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BIANCHI Leonardo

05 aprile 1848 - 13 febbraio 1927 Nominato il 06 ottobre 1919 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio e per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato e per la categoria 19 - I membri ordinari del Consiglio superiore di istruzione pubblica dopo sette anni di esercizio e per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione.
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Molti e gravi lutti ci hanno colpito nel lungo intervallo dei nostri lavori. [...]
Il 13 febbraio fulmineamente spegnevasi in Napoli il prof. Leonardo Bianchi, la cui fama di neurologo aveva da molti anni valicato i confini della patria: la sua improvvisa scomparsa mentre egli aveva ancora vivido l'intelletto e dava tutta la sua fervida attività al bene della scienza e della patria, è gravissimo lutto non solo per l'Italia, ma per tutto il mondo scientifico. Con lui si è spento un alto illuminato spirito, un nobile cuore si è fermato per sempre.
Era nato a S. Bartolomeo in Galdo il 5 aprile 1848: laureato giovanissimo in medicina, dopo una salda preparazione di studi classici, iniziava a 23 anni la sua feconda carriera scientifica ed universitaria. Leonardo Bianchi fu indubbiamente uno dei più grandi psichiatri e neurologi del nostro tempo: non è qui il luogo per esaminare la portata delle sue teorie e delle sue ricerche o per scrutare il suo pensiero diffuso in dodici volumi e in oltre cento memorie scientifiche, oltre a numerosissime conferenze e discorsi. Basti l'affermare che non esiste quasi argomento di psichiatria e di neurologia ai quali egli non abbia dato cospicuo contributo, tenendo alto di fronte all'estero l'onore della scienza italiana. Alla cattedra e alla clinica psichiatrica di Napoli, ove professò quasi ininterrottamente, dette col valore del suo pressoché quarantennale insegnamento e delle sue esperienze grande lustro, facendone un vero centro scientifico e creando una scuola fecondissima e di carattere prettamente italiano. Fu nell'insegnamento vero maestro, esempio di fervore, di disinteresse, di entusiasmo che sapeva comunicare ai giovani, efficace assertore d'ogni ideale più nobile ed elevato. rettore due volte dell'Università di Napoli, nel 1903 e nel 1911, dette le sue mirabili energie alla soluzione dei molti e gravi problemi universitari. Uomo d'azione non meno che di pensiero, ideò la riforma dei manicomi e seppe attuarla: e direttore del manicomio provinciale di Napoli, fu suo merito la creazione del nuovo Istituto, ispirato a criteri moderni e razionali per il ricovero degli infelici dementi. Intensa e altamente benemerita fu anche l'opera di Leonardo Bianchi nel campo parlamentare. Deputato per 6 legislature fino al 1919, pei collegi di S. Bartolomeo in Galdo e Montesarchio, fu attivissimo, propugnando colla sua opera utili riforme sia nel campo sanitario e assistenziale che in quello penitenziario e dell'istruzione pubblica: e della riforma sanitaria come di quella dei manicomi fu nel 1903 relatore. Le riforme propugnate da lui nel campo dell'istruzione, ebbe poi la ventura di attuare, almeno in parte, allorché fu nel 1905 chiamato a governare le sorti della pubblica istruzione nel Gabinetto Fortis. E nuovamente ministro fu, ma senza portafoglio, nel 1916 e 1917, preposto a dirigere l'organizzazione sanitaria del paese in guerra e dette opera preziosa non solo in tale importantissimo campo, ma anche in quello della propaganda patriottica e della resistenza morale.
Nominato senatore il 6 ottobre 1919 prese parte attiva anche ai nostri lavori e la sua parola convinta e suadente suonò spesso fra noi nelle più importanti discussioni di politica generale o d'igiene sociale. Era anche membro autorevole della nostra Commissione di finanze.
In Parlamento e fuori, Leonardo Bianchi ebbe anzitutto un pensiero, un'aspirazione, cui dedicò tutta la lunga nobile sua esistenza: il miglioramento fisico e psichico degli italiani, onde fare la patria più grande e più prospera. Questo altissimo fine egli ebbe sempre presente; non per nulla la morte lo ha ghermito d'improvviso, come un soldato sul campo, allorché aveva appena discusso, nell'Accademia medico-chirurgica di Napoli, sull'alcoolismo e sull'abuso degli stupefacenti, due mali sociali contro cui tanto aveva lottato. E in questi ultimi tempi, sempre con quel fine presente allo spirito, aveva gettato le basi dell'eugenismo.
Leonardo Bianchi amò di pari intenso amore la scienza, la scuola, la patria: fu insieme scienziato e sociologo, teorico e realizzatore, uomo di pensiero e d'azione: ebbe l'animo grande e nobile al pari dell'intelletto.
Piangiamo reverenti la sua dipartita ed esprimiamo alla sua desolata famiglia i sensi del nostro più vivo rammarico. (Benissimo).
FEDERZONI, ministro delle colonie. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERZONI, ministro delle colonie. Il Governo aggiunge una sua parola di reverente compianto alla celebrazione dei senatori defunti, nobilmente fatta dall'illustre Presidente di questa Assemblea.
[...] del senatore Leonardo Bianchi, la cui sapienza di cultore delle discipline psichiatriche e neurologiche fu eguagliata soltanto dalla dirittura politica e dall'intemerato patriottismo. [...]
Tutti questi uomini insigni lasciano un ricco retaggio di affetti e di esempi. La nazione lo raccoglie e lo saprà degnamente custodire. (Vive approvazioni - Applausi).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,28 marzo 1927.