senato.it | archivio storico

Attuazione del piano regolatore generale degli acquedotti

Commissione parlamentare per il parere al Governo sulle norme delegate per l'attuazione del piano regolatore generale degli acquedotti

Sintesi

IV legislatura (16 maggio 1963 - 4 giugno 1968)

La Commissione, composta da 5 senatori e 5 deputati, fu nominata dai Presidenti del Senato e della Camera rispettivamente il 1° luglio e il 30 giugno 1966.

 

Il disegno di legge Piano regolatore generale degli acquedotti e deleghe al Governo ad emanare le relative norme di attuazione, fu presentato in Senato (n. 2188) il 25 settembre 1962 dal Ministro dei lavori pubblici Sullo; esaminato dalla Commissione Lavori pubblici, in sede referente, il 6 dicembre 1962, fu discusso dall’Assemblea il 15, 16 e 17 gennaio 1963 e approvato con emendamenti in quest’ultima data. Trasmesso alla Camera (n. 4474) il 18 dello stesso mese, fu esaminato dalla Commissione Lavori pubblici, in sede referente, il 18 gennaio e discusso il 22 e 23 gennaio dall’Assemblea, quando fu approvato definitivamente, diventando la legge 4 febbraio 1963, n. 129.

Al fine di normalizzare l’approvvigionamento idrico delle popolazioni, in relazione anche ai prevedibili fabbisogni futuri, il disegno di legge generava dal considerare inderogabile la necessità di procedere alla compilazione di un organico piano regolatore generale degli acquedotti e delle fognature. In Italia, fin dalla costituzione del Regno, furono condotte inchieste e indagini in merito all’approvvigionamento idrico dei centri urbani che portarono a numerose pubblicazioni, anche di fonte governativa, sull’argomento. Qui ricordiamo la pubblicazione apparsa nel 1867, a seguito di un’indagine dell’allora Ministero dell’agricoltura, industria e commercio, che riguardava lo stato di approvvigionamento idrico di varie provincie dell’Italia settentrionale, centrale e meridionale; nel 1886 vennero pubblicati i risultati di un’inchiesta, indetta dal Ministero dell’interno, sulle condizioni igieniche e sanitarie dei Comuni del Regno, nella quale veniva posta in rilievo la situazione relativa al rifornimento di acqua potabile; nel 1903 venne svolta, a mezzo di apposito questionario ai Comuni, la prima indagine sulle acque potabili, i cui risultati vennero pubblicati dalla Direzione generale della sanità pubblica nel 1906. Altre iniziative furono prese, negli anni Venti e Trenta che ebbero sempre lo scopo di rilevare soprattutto lo stato e le condizioni dell’approvvigionamento idrico delle popolazioni e non si soffermavano sui dati tecnici delle opere e le caratteristiche del loro esercizio. Bisognerà aspettare il 1940, per avere una pubblicazione (Acquedotti e fognature in Italia, nell’Impero, nei possedimenti dell’Egeo e nell’Albania: Rassegna descrittiva e statistica, a cura della Reggenza Nazionale dei Gruppi acquedotti e fognature del Sindacato Nazionale fascista Ingegneri, Roma, 1940) che si concentrasse sullo stato degli acquedotti e delle fognature dell’Italia settentrionale, soffermandosi anche sul loro schema tecnico. A questa pubblicazione avrebbe dovuto seguirne un’altra, riflettente la situazione delle Provincie ed i Comuni dell’Italia meridionale ed insulare, quando entrò in gioco il ruolo della Cassa per il Mezzogiorno, la cui opera rese superato il materiale già raccolto ed elaborato. In effetti, solamente con l’istituzione della Cassa, avvenuta nel 1950, e particolarmente attraverso l’attività del suo Servizio acquedotti e fognature, fu affrontato il problema dell’acqua potabile con criteri tecnici unitari e razionali per l’intero territorio meridionale ed insulare.