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SAN DONNINO Pier Luigi

21 giugno 1846 - 17 settembre 1915 Nominato il 24 novembre 1913 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Nel tempo, in cui sono state chiuse le nostre sedute, abbiamo perduto i senatori Fergola, D'Alì, Grenet, Masi, Calvi, Massabò, Villa Tommaso, Campo, Balestra, Tournon, San Donnino, Di Martino, Florena, Salvarezza Cesare. [...]
Fu il senatore Pier Luigi San Donnino un collega nostro amato per la persona eletta e per la memoria preclara del padre suo Claudio che al Senato ei pure appartenne. Spirato Pier Luigi nella sua villa di San Donnino della Nozzola, presso Modena, il 17 settembre, si è ricongiunto nel di là al genitore: ma l'uno e l'altro sopravvive nella riconoscenza dei modenesi. Nato Pier Luigi in Modena il 21 giugno 1846, dalle tradizioni della famiglia apprese i principii liberali e l'abito del bene operare. Laureato in giurisprudenza, pose mente e cuore, sulle orme paterne e con la stessa fede politica, all'amministrazione pubblica nella provincia e nel comune della città nativa. Entrò nel 1876, ancora giovane, al Consiglio provinciale, trentacinque anni vi fu tenuto; e non vanta utilità né provvidenza la provincia, che non abbia avuto da lui l'inizio od il compimento. Da consigliere fu prescelto al segretariato del consiglio; poi, messo nella deputazione, di questa eletto a voti unanimi presidente, durato ben quattordici anni ed elevato infine dalla piena fiducia del consiglio alla presidenza, tenne la carica fino a pochi mesi innanzi morte. Del comune fu consigliere molto tempo, e sindaco due volte. Altri uffici adempì; di varie commissioni membro e presidente, e tanta fu la sua autorità che, anche fuori di carica, del suo consiglio era ricercato. Enumerare i meriti acquistati dal nostro commemorato, sarebbe lungo: ma vuol essere menzionato il risanamento della provincia dalla pellagra, premiato di medaglia d'oro alla Commissione pelagrologica da lui presieduta. La salubrità pur anco della città ed il decoro furon somme cure del suo sindacato. Mosso dal gusto del bello e dall'amore dell'arte, scoprì l'antico nel palazzo comunale che ristaurò, ridonandogli la pristina bellezza. D'ogni cosa fu sollecito il sapiente, ed esperto amministratore; ed i più gravi temi, principalmente il finanziario, risolse con la sua costanza e la sua perizia. Viva rimane in Modena l'immagine dignitosa e gentile di Pier Luigi San Donnino; buono, amorevole, generoso; che fu a tutti benvisto, anche agli avversari di partito, che ne rispettavano la purità delle convinzioni e dei propositi, la coscienza e la serenità de' giudizi. Generale fu il plauso al suo ingresso nel Senato per il decreto del 24 novembre 1913; e sventurati ci chiamiamo di averlo in meno di due anni perduto. Il pianto destato dalla sua morte, che giustamente non cessa in Modena e nella modenese provincia, ridestasi oggi in noi amarissimo. (Benissimo). [...]
TRIANI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRIANI. L'illustre e venerato nostro Presidente, guida nobile e pietosa fra tante tombe recentemente schiuse, ha reso omaggio alla memoria del senatore San Donnino con tali parole, che poco soggiungerò e per cenni; innanzi tutto affermando con sicura coscienza di concittadino e di testimonio dell'opera del collega che egli delle parole d'omaggio dette dal nostro Presidente era veramente degno, per le molte benemerenze verso la nostra città e verso la nostra regione.
Dirò che, se mi fosse lecito esaminare la vita del compianto collega, opera per opera, diverrebbe il mio discorso estremamente lungo, perché non è possibile di raccogliere in brevi parole un'opera di oltre vent'anni continui di benemerenza acquistata nelle amministrazioni provinciali e comunali. Vi sono opere che possono essere segnalate di per sé sole e taluna potrei trarre dalla vita del compianto collega; ma la maggiore segnalazione sta nella nota caratteristica della continuità dei servigi da lui prestati al paese con abnegazione piena, con estremo disinteresse, con luminosità di idee e di studi, con prudenza ed efficacia; sicché nonè possibile separare la storia amministrativa del nostro comune e della nostra provincia dalia vita e dall'opera del senatore San Donnino.
Mi limito a ricordare un ultimo avvenimento di sua vita, che non si riferisce alle sue benemerenze come amministratore pubblico, ma alla sua vita privata e familiare. Visitò poco prima della morte il fronte di guerra, dov'erano due figli suoi. Tornò pieno di entusiasmo per l'opera tenace e valorosa del nostro esercito; ma i figli dovevano rivederlo dopo brev'ora al letto di morte!
Questo pensiero richiama l'animo mio alla situazione che oggi è stata qui per molti casi illustrata, e cioè alla maravigliosa concordia degli animi e delle opere di fronte all'impresa cui l'Italia intende.
Molti di voi, o collegai, avete portato e portate il contributo della vostra cooperazione, cooperazione la quale rappresenta un fattore, che forse non è stato abbastanza rilevato. Chi ha preso e prende parte alla guerra d'Italia colle energie tuttora valide, chi coi sentimento della famiglia e coi palpiti per i propri cari, chi con l'assidua opera nella preparazione civile, cosicché direi quasi che dalla partecipazione individuale di ciascuno esce una conferma viva dei voti e del plauso del Senato come ente. Questa concordia nell'opera di ciascuno coi voti in quest'Aula proclamati è una delle manifestazioni, e non la meno nobile certo, della universale solidarietà italica di quest'ora.
Credo che anche questa, fra le tante affermazioni, debba essere di compiacimento e di conforto ai nostri fratelli che stanno incidendo a punta di baionetta, sopra ciascuna delle roccie delle nostre Alpi e sul Carso infido, il nome sacro d'Italia, che mai più non sarà cancellato. (Approvazioni). [...]
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando di parlare.
PRESIDENTE, Ne ha facoltà,
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Assolvo il compito altrettanto onorevole quanto doloroso di esprimere a nome del Governo tutta la simpatia riverente, che esso prova innanzi ai gravi lutti, che quest'alto consesso ha subiti; e in questa simpatia si contiene il pieno consenso al tributo di riconoscenza e di lode, che le inspirate parole del Presidente illustre e degli altri senatori hanno apprestato alla memoria degl'insigni uomini, di cui piangiamo la perdita.
Ascoltando quelle parole, la mia mente quasi astraeva dalle persone singole, e al di sopra degli uomini commemorati, io vedevo passare innanzi ai miei occhi tutta una serie di vite nobilmente spese nei campi più diversi: dall'esercito all'amministrazione civile, dal Parlamento alle amministrazioni locali, dalle aule della giustizia alla cattedra della scuola e così via via - forme di attività diverse, ma congiunte tra loro da quest' unica idea e da quest'unica fede: il servizio reso alla patria (Bene! Bravo!).
E pensavo a quanti tesori di sapienza e di patriottismo in quest'Aula nobilissima si racchiudono. Né io nulla aggiungerei a quanto così egregiamente è stato detto; ma concederà il Senato che trovi qui un'eco la vibrazione di talune note particolari, che o per ragioni personali o per ragioni di ufficio più vivamente palpitano nell'animo mio, a proposito, della dipartita di alcuni valentuomini.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1915.