Riforma fiscale
Commissione parlamentare per il parere al Governo sulle norme delegate previste dalla legge 23 dicembre 1996, n. 662, concernenti misure di razionalizzazione della finanza pubblica
Commissione parlamentare consultiva in materia di riforma fiscale ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662
Sintesi
XIII legislatura (9 maggio 1996 - 29 maggio 2001)
La Commissione, composta da 15 deputati e 15 senatori, è stata nominata al Senato e alla Camera rispettivamente il 24 marzo 1997 e il 1° aprile 1997 e si è costituita il 30 aprile 1997.
Presidente: on. Biasco Salvatore, eletto il 30 aprile 1997.
Il disegno di legge Misure di razionalizzazione della finanza pubblica, di iniziativa governativa e collegato alla legge finanziaria 1997, fu presentato alla Camera (n. 2372) il 30 settembre 1996. Assegnato per l'esame in sede referente alla Commissione Bilancio, fu da questa esaminato dal 15 al 28 ottobre e discusso dall'Assemblea dal 31 ottobre al 14 novembre, data in cui fu approvato il disegno di legge n. 2372-bis risultante dallo stralcio degli articoli 1-11, 13, 15-30, 37-55, 57-64, 67-83 del n. 2372. Trasmesso al Senato (n. 1704) il 16 novembre, fu assegnato per l'esame in sede referente alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze che l'esaminarono dal 21 novembre al 6 dicembre, assieme ai disegni di legge n. 1704, n. 1705 e n. 1706. L'assemblea di Palazzo Madama lo discusse dal 10 al 16 dicembre e l'approvò con modificazioni. Trasmesso di nuovo alla Camera (n. 2372-bis-B) il 17 dicembre, fu esaminato in sede referente dalla Commissione Bilancio dal 18 al 20 dello stesso mese e discusso dall'Assemblea il 20 e il 21 dicembre, data quest'ultima in cui fu approvato definitivamente. Divenne la legge 23 dicembre 1996, n. 662, che tra l'altro prevedeva la Commissione in titolo.
La manovra di finanza pubblica per l'anno 1997 prevedeva una riduzione di 32.400 miliardi del fabbisogno tendenziale; il disegno di legge governativo aveva il fine di dare concreto contenuto operativo a tali linee programmatiche, prospettando «interventi delineati, che per il loro carattere strutturale [erano] in larga misura destinati ad avere effetti di correzione permanente degli andamenti di finanza pubblica, [indirizzandosi] sia sul versante della spesa che su quello delle entrate, chiamati a concorrere al conseguimento degli indicati obiettivi di fabbisogno» (Atto Camera n. 2372, XIII legislatura). Nell'ottica del Governo, la riduzione della spesa doveva operare in sinergia con interventi strutturali che mirassero all'accrescimento della «funzionalità operativa dei comparti pubblici interessati; a riqualificare l'azione pubblica attraverso un disegno più razionale delle sue forme e dei suoi strumenti, senza sacrificare la tutela degli interessi collettivi» (Atto Camera n. 2372, XIII legislatura).
Tra le numerose misure previste dal disegno di legge, segnaliamo quelle che incidevano sul settore sanitario e quelle inerenti al pubblico impiego. Le prime concernevano in particolare l'organizzazione dei presidi ospedalieri e comportavano una «riduzione dei posti letto nei reparti che registrano un tasso di occupazione inferiore al 75 per cento, vale a dire nei reparti che appaiono sovradimensionati in rapporto alla domanda» (Atto Camera n. 2372, XIII legislatura). Per ciò che concerne le seconde, gli interventi riguardavano il blocco parziale delle assunzioni di personale nel pubblico impiego: tali misure non erano «esclusivamente finalizzate all'obiettivo del contenimento della spesa; dovranno costituire anche un'occasione importante di stimolo per le amministrazioni per una riallocazione funzionale delle risorse umane, lungo il percorso di razionalizzazione e riorganizzazione degli uffici, ancora in via di completamento» (Atto Camera n. 2372, XIII legislatura).
La Commissione consultiva, di cui ci occupiamo in questa sede, non era prevista dal disegno di legge governativo: la sua previsione venne inserita durante la discussione nell'Assemblea di Palazzo Madama. Il compito di tale Commissione era quello di fornire il parere in merito agli schemi di decreti legislativi previsti dai commi nn. 19, 66, 120, 133, 134, 138, 143, 160, 161, 162, 186 e 188 dell'art. 3 della legge, concernenti: l'armonizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle «disposizioni fiscali e previdenziali concernenti i redditi di lavoro dipendente e i relativi adempimenti da parte dei datori di lavoro» (art. 3, c.19); la «materia di imposta sul valore aggiunto, in conformità alla normativa comunitaria» (art. 3, c. 66); «disposizioni per la revisione organica, a scopo di semplificazione e di ampliamento dell'ambito applicativo, della disciplina dell'accertamento con adesione di cui agli articoli 2-bis e 2-ter del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 564, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 656, nonché della conciliazione giudiziale di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, secondo il criterio indicato alla lettera i)» (art. 3, c. 120); «disposizioni per la revisione organica e il completamento della disciplina delle sanzioni tributarie non penali» (art. 3, c. 133); «disposizioni volte a semplificare gli adempimenti dei contribuenti, a modernizzare il sistema di gestione delle dichiarazioni e a riorganizzare il lavoro degli uffici finanziari, in modo da assicurare, ove possibile, la gestione unitaria delle posizioni dei singoli contribuenti» (art. 3, c. 134); «decreti legislativi finalizzati a modificare la disciplina in materia di servizi autonomi di cassa degli uffici finanziari» (art. 3, c. 138); «decreti legislativi contenenti disposizioni, anche in materia di accertamento, di riscossione, di sanzioni, di contenzioso e di ordinamento e funzionamento dell'amministrazione finanziaria dello Stato, delle regioni, delle province autonome e degli enti locali», al fine di una riforma del sistema tributario (art. 3, c. 143); «decreti legislativi, concernenti il riordino del trattamento tributario dei redditi di capitale e dei redditi diversi nonché delle gestioni individuali di patrimoni e degli organismi di investimento collettivo mobiliare e modifiche al regime delle ritenute alla fonte sui redditi di capitale o delle imposte sostitutive afferenti i medesimi redditi» (art. 3, c. 160); «decreti legislativi aventi per oggetto la modifica organica e sistematica delle disposizioni delle imposte sui redditi applicabili ai processi di organizzazione delle attività produttive» (art. 3, c. 161); «decreti legislativi concernenti il riordino delle imposte personali sul reddito, ai fine di favorire la capitalizzazione delle imprese e tenendo conto delle esigenze di efficienza, rafforzamento e razionalizzazione dell'apparato produttivo» (art. 3, c. 162); «decreti legislativi al fine di riordinare, secondo criteri di unitarietà e coordinamento, la disciplina tributaria degli enti non commerciali in materia di imposte dirette e indirette, erariali e locali, nel rispetto dell'autonomia impositiva degli enti locali» (art. 3, c. 186); «decreti legislativi, al fine di disciplinare sotto il profilo tributario le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, attraverso un regime unico al quale ricondurre anche le normative speciali esistenti» (art. 3, c. 188).
Successivamente, con la legge 13 maggio 1999, n. 133, Disposizioni in materia di perequazione, razionalizzazione e federalismo fiscale, venne attribuito alla stessa Commissione consultiva il compito di fornire il parere anche sui «decreti legislativi recanti testi unici che accorpino, anche in un codice tributario, le vigenti norme per materia, senza modificarle, con il solo compito di eliminare duplicazioni, chiarire il significato di norme controverse e produrre testi in cui la materia sia trattata» (legge 13 maggio 1999, n. 133, art. 35).
In ultimo, ci preme segnalare che, osservando i resoconti pubblicati delle sue sedute, la Commissione venne denominata in maniera differente nel tempo: fino alla seduta del 15 luglio 1997 venne chiamata «Commissione parlamentare per il parere al Governo sulle norme delegate previste dalla legge 23 dicembre 1996, n. 662, concernenti misure di razionalizzazione della finanza pubblica»; dalla seduta del 17 luglio 1997 venne chiamata «Commissione parlamentare consultiva in materia di riforma fiscale ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662».