senato.it | archivio storico

Ivo Butini[anni 1950 - 2016]

Ivo Butini è nato a Firenze il 16 agosto 1927, in una famiglia della piccola borghesia impiegatizia. Ha studiato a Firenze, e il periodo della sua istruzione coincise essenzialmente con gli ultimi anni della dittatura fascista e della Seconda Guerra Mondiale.
Aderì giovanissimo alla Democrazia Cristiana, quando ancora era un movimento politico clandestino: «Nelle ultime fasi della guerra la situazione italiana era estremamente complessa. Gli Americani e gli Inglesi al sud, i Tedeschi al centro-nord. Questa era l'Italia in cui io passai gli ultimi anni dell'adolescenza. Ecco, che fa un ragazzo di sedici o diciassette anni? Di fronte a questa baraonda, il sottoscritto scelse la Democrazia Cristiana». Ne avrebbe percorso tutti i gradi della carriera politica, dai movimenti giovanili locali ai vertici nazionali.
Fece parte della Gioventù Italiana, di cui divenne Commissario provinciale e inter-provinciale.
Conclusi gli studi magistrali, esercitò nel dopoguerra la professione di maestro elementare. Organizzò e diresse servizi di assistenza e integrazione scolastica, partecipando ad attività nazionali di studio e di ricerca. Dal 1961 si sarebbe occupato di assistenza scolastica nel quadro del Consorzio Provinciale dei Patronati Scolastici della provincia di Firenze, di cui è stato segretario, facendo altresì parte del Consiglio provinciale scolastico.
Nell'immediato dopoguerra, la DC fiorentina vedeva come protagonisti esponenti del disciolto Partito Popolare di Luigi Sturzo quali Attilio Piccioni, Adone Zoli, Renato Branzi, tutti vicini ad Alcide De Gasperi e con importanti incarichi nazionali nel partito, nel Parlamento e nel Governo. Insieme a questi interpreti della politica degasperiana, si muovevano giovani cattolici maggiormente affascinati dalle posizioni sul partito e sullo Stato espresse a livello nazionale da Giuseppe Dossetti. Butini era fra di essi.
L'avvento di Amintore Fanfani alla guida della Democrazia Cristiana nel 1954, con la corrente maggioritaria di "Iniziativa Democratica", rappresentò l'affermazione di una nuova generazione che, nel solco dell'eredità degasperiana, vi apportava ispirazioni dossettiane. In questo nuovo corso della Democrazia Cristiana si inserì Butini, il cui legame con Fanfani rimase saldo per molti anni diventando uno dei protagonisti della successiva corrente fanfaniana denominata "Nuove Cronache", in linea di continuità con la rivista dossettiana "Cronache Sociali".
Eletto consigliere comunale al comune di Carmignano, divenne assessore dal 1956 al 1960, mentre a Firenze sosteneva la politica di "apertura a sinistra" verso il Partito Socialista Italiano che avrebbe portato ai primi governi locali di centro-sinistra.
Nel 1962, a conclusione del VIII Congresso nazionale della DC, venne eletto nel Consiglio nazionale del partito nella lista congressuale "Linea Moro-Fanfani". Rimarrà nel cosiddetto "parlamentino" della Democrazia Cristiana, in qualità di eletto nelle liste congressuali o come membro di diritto, fino allo scioglimento del partito.
Nel 1963 venne eletto Segretario provinciale della DC di Firenze, carica che tenne fino al 1969. In linea con la concezione fanfaniana del partito, furono anni di rafforzamento organizzativo della DC fiorentina e di potenziamento significativo delle attività formative, soprattutto a favore dei più giovani quadri del partito.
A seguito del IX Congresso nazionale (1969) venne eletto membro della Direzione centrale della DC.
Nel giugno 1970 guidò la lista della Democrazia Cristiana a Firenze in occasione delle prime elezioni regionali, risultando il consigliere regionale più votato in Toscana. A seguito del mancato raggiungimento della maggioranza assoluta dei seggi da parte del Partito Comunista, fu protagonista della cosiddetta "battaglia di Toscana", tesa ad affermare anche a livello regionale la coerenza dell'alleanza di centro-sinistra realizzata a livello nazionale. Una diversa scelta del PSI toscano portò alla nascita della prima di una serie di giunte di sinistra. Nella I legislatura regionale fu membro della Commissione Affari istituzionali, seguendo in particolar modo la stesura del primo Statuto della Regione Toscana.
Nel giugno 1975 venne rieletto consigliere regionale, e durante la legislatura fece parte della Commissione Affari istituzionali e della Commissione speciale per la CEE, e divenne vicepresidente della Commissione speciale per la Programmazione economica.
Durante gli anni del suo impegno nel Consiglio regionale della Toscana (1970-1979) ha assunto il ruolo di Presidente del Gruppo democristiano dal 1970 al 1973, e dal 1973 al 1976 ricoprì l'incarico di Segretario regionale della DC.
Sul piano nazionale, nel 1973 fu tra gli esponenti della corrente di "Nuove Cronache" che concorsero a realizzare quello che venne chiamato il "patto di Palazzo Giustiniani", ovvero l'accordo nella Democrazia Cristiana che riportò Amintore Fanfani alla Segreteria nazionale della DC e Aldo Moro nella maggioranza interna al partito (e successivamente alla Presidenza del Consiglio).
Dopo la sconfitta subita nelle elezioni politiche del giugno 1979, fece parte del Comitato regionale di Controllo della Toscana dal 1980 al 1983.
Candidato dalla DC nel collegio di Montevarchi, fu eletto senatore della Repubblica nelle elezioni politiche del giugno 1983. Componente del Gruppo Democratico Cristiano, venne eletto Segretario dell'Ufficio di Presidenza nel luglio 1984. Nella IX legislatura fu membro della IV Commissione permanente (Difesa) del Senato dall'agosto 1983, di cui divenne Segretario nel settembre 1985. In tale ruolo seguì vari provvedimenti relativi alle Forze armate, tra cui la riforma del servizio militare di leva di cui fu relatore. Fece parte inoltre della Commissione parlamentare per le questioni regionali a partire da gennaio 1986.
Ricandidato dalla DC sempre nel collegio di Montevarchi, fu confermato senatore nelle elezioni politiche del giugno 1987. Segretario del Gruppo parlamentare Democratico Cristiano dall'ottobre 1987, anche nella X legislatura fece nuovamente parte della IV Commissione permanente (Difesa).
In questa X legislatura fece parte di tre governi. Dall'aprile 1988 al luglio 1989 fu Sottosegretario di Stato per l'Industria, il Commercio e l'Artigianato nel Governo De Mita. Dal luglio 1989 all'aprile 1991 ricoprì il ruolo di Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri nel VI Governo Andreotti, confermato in tale incarico anche dall'aprile 1991 al giugno 1992 nel VII Governo Andreotti. Negli anni trascorsi al Ministero degli Affari Esteri si è occupato delle comunità italiane all'estero, della cooperazione allo sviluppo, dell'ambiente, e delle relazioni dell'Italia con i Paesi dell'America centrale.
Candidato per la terza volta nel collegio di Montevarchi, venne rieletto senatore nelle elezioni politiche dell'aprile 1992. Nella XI legislatura tornò a far parte della IV Commissione permanente (Difesa), e venne altresì nominato componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, presieduta da Luciano Violante.
Una volta dissolta la Democrazia Cristiana, non si candidò più a nessuna carica elettiva. Partecipò ad alcuni tentativi di ricomposizione del mosaico democratico cristiano, attraverso la partecipazione ad alcuni partiti post-democristiani e il collegamento con esponenti e raggruppamenti di tutte le diverse espressioni del vecchio partito.
Tra le associazioni politiche e culturali di cui è stato membro si ricordano l'Associazione degli ex Parlamentari della Repubblica Italiana (di cui è stato consigliere e tesoriere), l'Associazione dei Consiglieri regionali onorari della Toscana (di cui è stato vice presidente), il Comitato Atlantico Italiano (di cui è stato consigliere), l'Associazione Popolo Parlamento Istituzioni, l'Associazione nazionale dei Democratici Cristiani. Giornalista pubblicista, è stato per molti anni iscritto all'Ordine dei giornalisti della Toscana.
Tra gli incarichi pubblici ricoperti nel corso degli anni si segnalano quelli di consigliere d'amministrazione di Firenze Expo & Congress.
Fondò e presiedette l'Istituto di studi politici "Renato Branzi", intitolato ad una delle figure più rappresentative del Partito Popolare in Toscana e della Democrazia Cristiana a livello regionale e nazionale. L'Istituto Branzi ha avuto lo scopo di diffondere, soprattutto tra i giovani, la cultura politica e sociale attraverso la promozione di studi, ricerche e convegni, favorendo gli scambi culturali in Italia e in Europa. In una prima fase l'Istituto si è focalizzato soprattutto sulla formazione politica; ad essa si è affiancata nel corso del tempo l'attività di scambi culturali e di viaggi in Europa, contribuendo a formare giovani, insegnanti, operatori economici e sociali alla politica europea e atlantica.

Ivo Butini

[anni 1950 - 2016]

105 scatoloni

Non consultabile

ricerca libera