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TORRIGIANI Piero

01 giugno 1846 - 16 giugno 1920 Nominato il 26 gennaio 1889 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli senatori!
Compio il doloroso dovere di ricordare i cari colleghi che sono scomparsi durante la interruzione dei nostri lavori. [...]
Il 16 giugno moriva nella sua villa di Quinto il marchese Piero Torrigiani, che era uno dei membri più anziani della nostra Assemblea, alla quale apparteneva dal 26 gennaio 1889.
Della cospicua famiglia patrizia di Firenze, era ivi nato il 1° giugno 1846. Ottimo amministratore, gentiluomo di modi squisiti e di eccezionale coltura, era dotato di qualità spiccatissime per la vita pubblica, onde, giovanissimo ancora, fu chiamato a partecipare all'amministrazione di varie opere pie di comuni della Toscana. Nel 1880 la fiducia dei suoi concittadini lo eleggeva a rappresentare il secondo collegio di Firenze, quale successore di Bettino Ricasoli: alla Camera prese posto a destra, segnalandosi per la sua assiduità ai lavori parlamentari.
Dopo pochi anni, spinto dall'amore per la sua Firenze, lasciò la deputazione per dedicarsi completamente alle cure dell'amministrazione locale; e l'unanime stima che i suoi concittadini gli attestavano gli procacciò nel 1888 la nomina a sindaco della città, carica che tranne un breve periodo, conservò fino al 1900. Tutta la sua attività e tutto il suo ingegno dedicò al bene della città ch'egli amava con vivo amore di figlio e di artista ed al cui abbellimento dette opera alacre ed intelligente.
Ed è ancora ricordata con ammirazione la signorilità squisita con cui egli, nella sua qualità di primo cittadino, seppe accogliere ospiti insigni convenuti a Firenze in occasione di feste centenarie.
Nella vita politica fu un carattere; conservatore, era pronto a favorire ogni progresso ed i suoi modi erano improntati a quella urbanità fine e garbata che rivela il signore di razza.
Non meno nobile fu la sua vita privata. Spirito pronto ad ogni bontà, fu inesauribile in opere caritatevoli; prodigo verso i bisognosi, godeva di poter fare il bene, onde la sua scomparsa è largamente compianta.
Cultore fervido dell'arte, in cui aveva una eccezionale competenza, fu ascoltatissimo sempre nei numerosi consessi artistici cui appartenne.
Il Senato invia un mesto saluto alla memoria dell'illustre defunto e porge le sue più vive condoglianze al fratello marchese Filippo, nostro amato collega, ed alla famiglia tutta dell'insigne scomparso. (Benissimo). [...]
MAZZONI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAZZONI. Da un illustre scienziato, quale fu il Righi, passando ad un benemerito cittadino, mi consenta il Senato che in nome della città di Firenze, la quale ebbe nel marchese Pietro Torrigiani un sindaco, assennato, zelante, benvoluto perfino dai pochi avversari, - tanta era la squisita cortesia dei suoi modi, e la perfetta rettitudine del suo animo, - io miassoci alle giuste parole che ha detto il nostro Presidente.
Se tutta Firenze, giorni sono, accompagnò la salma del Torrigiani con quelle onoranze che non sono soltanto formali e sono appunto perciò le migliori, egli lascia incancellabili ricordi, non solo come sindaco della città, ma anche in altre istituzioni da lui sostenute o promosse. Una di esse, modesta ma buona, è l'Istituto delle signore Montalve, educandato antico e provvido, del quale fu a lungo presidente. Un'altra, d'importanza nazionale è la Società dantesca italiana. Si deve anche a lui, che ne fu il primo presidente e ne resse a lungo le sorti, il savio avviamento che la Società scelse e mantiene con le pubbliche letture del poema e con gli scritti che illustrano tutte le opere di Dante.
L'Italia commemorerà, - come è degno si commemori il massimo nostro Poeta, il formatore della nostra coscienza unitaria - l'Italia commemorerà nell'anno venturo Dante, seriamente, non tanto con vane lustre di parole e cerimonie, quanto con la stampa delle opere, criticamente condotta: ciò, giova oggi rammentarlo, si deve in parte a Pietro Torrigiani.
Prego il Senato d'inviare l'espressione dell'animo nostro alla città di Firenze e all'illustre famiglia Torrigiani; sia per doveroso omaggio al defunto, sia perché si veda come anche virtù modeste, - mentre abbiamo consentito con tanta ammirazione ed espansione al rimpianto verso un luminare della scienza, quale fu il Righi, - interessino qui dove importa pel bene comune augurare che tutte le nostre città abbiano amministratori i quali pareggino il Torrigiani nelle elette virtù dell'uomo e del cittadino (Vive approvazioni).
NICCOLINI EUGENIO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICCOLINI EUGENIO. Dopo le elevate parole pronunciate dal nostro illustre Presidente e dal collega Mazzoni, non mi resta che ad associarmi all'elogio che si è fatto del marchese Piero Torrigiani, di questo cittadino benemerito che tanta parte della sua intelligente attività dette alla pubblica cosa, e a me si associa il generale Della Noce che mi ha pregato di unirmi, anche in suo nome, alle parole del Mazzoni.
Ricordiamo noi fiorentini con animo commosso e grato l'insuperabile dignità con la quale il marchese Torrigiani resse l'amministrazione della nostra città e l'opera sua benefica.
All'illustre patrizio, all'amico virtuoso va ora il mio pensiero mesto e reverente, e vorrei che fosse conforto alla famiglia il cordoglio di questo alto consesso il compianto di tutta la cittadinanza fiorentina! (Benissimo).[...]
CROCE, ministro della pubblica istruzione.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CROCE, ministro dell'istruzione pubblica.[...]
Mi associo altresì a nome del Governo alle parole degli onorevoli senatori Mazzoni e Niccolini in memoria del senatore Torrigiani. Egli ebbe parte a tutto quanto di nobile e di bello si fece in Firenze, e fu uno di quei cittadini operosi, dei quali deve essere serbato il ricordo nella nostra gratitudine di italiani. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 giugno 1920.