Silvio Gai1921 - 1984
Silvio Gai (Roma 1873 - Livorno 1967): secondo figlio del pittore romano Francesco Gai, operaio meccanico elettricista, capo operaio elettricista montatore all'Ansaldo di Genova, caporeparto Cantiere Navale di Livorno, fondatore e amministratore Società Anonima Marchigiana di Elettricità, responsabile del fascismo marchigiano dal 1919, deputato del Blocco Nazionale nel 1921, sottosegretario al ministero del Lavoro e Previdenza Sociale nel 1922-1923, confermato alla Camera nel 1924, anno nel quale assume la presidenza della Società Mediterranea di Elettricità che terrà sino al 1940, presidente della Società Anonima Italiana Liquidi Combustibili Ancona creata a Roma nel 1925, escluso dalle liste delle elezioni plebiscitarie del 1929 e del 1934, senatore dal 1939, fondatore, e presidente dal 1940 al 1945, dell'Ente Nazionale Metano e della Società Nazionale Metanodotti, ministro dell'Economia Corporativa dal settembre al dicembre 1943, dimissionario, sostituito da Angelo Tarchi, commissario dell'Agip conduce nel 1944 ricerche di metano, arrestato nel 1945, imputato e assolto dall'accusa di profitti di regime e per i fatti di Ancona dell'agosto 1922, si ritira ad Antignano di Livorno, svolge episodica attività di pubblicista soprattutto in difesa della sua attività e del "suo" Ente Nazionale Metano sino alla scomparsa (cfr. Michele Millozzi, Il fascismo marchigiano nei fondi dell'A.C.S. (1922-1925), Urbino, Argalìa, 1977, pp.23-24; https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/A_f?OpenPage GAI SILVIO, Fascicolo personale; per un minuzioso profilo biografico Un grande italiano: Silvio Gai, nel foglio "Sentinella d'Italia", a. XXII, nuova serie, n.69, 23 marzo - 10 aprile 1968). A guerra conclusa, Enrico Mattei, nel rifiutarsi di smantellare le strutture estrattive e di distribuzione metanifere create nella pianura padana dall' E.N.M., dalla collegata S.N.A.M. e dell'A.G.I.P, darà inizio a quella sua straordinaria "avventura" che sfocerà, alcuni anni dopo, nella fondazione dell' E.N.I.
Le carte sono state raccolte dai familiari e - epurate da quelle di carattere strettamente privato - custodite dalla figlia di Silvio Gai, Clara Gai in Cannoniere, che le conserva sino al luglio 1976 allorché, nell'allora località di sua residenza a Mordano (Bologna), ne fa dono a Michele Millozzi a titolo di apprezzamento per un suo studio sulle origini del fascismo nell'Anconitano, saggio nel quale un ruolo di primo piano aveva ovviamente avuto la figura di Silvio Gai. Il dono trovava la sua motivazione nel fatto che - a detta della signora Gai - nessuno della sua famiglia si sarebbe mai occupato della storia personale, politica, professionale di Silvio Gai. Successivamente - ad eccezione dell'opera sopra citata a proposito del profilo di Silvio Gai - gli interessi culturali di Millozzi si sono orientati verso studi differenti, estranei alla figura e all'opera di Silvio Gai. I contatti del possessore dell'Archivio con la signora Clara Gai Cannoniere si ripetono nel 1981 allorché, ad Antignano, quartiere livornese nel quale si era intanto trasferita con la sua famiglia, la signora Gai rilasciò alla TV di RAI 3 Marche - con la presenza di Millozzi come consulente storico - un'intervista per il programma televisivo Le origini del fascismo nelle Marche trasmesso nella primavera del 1981.
Per il loro contenuto, sono altresì da ritenersi facenti parte dell'Archivio tre lettere autografe della signora Clara Gai Cannoniere inviate a Millozzi; due nella tarda primavera del 1976 ed una del febbraio del 1984. In considerazione del loro contenuto in piena armonia con la raccolta documentaria in questione, le missive vengono inserite - insieme con le loro copie dattiloscritte effettuate dall'attuale conservatore - in un'unica busta con intestazione "Clara Gai Cannoniere a Michele Millozzi - 1976", busta che viene collocata nel fascicolo 98 del presente Archivio.
Silvio Gai
1921 - 1984 con docc. dal 1919
10 buste, 95 fascicoli
Digitalizzazione della documentazione a cura dei militari del Nucleo speciale commissioni parlamentari d'inchiesta della Guardia di finanza e dell'Arma dei carabinieri assegnati all'Archivio storico.