Lavoro nelle aziende
Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle aziende
Sintesi
X Legislatura (2 luglio 1987 - 22 aprile 1992)
La Commissione, composta da 20 senatori, si è costituita il 22 novembre 1988.
Presidente: sen. Lama (nomina annunciata l'8 novembre 1988)
La «Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle aziende» è stata istituita con deliberazione del 7 luglio 1988 del Senato della Repubblica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 161 dell'11 luglio 1988 e prorogata con deliberazione del 13 luglio 1989, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 169 del 21 luglio 1989. Come stabilito dall'articolo 2 della deliberazione istitutiva, la Commissione era composta da venti senatori scelti dal Presidente del Senato che provvedeva altresì alla nomina del Presidente della Commissione, al di fuori dei predetti componenti. La Commissione si costituì con la nomina a suo Presidente del senatore Luciano Lama (nomina annunciata l'8 novembre 1988) e con l'elezione degli altri membri dell'ufficio di Presidenza, avvenuta il 22 novembre 1988.
Il proposito di istituire una Commissione di inchiesta su tale materia emerse all'indomani del tragico incidente verificatosi al cantiere Mecnavi, nel porto di Ravenna, il 13 marzo 1987, incidente in cui 13 operai persero la vita, asfissiati nella stiva della nave "Elisabetta Montanari" durante operazioni di manutenzione straordinaria dell'imbarcazione. Tra la fine di marzo e l'inizio di aprile del 1987, nel periodo finale della IX legislatura, in Senato erano stati presentati al riguardo i disegni di legge n. 2291 (presentato dal senatore Carta e altri, che proponeva l'istituzione di una Commissione d'inchiesta monocamerale sulla «condizione del lavoro in Italia») e n. 2295 (presentato dal senatore Pecchioli e altri, che proponeva l'istituzione di una Commissione d'inchiesta bicamerale «sulle condizioni di lavoro nelle aziende»). Inoltre, sempre sul finire della IX legislatura, la Commissione Lavoro del Senato aveva svolto una indagine conoscitiva «sull'attività di vigilanza in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento agli infortuni mortali occorsi nel Porto di Ravenna», i cui risultati furono sintetizzati in un documento conclusivo (Doc. XVII, n. 7), approvato il 20 maggio 1987.
Sin dall'inizio della X legislatura furono presentate in Senato alcune iniziative - il Doc. XXII, n. 3 (Pollice ed altri) nonché il disegno di legge n. 353 e il Doc. XXII, n. 12 (entrambi a firma Pecchioli ed altri) - per l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro in Italia. La Commissione Lavoro del Senato esaminò congiuntamente le predette proposte dando, l'8 giugno 1988, mandato al Presidente Giugni di riferire favorevolmente all'Assemblea sul Doc. XXII, n. 12, che venne da questa approvato nella seduta pomeridiana del 7 luglio 1988, dando vita alla deliberazione istitutiva.
L'articolo 1 della deliberazione istitutiva stabiliva i compiti della Commissione, articolo che così recitava: «2. La commissione dovrà accertare: a) quali siano state le strategie e le modalità tecnico-operative poste in essere dalla pubblica amministrazione per individuare la natura, la specificità e l'ampiezza del fenomeno infortunistico e delle patologie professionali e da lavoro nell'economia cosiddetta "sommersa", nel lavoro illegittimo, negli appalti e subappalti e nel lavoro denunciato solo parzialmente ai fini assicurativi e previdenziali; quali le iniziative da intraprendere per accertare il fenomeno con la massima incisività e tempestività, distinguendolo per zone geografiche e settori di attività; b) dimensioni e cause del fenomeno infortunistico e delle patologie professionali e da lavoro dal 1979 ad oggi, con particolare riferimento alla tipologia delle imprese e delle attività produttive, alle sostanze presenti nel ciclo produttivo, ai processi di ristrutturazione aziendale e all'introduzione di nuove tecnologie, alle caratteristiche della manodopera impiegata, nonché al tipo di rapporto di lavoro, agli orari e ai ritmi dell'attività produttiva e complessivamente alle modalità di organizzazione e programmazione del processo produttivo; c) la rispondenza della normazione primaria e secondaria alle finalità di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e da lavoro, di igiene degli ambienti e di sicurezza delle condizioni di lavoro; l'adeguamento delle normative tecniche in rapporto alla evoluzione delle tecnologie dei processi industriali e degli studi e delle applicazioni compiuti in altri Paesi; l'idoneità dell'attuale sistema sanzionatorio; le cause della mancata attuazione della delega contenuta nell'articolo 24 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, nonché della mancata attuazione delle altre disposizioni della stessa legge non aventi contenuti di immediata efficacia, quali, in particolare, la determinazione degli standards organizzativi dei servizi di prevenzione ai vari livelli, e il conseguente adeguamento degli organici; le misure adottate al fine di definire un completo sistema informativo e di consentire la mappatura dei rischi e l'istituzione generalizzata degli strumenti e documenti informativi previsti dalla legge n. 833 del 1978; d) il tipo, il contenuto e le finalità dei poteri attribuiti dalla legislazione vigente alle amministrazioni ed agli enti preposti, analizzando altresì le modalità qualitative e quantitative del loro esercizio dal 1979 in poi, anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili, nonché l'esito dei procedimenti amministrativi di prevenzione e di repressione delle violazioni».
Nella prima fase dei lavori la Commissione svolse la propria inchiesta soprattutto attraverso lo svolgimento di indagini "sul campo" e l'acquisizione di elementi conoscitivi nelle Prefetture, nei luoghi di lavoro e attraverso incontri con i rappresentanti delle Confederazioni sindacali, nonché attraverso una serie di audizioni.
Proprio per la complessità e la pluralità delle sue attribuzioni, la Commissione svolse una inchiesta, innanzitutto, di tipo legislativo, finalizzata cioè all'esercizio futuro della funzione legislativa e/o alla verifica dell'applicazione delle leggi vigenti, compito che il comma 4 dell'articolo 1 della deliberazione istitutiva espressamente affidava alla Commissione. A conferma di ciò, la Commissione stabilì che, accanto alla relazione per l'Assemblea, fossero presentati unitariamente specifici disegni di legge «collegati», immediatamente attuativi sotto il profilo normativo dei principi contenuti nella predetta relazione. Inoltre, l'inchiesta ebbe anche caratteristiche di controllo politico, nel senso della verifica del comportamento dei competenti organi della pubblica amministrazione (come indicato dalla lettera d) del comma 2 dell'articolo 1 della deliberazione istitutiva, che menzionava espressamente l'ispettorato del lavoro e le unità sanitarie locali), ciò rappresentando un'attività riconducibile alla funzione di sindacato ispettivo del Parlamento sulle attività delle pubbliche amministrazioni.
Ma l'inchiesta parlamentare svolta da questa Commissione fu anche di tipo sociale, tendente cioè a verificare la configurazione di determinati fenomeni nell'ambito della società civile, come sottolineato dal comma 3 dell'articolo 1 della deliberazione istitutiva, che indicava le aree del lavoro industriale in cui permangono condizioni ambientali e processi produttivi tali da esporre i lavoratori ad un alto rischio diretto e personale dell'integrità fisica.
Ai fini dell'espletamento dei complessi compiti attribuitile, la Commissione, oltre ad utilizzare gli strumenti e i poteri che le attribuiva il Regolamento del Senato, seguì anche procedure informali e spontanee, tramite le quali la Commissione ottenne indicazioni e sollecitazioni provenienti direttamente dal mondo del lavoro ed in particolare dalle rappresentanze sindacali. Proprio per la scelta operativa effettuata ai fini della conduzione dell'inchiesta, la Commissione finì per contraddistinguersi come una sorta di "punto di riferimento istituzionale", aperto verso il mondo del lavoro per tutto quanto concerne le problematiche della salute e della sicurezza dei lavoratori, come dimostrato dalle molteplici richieste pervenutele dalle organizzazioni sindacali, da delegazioni di vario genere e addirittura da singoli lavoratori, nonché dal coinvolgimento in iniziative pubbliche concernenti il mondo del lavoro, come la sua partecipazione a convegni nazionali. In tal modo, la Commissione ha potuto perseguire anche l'obiettivo di dar vita già in itinere ad effetti sia deterrenti (relativamente al mancato rispetto delle normative vigenti), sia incentivanti (per quel che riguarda il ripristino delle prescritte misure di sicurezza), quanto mai concreti ed immediati, proprio tramite lo svolgimento di sopralluoghi opportunamente pubblicizzati ex post tramite apposite conferenze stampa.
Anche per quanto concerne l'indispensabile supporto documentativo, la Commissione privilegiò la documentazione acquisita "sul campo", elaborata da rappresentanti locali delle istituzioni, del mondo del lavoro e dell'imprenditoria, nell'ambito delle riunioni organizzate nelle prefetture e nei comuni nonché degli incontri presso i luoghi di lavoro. Sulla base di questa impostazione, le maggiori organizzazioni sindacali furono dalla Commissione invitate - all'inizio dell'inchiesta parlamentare - a trasmettere una relazione contenente il loro punto di vista in ordine ai problemi della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché ogni altra documentazione utile al riguardo. La maggior parte delle segreterie nazionali delle organizzazioni contattate inviarono i rapporti richiesti. Inoltre, le tre maggiori Confederazioni sindacali collaborarono con continuità con la Commissione di inchiesta inviando documentazioni e rapporti.
La Commissione deliberò anche di richiedere, per il tramite del Presidente del Senato - ai sensi dell'articolo 49, comma 5, del regolamento del Senato - studi e pareri al CNEL sulla materia oggetto dell'inchiesta. Inoltre, su richiesta della stessa Commissione, specifici rapporti furono trasmessi da magistrati particolarmente esperti nella lotta contro la violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Infine, anche istituzioni, quali il Ministero del lavoro, inviarono note e rapporti generali sulla materia dell'inchiesta. Anche le organizzazioni imprenditoriali consegnarono alla Commissione una serie di documentazioni.
La Commissione ebbe modo di acquisire gli atti concernenti i risultati di precedenti iniziative del Parlamento sulla materia oggetto dell'inchiesta: le relazioni della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni dei lavoratori in Italia (II legislatura); le risultanze della Commissione parlamentare di inchiesta sulla fuga di sostanze tossiche avvenuta il 10 luglio 1976 nello stabilimento ICMESA e sui rischi potenziali per la salute e per l'ambiente derivanti da attività industriali (VII legislatura, Doc. XXIII, n. 6); la già ricordata indagine conoscitiva della Commissione Lavoro del Senato della IX legislatura, nonché altri documenti delle Commissioni Lavoro ed Affari sociali della Camera dei deputati (X legislatura).
L'Ufficio di Presidenza della Commissione avvertì anche l'esigenza di affidare ad alcuni esperti - ai sensi dell'articolo 5 della deliberazione istitutiva - l'incarico di effettuare studi ad hoc. Inoltre, in collaborazione con le strutture del Senato, fu predisposta una copiosa documentazione che raccoglieva le interrogazioni e le interpellanze, presentate nella X legislatura alla Camera e/o al Senato, su fatti attinenti la materia oggetto dell'inchiesta (in collaborazione con l'Ufficio dell'archivio e delle informazioni parlamentari - Servizio affari generali); la raccolta della giurisprudenza costituzionale, penale e civile - reperita mediante il sistema informativo della Suprema Corte di cassazione - attinente la materia oggetto dell'inchiesta (in collaborazione con l'Ufficio ricerche nel settore giuridico e storico-politico - Servizio studi); la rassegna stampa degli articoli apparsi sui principali quotidiani e periodici su materie di interesse dell'inchiesta parlamentare (in collaborazione con l'Ufficio documentazione-stampa del Servizio studi).
La Commissione approvò la relazione conclusiva (relatore Lama, Doc. XXII-bis, n. 2) - dalla quale abbiamo estratto ed elaborato il presente testo - nella seduta del 2 agosto 1989 e la comunicò alla Presidenza del Senato il 4 dello stesso mese.