione consultiva composta da 3 deputati e da 3 senatori, modificato a sua volta, nella stessa seduta, dall'emendamento Delfino, che innalzava il numero dei componenti di una unità (4 deputati e 4 senatori) al fine di assicurare la rappresentanza a tutte le parti politiche.