Caporalato (XII leg.)1986 - 1996
Periodo di attività della Commissione: XII leg. (22 febbraio 1995 - 8 maggio 1996)
La «Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno del cosiddetto "caporalato"» è stata istituita con deliberazione del 20 settembre 1994 del Senato della Repubblica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 224 del 24 settembre 1994, e prorogata con altra deliberazione del Senato approvata il 7 novembre 1995 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 264 dell'11 novembre 1995. La Commissione si costituì con la nomina a suo Presidente del senatore Donato Manfroi (nomina annunciata il 15 novembre 1994) e con l'elezione degli altri membri dell'ufficio di Presidenza avvenuta il 22 febbraio 1995. Come stabilito dall'art. 2 della deliberazione istitutiva, la Commissione era composta da venti senatori scelti dal Presidente del Senato che designava anche il Presidente della Commissione al di fuori dei predetti componenti.
Il 21 aprile 1994 era stata comunicata alla Presidenza del Senato la proposta di inchiesta parlamentare, d'iniziativa del senatore Alò e altri, dal titolo «Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno del cosiddetto "caporalato"» (Doc. XXII, n. 1): incidenti stradali ai danni di braccianti trasportati da un "caporale", come reiterati episodi di intolleranza, di razzismo e di feroce sfruttamento nei confronti di braccianti extracomunitari, avevano riportato tale problema all'attenzione dell'opinione pubblica del momento. Con questa proposta di inchiesta parlamentare si intendeva quindi esaminare il fenomeno del "caporalato" nelle aree territoriali dove storicamente il fenomeno si era manifestato ed in particolare nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, senza escludere la facoltà di acquisire conoscenze sulla situazione in altre regioni attraverso rapporti delle pubbliche autorità. Assegnato, nel giugno 1994, alla Commissione Lavoro per l'esame in sede referente, il Doc. XXII, n. 1 approdò nell'Aula di Palazzo Madama nel settembre successivo dove, il 20 settembre 1994, in occasione della sua discussione, il senatore Manconi, a sostegno dell'approvazione della deliberazione istitutiva, auspicò che essa potesse rappresentare «un positivo contributo all'analisi dei rapporti sociali nel Meridione d'Italia, ma anche - ed è assai più importante - l'occasione per una battaglia di legalità».
Come stabiliva l'articolo 3 della deliberazione istitutiva, la Commissione aveva il compito di accertare: «a) il rispetto delle regole contrattuali e delle leggi relative al collocamento della manodopera agricola, in particolare da parte delle imprese che ricevono contributi comunitari, statali e regionali; b) il rispetto delle leggi e dei regolamenti relativi alla sicurezza del trasporto di persone in relazione al fenomeno del cosiddetto "caporalato"; c) le forme e le dimensioni del collocamento illegale e del trasporto non autorizzato di manodopera agricola a fini di lucro; d) il funzionamento dei controlli pubblici sulle norme di cui alle lettere a) e b) effettuati dalle sezioni circoscrizionali per l'impiego e dall'ispettorato provinciale del lavoro; e) l'organizzazione delle linee pubbliche e private autorizzate al trasporto della manodopera agricola nelle zone interessate dal fenomeno del cosiddetto "caporalato"; f) l'entità e le modalità dell'evasione contributiva nelle zone interessate dal fenomeno del cosiddetto "caporalato" da parte delle imprese del settore agro-alimentare che impiegano manodopera tramite l'intermediazione dei "caporali"; g) le forme di intimidazione, di violenza, di molestia sessuale operate da parte dei "caporali" nei confronti della manodopera femminile; h) la penetrazione della criminalità organizzata nel settore agro-alimentare anche tramite il controllo del trasporto illegale della manodopera; i) la presenza, le condizioni di lavoro, di abitazione e di vita dei lavoratori extracomunitari nelle aree agricole meridionali, nonché il loro rapporto con le popolazioni locali; l) l'adozione, la sistematicità, il coordinamento e l'effettività delle iniziative di prevenzione del ciclico fenomeno criminoso ad opera degli uffici competenti, statali, regionali e locali; m) la praticabilità della istituzione di nuclei ispettivi misti, da collegare con gli ispettorati del lavoro e le forze dell'ordine, al fine di potenziare l'attività di prevenzione; n) la possibilità di istituire un fondo da destinare alle regioni ed ai comuni interessati dal fenomeno del cosiddetto "caporalato", a sostegno delle aziende che intendono strutturare le loro organizzazioni sulla base del rispetto della normativa in vigore e con l'attivazione, in proprio, di sistemi di trasporto della manodopera agricola, dai centri abitati alle aziende, con mezzi dimensionalmente adeguati, eventualmente in forma anche consortile tra diverse imprese; o) gli elementi utili alla definizione di una normativa in materia di disoccupazione agricola, volta ad una riduzione della disoccupazione stessa, sulla scorta della quale l'erogazione degli indennizzi venga rapportata al numero delle giornate lavorative registrate».
La Commissione lavorò per poco più di un anno; i suoi lavori si svilupparono anche attraverso audizioni svoltesi nella sede del Senato che ebbero come interlocutori magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine, responsabili di uffici del lavoro e di ispettorati del lavoro, sindacalisti, rappresentanti degli imprenditori agricoli e della Chiesa cattolica. Furono effettuati, inoltre, due sopralluoghi - uno a Caserta e l'altro a Potenza - durante i quali furono audite le autorità locali maggiormente interessate al fenomeno e i rappresentanti locali dei datori di lavoro e dei lavoratori agricoli.
I risultati dei lavori della Commissione evidenziarono innanzitutto che l'intermediazione illecita di manodopera comunemente chiamata "caporalato" era sicuramente un fenomeno criminale in quanto configurava una violazione delle leggi che regolavano il collocamento, ma era anche un fenomeno criminogeno, al quale cioè era collegata una serie di altri reati: dalle truffe agli enti previdenziali alle frodi agli istituti comunitari, dal falso in bilancio alla violazione delle norme sulla sicurezza dei trasporti e sulla sicurezza sul lavoro, dalla violenza carnale all'usura, dal controllo sociale al voto di scambio. Tra i protagonisti del fenomeno del "caporalato" restavano facilmente individuabili la parte forte (imprese, caporali) e la parte debole (donne braccianti, lavoratori extracomunitari); ma nel manifestarsi del fenomeno esse assumevano valenze ambigue per le complicità che si stabilivano tra vittime e sfruttatori.
La Commissione dovette interrompere i propri lavori per l'intervenuta conclusione della legislatura. Riuscì comunque ad approvare, il 7 febbraio 1996, una relazione sui risultati parziali dell'inchiesta (relatore Manfroi, Doc. XXII-bis, n. 1), comunicata alla Presidenza del Senato il 23 dello stesso mese.
Caporalato (XII leg.)
1986 - 1996
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