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Anonima banchieri (III leg.) - Documenti e Atti parlamentari

Periodo di attività della Commissione: III leg. (22 ottobre 1958 - 17 dicembre 1958)


La «Commissione parlamentare d'inchiesta per esaminare il comportamento degli organi della pubblica Amministrazione in ordine alla cosiddetta "Anonima Banchieri"» è stata istituita con la legge 18 ottobre 1958, n. 943, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 255 del 21 ottobre 1958.


Quanto all'oggetto, esso discendeva dalla scoperta, nell'agosto del 1958, dello scandalo della cosiddetta "Anonima Banchieri" il cui principale protagonista era Giovanni Battista Giuffrè, ex cassiere in un Istituto bancario di Imola. Giuffrè cominciò ad amministrare denaro per conto di parrocchie e istituti religiosi. Dopo il 1949 la sua attività assunse prevalentemente un aspetto diverso, consistente nella raccolta di fondi anche di privati, con corresponsione di interessi altissimi. L'attività del Giuffrè, che inizialmente era limitata a poche zone (Cesena, Rimini e Bologna) successivamente si ampliò, estendendosi soprattutto nella Romagna e nelle Marche, raggiungendo l'Umbria, il Lazio e anche l'Italia meridionale. L'attività dell'ex bancario era stata prevalentemente un sistema di raccolta di denaro a catena. Gli interessi sui capitali versati venivano corrisposti prelevandoli dai capitali di nuovo afflusso e ciò implicava una raccolta sempre più vasta di somme, favorita dagli elevati interessi promessi, poi non più dati.


Il 27 agosto 1958 il deputato Malagodi presentò una proposta di inchiesta parlamentare sul caso Giuffrè (n. 243), presa in considerazione il 19 settembre 1958, rimasta però presso la Commissione Finanze e tesoro della Camera. Il 23 settembre 1958 fu invece il senatore Jannaccone a presentare un'altra proposta d'inchiesta parlamentare sulla stessa vicenda (Doc. n. 10), proposta che fu assegnata alla Commissione Finanze e tesoro del Senato e poi ritirata il 29 ottobre 1958. La Commissione venne quindi istituita con un disegno di legge del deputato Malagodi (n. 318), presentato alla Presidenza della Camera il 1° ottobre 1958 e poi approvato dall'Assemblea di Montecitorio nella seduta del 14 ottobre. Trasmessa al Senato (n. 163) il giorno seguente, fu discussa e approvata dall'Assemblea di Palazzo Madama il 17 ottobre, diventando la legge 18 ottobre 1958, n. 943.


La Commissione ebbe le finalità: di esaminare il comportamento degli organi della pubblica Amministrazione in ordine alla cosiddetta "Anonima Banchieri" e di riferirne al Parlamento; accertare in particolare se gli organi locali preposti all'ordine pubblico, al controllo del credito e al controllo fiscale avessero segnalato o meno agli organi centrali e questi, a loro volta, ai membri competenti del Governo, l'attività della stessa e i dubbi da essa sollevati; accertare quali misure fossero state prese al riguardo dal Governo e dagli altri organi della pubblica Amministrazione. Le direttive sulle quali si indirizzò l'inchiesta della Commissione furono principalmente due: una incentrata sull'ampiezza del fenomeno, e cioè quale fosse l'ammontare delle somme ricevute dal Giuffrè e di quelle da questi pagate o da pagare per interessi, e quale l'ammontare delle opere eseguite; l'altra finalizzata ad accertare da quali fonti il Giuffrè traesse i mezzi per svolgere la sua attività.


In base all'articolo 2 della legge istitutiva, la Commissione era composta da 15 deputati e da 15 senatori scelti dai Presidenti delle Camere i quali designavano anche il Presidente della Commissione al di fuori dei predetti componenti della Commissione, tra i parlamentari dell'una o dell'altra Camera. La Commissione si costituì il 22 ottobre 1958, con la nomina a Presidente del senatore Giuseppe Paratore. La Commissione lavorò dal 23 ottobre al 30 novembre 1958, ascoltando 51 testimoni. Terminò i suoi lavori con la presentazione della relazione conclusiva (relatore Paratore, Doc. n. 18, in Senato; Doc. XI, n. 1, alla Camera dei deputati) comunicata alle Presidenze di Camera e Senato il 17 dicembre 1958, nella quale, pur arrivando a delineare la strategia e il flusso di denaro dell'organizzazione, non ebbe modo di accertare se fossero coinvolte personalità politiche ed industriali. Ciò nonostante, il clamore e l'esperienza del caso Giuffrè portarono il Governo italiano a introdurre successivamente una più severa normativa sulla raccolta del risparmio, che fu concessa solo a soggetti autorizzati dalla Banca d'Italia e dagli organi istituzionali di controllo del sistema bancario.

Anonima banchieri (III leg.) - Documenti e Atti parlamentari

bb.12, fascc. 17.

Non consultabile. Lavoro di ordinamento e inventariazione in corso.
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