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SPROVIERI Vincenzo

20 febbraio 1823 - 15 gennaio 1895 Nominato il 15 maggio 1876 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Calabria

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Doloroso è a me l'annuncio, a voi l'udire dei colleghi venuti a morte dacché non ci adunammo. [...]
Ad Acri, in Provincia di Cosenza, il 20 febbraio 1823 nacque il senatore Vincenzo Sprovieri. Cresciuto fra le memorie dolorose del 1820, educato in una tradizione di odii e di vendette ravvivata dalle repressioni del 1837, acuita dagli eccidii del 1844; a questi, sebbene partecipe all'insurrezione, la giovane età lo aveva scampato.
Il pericolo corso non ne moderò l'ardore: tant'è che nel 1848, schierato coi sollevati di Cosenza fu dei carcerati e dei dannati a morte, mutata poi in trent'anni di ferri. Con fuga comprata sottrattosi al carcere, a traverso rischiose avventure raggiunse Malta e di là Genova e Torino; dove, assieme agli esuli d'ogni provincia in Piemonte raccolti, stette spiando le occasioni, affrettandole col desiderio; coll'opera promovendo la riscossa.
Imbarcatosi con Garibaldi si distinse fra i milleche a Calatafimi il 15 maggio vendicarono le stragi di dodici anni prima, mostrando al mondo attonito non essere stata spavalda millanteria la proclamazione della vigilia a Salemi; ma sentenza di prodi che assurgerebbero a fasti meravigliosi perché l'Italia meridionale attorno a Vittorio Emanuele si riunisse. La medaglia al valore lo premiò. Colla schiera gloriosa, e sempre degno di essa, rivide la Calabria e, col grado di commissario di guerra di prima classe, combatté sotto Capua, assieme a due altri dei tre fratelli suoi.
Abbandonata la milizia, nella Camera e negli uffici civili servì la patria redenta con affetto e disinteresse.
Fu per cinque legislature (VIII-XII) deputato del collegio di Corigliano, del quale lasciò spontaneo la rappresentanza nel 1876, per venire in quest'Assemblea.
Ispettore delle guardie nazionali mobili durante l'ultima guerra d'indipendenza; presidente del Consiglio provinciale consentino per dieci anni; sindaco del nativo comune del 1861, sino a che, bisognevole di quiete, si dimise nell'autunno del 1884, procacciò di volgere al maggior bene gli uffici e la supremazia nella provincia esercitata.
La sua morte ai concittadini dolente, dolentissima alla famiglia, fu grave a noi. Il che reputo pietoso attestare di qui al fratel suo Francesco, che in questa Camera gli sopravvive, esempio di patriottismo e di valore vivaci sempre, sempre gagliardi (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 giugno 1895.