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serie 3 Metropolitana milanese (1985 - 1999)

Il 15 febbraio 1994, a Milano, i sostituti procuratori Gherardo Colombo e Paolo Ielo e i procuratori Piercamillo Davigo e Antonio Di Pietro, a conclusione dell'inchiesta sugli appalti della metropolitana milanese, chiedono il rinvio a giudizio per concorso in corruzione e illecito finanziamento dei partiti di 102 persone fra le quali Bettino Craxi, Claudio Dini, Silvano Larini, Enza Tomaselli (Psi); Antonio Del Pennino e Giacomo Properzi (Pri); Maurizio Prada (Dc); Aldo Valentino Moro (Psdi); Gianni Cervetti, Barbara Pollastrini, Sergio Soave, Luigi Carnevale, Roberto Cappellini e Roberto Camagni (Pci-Pds). In particolare Craxi, deputato al Parlamento, deve rispondere di ventuno accuse di corruzione aggravate da tredici violazioni alla legge sul finanziamento dei partiti e da venti turbative d'asta. All'ex presidente del Consiglio i giudici del pool contestano di aver ricevuto 16 miliardi e 870 milioni di lire di tangenti, che sarebbero transitati prima da Antonio Natali e poi da Silvano Larini e provenienti dalle imprese impegnate negli appalti per i lavori della Metropolitana milanese. Un fiume di denaro che veniva spartito fra tutti i partiti secondo percentuali rigide: il 18,5% alla Dc e al Pci, l' 8% al Pri, il 17% al Psdi. Le uniche tangenti di cui Craxi non viene chiamato a rispondere sono quelle relative al lotto 2PB dei lavori per il passante ferroviario. Per otto delle 102 persone il cui nome era stato iscritto nel registro degli indagati viene chiesta l' archiviazione: Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Renato Amorose, Carlo De Benedetti e altri imprenditori.
Il giudice per le indagini preliminari Italo Ghitti fissa la prima udienza preliminare per il 19 aprile 1994; le altre udienze preliminari, nel corso delle quali 65 persone otterranno il patteggiamento, si svolgeranno fra il 20 maggio e l'8 giugno 1994. Gli imputati sono ventinove, il vertice politico ed economico milanese, e devono rispondere dei 54 miliardi di lire di tangenti passate di mano nell'arco di dieci anni. Tra essi Craxi, l'ex segretaria provinciale del Pci-Pds Barbara Pollastrini, l'appartenente all'area riformista-migliorista del Pci nonché vicepresidente della Lega delle cooperative Sergio Soave, il segretario del Pci milanese Roberto Cappellini, l'ex deputato, leader dell'ala destra comunista, Gianni Cervetti, il deputato repubblicano Antonio Del Pennino e il suo uomo di fiducia Giacomo Properzj, i costruttori Vincenzo Romagnoli e Paolo Pizzarotti, gli uomini Fiat Francesco Paolo Mattioli e Antonio Mosconi, i manager del gruppo Ligresti. L'accusa per tutti è di concorso in corruzione e violazione alla legge sul finanziamento dei partiti. Tra i prosciolti Piero Ogna, direttore generale della Metropolitana milanese.
Le udienze si svolgono dal 20 settembre 1994 al 16 aprile 1996, data in cui viene emessa la sentenza. All'udienza del 20 settembre due posizioni vengono stralciate e 21 imputati, ad eccezione di Craxi, Barbara Pollastrini, Gianni Cervetti, Paolo Francesco Mattioli, l'imprenditore Luigi Civardi e il cooperatore della Cmb Cesare Rinaldi, chiedono il rito alternativo. All'udienza del 26 ottobre 1994 patteggiano la pena Roberto Cappellini (un anno e dieci mesi), Antonio Del Pennino (un anno e 8 mesi), Giacomo Properzj (11 mesi), e Sergio Soave (un anno e 5 mesi). All'udienza del 29 giugno 1995, i legali di Craxi, Giannino Guiso e Enzo Lo Giudice mettono in dubbio l'operato della Procura di Milano chiedendo di acquisire i tabulati delle telefonate effettuate fra il febbraio e il maggio 1992 da Giuseppe Lucibello, avvocato difensore di Maurizio Prada, con il suo assistito, con Antonio Di Pietro, Sergio Radaelli e Antonio D'Adamo; nella memoria presentata dai difensori di Craxi si chiede inoltre al tribunale la verifica delle prove presentate dalla Procura relative all'inchiesta sulla Metropolitana milanese. La mossa degli avvocati di Craxi si basa sulle confidenze che l'ex capo della polizia Vincenzo Parisi avrebbe fatto allo stesso Craxi nell'estate del 1992. Secondo la memoria degli avvocati, Parisi riferì a Craxi di quelle strane telefonate. Fra le carte di Lo Giudice è conservata una lettera di Parisi a Craxi del 16 dicembre 1992 (fascicolo 161).
All'udienza del 17 luglio, subito rinviata per lo sciopero degli avvocati, il pubblico ministero Paolo Ielo annuncia di aver depositato in cancelleria la richiesta di dichiarazione di latitanza per Craxi. Guiso obietta che prima di dichiarare la latitanza si deve dimostrare che Craxi, quando è entrato in Tunisia, era a conoscenza del divieto di espatrio, visto che è proprio questo l'argomento impiegato per ordinarne la cattura e ribadisce di non avere ancora ricevuto copia del provvedimento di custodia cautelare del 7 luglio ma di averne letto il testo sul quotidiano «la Repubblica». Nonostante le obiezioni del difensore Craxi viene dichiarato latitante il 20 luglio 1995.
Nel corso dell'udienza del 29 settembre 1995, il sostituto procuratore Paolo Ielo afferma che Craxi è l'ispiratore di almeno due campagne giornalistiche: quella sull'appartamento dato in affitto ad Antonio Di Pietro, condotta da Vittorio Feltri su «Il Giornale» e quella su una presunta insurrezione della Lega nord condotta da «Italia settimanale». Ielo presenta un incartamento contenente le intercettazioni delle telefonate dell'ex segretario del Psi con amici e giornalisti, testi che la stampa riprenderà ampiamente il giorno successivo.

La serie contiene atti processuali e non relativi al procedimento penale cosiddetto della Metropolitana milanese.

Ordinamento e struttura

La serie è stata suddivisa in 6 sottoserie: la prima , con documenti dal 1985 al 1995, conserva i verbali delle sommarie informazioni testimoniali, degli interrogatori e delle deposizioni rese al processo Cusani che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio; la seconda , con documenti dal 1994 al 1996 conserva atti processuali e non afferenti al I grado di giudizio: verbali delle udienze, liste testimoniali, memorie difensive, appunti della difesa, documentazione successivamente acquisita agli atti, sentenza; la terza, , con documenti dal 1996 al 1997, conserva gli atti processuali e non afferenti al II grado di giudizio; la quarta , con documenti dal 1997 al 1998 conserva gli atti processuali relativi all'istanza di rimessione del processo ad altra sede giudiziaria; la quinta , con documenti del 1998, conserva gli atti processuali e non afferenti al II grado di giudizio in sede di rinvio; la sesta , con documenti dal 1998 al 1999, conserva la documentazione, processuale e non, afferente all'ultimo grado di giudizio.

Descrizione

207 fascicoli.

Note

Il procedimento è identificato dal numero 12043/93 del Registro generale delle notizie di reato (rgnr).

Antroponimi

Colombo, Gherardo Ielo, Paolo Davigo, Piercamillo Di Pietro, Antonio Dini, Claudio Larini, Silvano Tomaselli, Enza Del Pennino, Antonio Properzi, Giacomo Prada, Maurizio Moro, Aldo Valentino Cervetti, Gianni Pollastrini, Barbara Soave, Sergio Carnevale, Luigi Cappellini, Roberto Camagni, Roberto Natali, Antonio Larini, Silvano Tognoli, Carlo Pillitteri, Paolo Amorose, Renato De Benedetti, Carlo Ghitti, Italo Cervetti, Gianni Romagnoli, Vincenzo Pizzarotti, Paolo Mattioli, Francesco Paolo Mosconi, Antonio Ogna, Piero Civardi, Luigi Rinaldi, Cesare Guiso, Giannino Lucibello, Giuseppe Prada, Maurizio Radaelli, Sergio D'Adamo, Antonio Parisi, Vincenzo Feltri, Vittorio

Enti

Metropolitana milanese Cooperativa muratori e braccianti Italia settimanale, periodico Giornale (Il), periodico Repubblica (La), periodico

Luoghi

Tunisia

Segnatura archivistica

Studio legale dell'avv. Enzo Lo Giudice: carte processuali Craxi, 3.3

Studio legale dell'avv. Enzo Lo Giudice: carte processuali Craxi

1978 - 2002 con documenti dal 1978 e al 2002

1145 fascicoli.

Inventario a cura di Noemi Procaccia e Pierpaolo Caputo.

ricerca libera