senato.it | archivio storico

Inquinamento fiume Sarno (XIV leg.) - Documenti e Atti parlamentari

Periodo di attività della Commissione: XIV leg. (8 ottobre 2003 - 14 aprile 2006)


La «Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'inquinamento del fiume Sarno» è stata istituita con deliberazione del 2 aprile 2003 del Senato della Repubblica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 81 del 7 aprile 2003. La Commissione era composta da 20 senatori nominati dal Presidente del Senato (nomina annunciata il 22 luglio 2003) e si costituì l'8 ottobre 2003, eleggendo il suo ufficio di Presidenza e il senatore Carmine Cozzolino a suo Presidente. L’attività della Commissione venne successivamente prorogata con deliberazione del 20 luglio 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 27 luglio 2005.


Il problema dell'inquinamento dei corsi d'acqua italiani è noto e richiamare l’attenzione sulla vicenda e sulla condizione del fiume Sarno fu la premessa della richiesta di istituire tale Commissione.


Il Senato iniziò a interessarsi alle problematiche del bacino del Sarno nella XII legislatura, con una indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Territorio e ambiente. L’indagine si concluse con una relazione (Doc. XVII, n. 5) i cui risultati motivarono il senatore Cozzolino, assieme ad altri senatori, a presentare una proposta per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sullo stesso argomento (Doc. XXII, n. 12). Presentata nel giugno 1995, la proposta non ebbe seguito, arenandosi in Commissione Territorio e ambiente durante l’esame in sede referente. Nella XIII legislatura, poi, furono presentati al Senato due documenti sull'inquinamento del suolo, dei corsi d'acqua e delle falde acquifere: la relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva «sulla difesa del suolo», svolta sempre dalla Commissione Territorio e ambiente (Doc. XVII, n. 5) e la proposta, del senatore Cozzolino e di altri senatori, di istituire una Commissione d’inchiesta «sull’inquinamento del fiume Sarno» (Doc. XXII, n. 8), proposta che non ebbe seguito.


Nella XIV legislatura, il 13 luglio 2001, era stato, quindi, presentato alla Presidenza del Senato il Doc. XXII, n. 3 che, reiterando le proposte delle precedenti legislature, chiedeva l’istituzione di una «Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'inquinamento del fiume Sarno». Presentato dal senatore Cozzolino e da altri senatori, il documento fu esaminato in sede referente dalla Commissione Territorio e ambiente del Senato e poi discusso dall’Assemblea di Palazzo Madama il 2 aprile 2003, data in cui venne da questa approvato, dando vita alla deliberazione istitutiva della Commissione.


In base all'art. 1 della deliberazione istitutiva, la Commissione aveva il compito di: «a) accertare il tasso di inquinamento del fiume Sarno e del suo bacino idrografico e le cause che lo hanno determinato; b) accertare le relative responsabilità di amministratori di enti pubblici, territoriali e non, che in qualsiasi modo si siano occupati del suddetto bacino idrografico; c) accertare lo stato dei progetti di disinquinamento in atto e la destinazione dei fondi stanziati, nonché il loro effettivo utilizzo; d) accertare lo stato di applicazione della normativa sull'inquinamento delle acque, da parte di soggetti pubblici e privati, con particolare riferimento all'impiego di provvidenze pubbliche destinate ad evitare l'inquinamento; e) accertare lo stato, la consistenza e l'efficienza delle opere di collettamento fognario e di depurazione delle acque reflue civili e industriali gravitanti sul fiume Sarno, nonché i loro costi di costruzione e di esercizio; f) accertare se sono regolarmente ed efficacemente effettuati dai soggetti competenti la gestione, la manutenzione e il controllo dei canali artificiali scolanti nel fiume Sarno; g) svolgere indagini atte a far luce sulla gestione delle iniziative di disinquinamento in atto, sulle organizzazioni che le gestiscono, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale; h) individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore ed altre attività economiche; i) proporre soluzioni legislative e amministrative ritenute necessarie per una più coordinata e incisiva iniziativa dello Stato, delle regioni, degli enti locali, e per rimuovere le disfunzioni accertate; l) riferire al Senato della Repubblica al termine dei suoi lavori e ogni qualvolta ne ravvisi la necessità».


La Commissione dovette confrontarsi con le difficoltà dell’opera sia di ricostruzione di quanto accaduto in passato, sia di verifica e analisi della situazione al momento in cui operava, vista la complessità dell’opera di acquisizione del materiale documentale spesso assai risalente nel tempo e frazionato in una pluralità di archivi relativi anche a enti spesso non più esistenti.


La Commissione svolse la sua attività essenzialmente su due fronti: da un lato, la raccolta degli indispensabili elementi di informazione e conoscenza attraverso lo strumento procedurale delle audizioni; dall’altro, la ricerca e l’acquisizione di dati riferiti al contesto territoriale, amministrativo e normativo. Per quanto riguarda la definizione dei tempi e dei luoghi oggetto di indagine, vennero assunti i seguenti riferimenti: per i tempi si tenne conto che il problema di Sarno si pose all’attenzione del Paese in tutta la sua drammaticità con l’epidemia del colera che colpì Napoli nel 1973; il Governo, in quell’occasione, decise di sviluppare un intervento antinquinamento su scala territoriale attraverso la Cassa del Mezzogiorno che elaborò il Progetto Speciale n. 3 (PS3). Nelle linee generali questo intervento prevedeva il collettamento e la depurazione degli scarichi civili e industriali di tutti i paesi della provincia Napoli. Si assunse, pertanto, come termine di riferimento temporale il 1970 perché da quella data il bacino del Sarno fu oggetto di un programma di investimenti. Per la definizione dei luoghi l’indagine fu estesa a 39 Comuni del bacino del Sarno.


Al fine di affrontare adeguatamente la comprensione delle diverse questioni esaminate nel corso dei lavori, la Commissione ritenne opportuno avvalersi del supporto e delle competenze tecniche di collaboratori, che fornirono un prezioso contributo all’attività della Commissione. Nell’espletamento della propria attività la Commissione svolse 27 audizioni in sede ed effettuò 4 missioni esterne in Campania e un sopralluogo a Firenze e a S. Croce sull’Arno, in Toscana. Quest’ultimo sopralluogo fu deciso nell’intento di comprendere come si era intervenuti in una zona conciaria che aveva in qualche misura punti di criticità simili ad alcune realtà del bacino del Sarno: la questione era cercare di capire le cause delle difficoltà che si incontravano, in determinate parti del Paese, a sviluppare strategie e interventi nel campo del disinquinamento e della tutela ambientale.


La Commissione presentò una prima relazione intermedia sull'attività svolta (relatore Manzione, DOC. XXII-bis, n. 2), approvata nella seduta del 19 aprile 2005 e comunicata alla Presidenza del Senato il 21 dello stesso mese Successivamente, il 12 aprile 2006, approvò la relazione conclusiva (relatore Manzione, DOC. XXII-bis, n. 6), trasmessa alla Presidenza del Senato il 14 aprile 2006.

Inquinamento fiume Sarno (XIV leg.) - Documenti e Atti parlamentari

fascc. 267, 50 bb.

Non consultabile. Lavoro di ordinamento e inventariazione in corso.
L'archivio Pubblicità degli atti

ricerca libera