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Intimidazioni amministratori locali (XVII leg.) - Documenti e Atti parlamentari2001 - 2014

Periodo di attività della Commissione: XVII leg. (26 marzo 2014 - 3 marzo 2015)


Questa Commissione fu istituita con il compito di svolgere indagini sui reiterati episodi di intimidazione anche non riconducibili alla mafia o ad altre organizzazioni criminali, che avevano per destinatari gli amministratori locali. Si tratta di una tematica che, nel corso delle precedenti legislature, non è stata mai oggetto di specifica inchiesta parlamentare, se non a latere nell'ambito dell'attività di indagine delle Commissioni antimafia. È solo nella XVI legislatura, che il Parlamento si è trovato, per la prima volta, con l'esame del Doc. XXII, n. 30, presentato alla Camera dalla deputata Lo Moro e altri, a valutare l'istituzione di una Commissione di inchiesta ad hoc sul fenomeno intimidatorio ai danni degli amministratori locali. Superati i timori, emersi nel corso della discussione, di una possibile sovrapposizione con l'attività della Commissione bicamerale antimafia, la Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, giunse alla approvazione, in sede referente, del documento. Tuttavia, le vicende politiche che decisero l'andamento della legislatura, determinando lo scioglimento anticipato delle Camere, non consentirono alla Assemblea di approvare definitivamente la proposta, impedendo la costituzione della Commissione di inchiesta.


Nella XVII legislatura, il 22 maggio 2013, una analoga proposta di istituzione di una Commissione di inchiesta su tale fenomeno (Doc. XXII, n. 10) fu quindi ripresentata in Senato dalla senatrice Lo Moro e da altri senatori, dove, superati i dubbi, riemersi in sede referente presso la Commissione Affari costituzionali che lo esaminava, circa una possibile sovrapposizione con l'attività della Commissione antimafia, fu finalmente approvata dall'Aula nella seduta antimeridiana del 3 ottobre 2013, dando origine alla deliberazione istitutiva.


Dopo aver esplicitato, all'articolo 1, secondo comma, cosa si intendesse per "intimidazioni" («per intimidazioni si intendono gli atti di qualunque matrice, quali minacce, danneggiamenti o aggressioni, compiuti contro le persone o contro bene pubblici o privati, posti in essere con l'obiettivo di condizionare l'attività degli amministratori locali e il libero e democratico esercizio della funzione rappresentativa e di governo locali da essi svolta»), la deliberazione istitutiva, all'articolo 2, indicava gli obiettivi dell'inchiesta: «1) svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali; 2) valutare la natura e le caratteristiche dei motivi che hanno provocato un incremento delle intimidazioni; 3) verificare la congruità della normativa vigente in materia e della sua applicazione; 4) accertare il livello di attenzione e la capacità di intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione delle intimidazioni; 5) proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto delle intimidazioni per garantire il migliore e libero esercizio delle funzioni attribuite agli enti e agli amministratori locali».


La «Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali» è stata quindi costituita - ai sensi della deliberazione del 3 ottobre 2013, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 239 del 11 ottobre 2013 - il 26 marzo 2014, eleggendo tra i suoi venti componenti (nominati dal Presidente del Senato il 25 marzo 2014) il suo ufficio di Presidenza e la senatrice Doris Lo Moro a suo Presidente. L'attività della Commissione venne successivamente prorogata con deliberazione del 30 luglio 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2014, e successivamente con deliberazione 9 dicembre 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 290 del 15 dicembre 2014.


L'attività della Commissione, in base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 3, della deliberazione istitutiva, doveva concludersi con l'approvazione della relazione finale entro il 27 settembre 2014. Ai fini del completamento dell'attività conoscitiva intrapresa dalla Commissione fu necessario un ampliamento del termine previsto per la conclusione dell'attività d'inchiesta: furono così approvate due proroghe trimestrali che spostarono il termine per la conclusione dei lavori al 26 marzo 2015.


Per il raggiungimento dei propri obiettivi la Commissione svolse un ampio lavoro di indagine, attraverso acquisizioni di dati e documenti, audizioni e sopralluoghi. Ai fini di un migliore svolgimento dell'inchiesta, la Commissione stabilì rapporti di collaborazione, a titolo gratuito, con una serie di consulenti e attivò, all'indomani dell'avvio dei propri lavori, una apposita casella di posta elettronica, messa a disposizione degli amministratori locali e dei cittadini per la denuncia diretta di atti di intimidazione.


Per ciò che concerne la definizione di un esauriente quadro informativo, preliminare alla stessa attività inquirente, la Commissione acquisì una ampia documentazione: al fine di approfondire la conoscenza delle diverse realtà dove il fenomeno assume una significativa consistenza quantitativa e qualitativa furono acquisite relazioni sull'entità del fenomeno, predisposte con riguardo a ciascuna provincia dai rispettivi prefetti. Più in particolare, la Commissione, delimitando il campo di indagine al periodo 2013 - primo quadrimestre 2014, chiese alle singole prefetture di indicare i dati numerici, riferiti a tale arco temporale disaggregati per comuni, relativi alle diverse tipologie degli atti di intimidazione, ai destinatari, comprendendo anche gli atti rivolti al danneggiamento ovvero alla distruzione di beni di pertinenza degli enti locali; quelli riferiti anche a consiglieri regionali nonché ai dipendenti degli enti locali il cui obiettivo fosse presumibilmente quello di condizionare l'attività dell'ente di appartenenza. La Commissione sollecitò le prefetture anche a dare conto delle possibili motivazioni, ove individuate, e dell'eventuale esito investigativo delle singole vicende. Contestualmente a tale richiesta, in ragione della supposta connessione fra episodi intimidatori e tornate elettorali, ad alcune prefetture furono richieste puntuali informative con riguardo alla rilevazione di episodi intimidatori riscontrati in concomitanza con il rinnovo, nel mese di maggio, di molte amministrazioni comunali. Tale documentazione fece emergere un quadro fortemente variegato sia in termini di incidenza del fenomeno, più presente nelle aree del Mezzogiorno d'Italia, e sia sul piano delle motivazioni e delle modalità intimidatorie.


La Commissione ritenne inoltre opportuno procedere all'analisi della documentazione disponibile di fonte pubblica relativa alle materie di oggetto dell'inchiesta. Furono così acquisite le relazioni periodiche predisposte dalla Direzione nazionale antimafia (DNA) e dalla Direzione investigativa antimafia (DIA) e le Relazioni al Parlamento sulla politica dell'informazione per la Sicurezza, con riferimento agli anni 2013 e 2014.


Per un completo monitoraggio dei singoli episodi intimidatori la Commissione svolse anche un esame sistematico degli atti di sindacato ispettivo presentati in ambedue i rami del Parlamento nella XVI e nella XVII legislatura. Altrettanto proficua è stata la decisione della Commissione di dialogare con le autorità requirenti attraverso l'acquisizione di atti processuali - in particolare, ordinanze di custodia cautelare - relativi a vicende giudiziarie connesse ad episodi intimidatori.


Nell'ambito della ricostruzione della connessione fra il fenomeno intimidatorio e gli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa, si inserirono, poi, le richieste di informative inoltrate dalla Commissione al Ministro dell'Interno in relazione alle procedure preliminari allo scioglimento: furono così acquisite, oltre all'elenco recante l'indicazione dei comuni per i quali l'avvio di tali procedure risultò connesso a episodi intimidatori ai danni di amministratori locali, anche puntuali relazioni concernenti singoli casi di scioglimento. Il quadro informativo acquisito complessivamente confermò un dato comune a tutt'oggi persistente: la perifericità degli enti locali in termini istituzionali e dal punto di vista della comunicazione non corrisponde né all'ampiezza delle funzioni né al carico di istanze dei cittadini alle quali tali soggetti sono chiamati a far fronte, con conseguente necessità di una più generale e permanente attenzione al fenomeno.


Il 26 febbraio 2015 la Commissione approvò la relazione conclusiva (relatore Lo Moro, Doc. XXII-bis, n. 1), dalla quale sono state tratte le indicazioni qui riportate concernenti i lavori svolti, che venne trasmessa alla Presidenza del Senato il 3 marzo 2015.

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