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LAMBERTI Mario

19 gennaio 1840 - 28 febbraio 1924 Nominato il 03 giugno 1908 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente

Onorevoli senatori,
Il lungo periodo di chiusura dei nostri lavori ha visto purtroppo scomparire le nobili figure di non pochi dei nostri amati colleghi che di questa Assemblea erano decoro e vanto. Ad essi rivolgiamo anzitutto il nostro memore ed accorato pensiero. [...]
Dopo breve malattia, il 28 febbraio si spegneva in Firenze il tenente generale nobile Mario Lamberti che era nato ad Arezzo il 19 gennaio 1840 da antica famiglia fiorentina.
La vita di Mario Lamberti fu tutta consacrata al culto della patria. Educato a severi principii nel collegio dei nobili di Volterra, intraprese con passione la carriera militare frequentando il Liceo "Arciduca Ferdinando" di Firenze.
Promosso luogotenente e passato poi nel 1860 nel Regio esercito, vi conseguiva poco dopo il grado di capitano col quale partecipava con nobile ardimento alle campagne del 1866 e del 1870. A Custoza infatti con un energico attacco alla baionetta riusciva a salvare la bandiera seriamente minacciata, venendo gravemente ferito e cadendo altresì prigioniero; e per il suo valore si meritava la medaglia d'argento.
Visto realizzato il suo sogno di un'Italia libera e indipendente, nel 1872 frequentò con successo la scuola di guerra e quindi, promosso maggiore e istituitasi la specialità degli alpini, passò in questo corpo, dove restò con grande attaccamento finché non conseguì il grado di generale, nel 1891.
Promosso tenente generale dopo essere stato nella colonia Eritrea con la carica di vicegovernatore, passava nel 1897 a comandare la divisione militare di Chieti e poi nel 1899 quella di Padova, compiendo in tale periodo importanti studi della frontiera orientale che furono prezioso sussidio durante la guerra di liberazione.
Ottenuta la carica di comandante di corpo d'Armata, il generale Lamberti fu prima a Bari dal 1902; e del Mezzogiorno si rese benemerito, sia in occasione delle alluvioni che funestarono quella città nel 1905, quando con ammirevole abnegazione e coraggio tenne la direzione dei lavori di salvataggio, sia in occasione del primo terremoto calabro quando incurante di qualsiasi pericolo egli prodigò sé stesso nel soccorrere quelle disgraziate popolazioni; e se ne ebbe speciali encomi.
Il Lamberti chiuse la sua degna carriera militare nella sua diletta Firenze il cui corpo d'Armata comandò dal 1906 al 1908.
Collocato in posizione di servizio ausiliario per limiti di età, a riconoscimento della sua lunga e benemerita opera, fu nominato senatore il 3 giugno 1908. E ai nostri lavori partecipò sempre con assiduità, intervenendo con la sua serena e convincente parola in molte e importanti discussioni, così come ai problemi della sua regione s'interessò con vivo attaccamento, coprendo in Firenze notevoli cariche pubbliche, soprattutto negli ultimi anni. Scoppiata la guerra europea, nonostante che la tarda età gl'impedisse di correre al fronte, volle mostrare la sua devozione alla patria facendosi richiamare in servizio e spiegando fervida opera nel comando del corpo d'Armata di Napoli.
Il collega Lamberti fu un magnifico esempio di soldato e di cittadino. Era in lui altissimo lo spirito militare, profondo il senso della disciplina e del dovere, vivissimo l'amore per la patria.
Legato alla nostra Assemblea dal più vivo affetto, egli ha voluto anche nel testamento inviare al Senato il suo estremo saluto.
Noi l'accogliamo con animo grato e commosso, e rivolgiamo un reverente pensiero alla Sua memoria mentre porgiamo alla famiglia le nostre vive condoglianze. (Benissimo).
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro dellaguerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali [...], Lamberti, [...]
Io nulla aggiungerò a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere (Bene).
DI GIORGIO, ministro dellaguerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali [...], Lamberti, [...]
Io nulla aggiungerò a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere (Bene).
Per il generale Lamberti mi permetto di aggiungere che egli si trovò nell'Eritrea quale vicegovernatore all'indomani di Adua. Quando il 5 marzo arrivò il generale Baldissera a prendere nella sua ferma mano le redini del comando, poté ricevere dal Lamberti una situazione materialmente compromessa, quasi disperata, ma moralmente intatta. Il Lamberti infatti, il 2 marzo al primo sentore del disastro, corse ad Asmara, e vi riunì le poche forze disponibili, pronto a difendere con esse la bandiera fino all'estremo. [...]
(Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,29 maggio 1924.